Di Maio: "Il governo è compatto. La sostituzione di Tria? Una leggenda"

Politica

Il vicepremier smorza le voci di rimpasto sorte dopo i contrasti con il titolare dell’Economia. Al centro della discordia, il decreto crescita e il capitolo sui rimborsi ai truffati dalle banche. M5S e Lega spingono per approvarlo ma per Tria si rischia l’infrazione

La sostituzione del ministro dell’Economia Giovanni Tria? “Un mito, una leggenda”. A negare qualsiasi voce di dimissioni e rimpasto è il vicepremier Luigi Di Maio che oggi assicura: “Il governo è compatto, nel pomeriggio approveremo il decreto crescita”. E  infatti previsto il Consiglio dei ministri che avrà sul tavolo la norma voluta dall’esecutivo, inclusa la parte sui rimborsi ai risparmiatori truffati. Quest’ultima operazione continua però a dividere la maggioranza, con il ministro Tria messo sotto pressione dai due partiti al governo e preoccupato per le procedure di infrazione a cui può andare incontro l’Italia a causa di questi rimborsi.

Le frizioni nella maggioranza

La norma sui rimborsi ai risparmiatori è un tema molto caro sia alla Lega che ai 5 Stelle che, fin dalla campagna elettorale, hanno promesso di intervenire appena entrati a Palazzo Chigi. Ma da subito sono apparsi evidenti problemi tecnici (che potrebbero portare il Paese verso le sanzioni) e scontri interni alla maggioranza, a partire proprio dal ministro dell’Economia Tria. Quest’ultimo ha affidato la propria irritazione alle pagine del Corriere della Sera, parlando di attacchi “spazzatura” e di un “tentativo di intimidazione”. Una situazione in cui il premier Giuseppe Conte, ieri da Doha, ha provato a mediare tra le parti, invitando “tutti i ministri a stare tranquilli e lavorare”, assicurando che “non c'è nessuna dimissione o richiesta di dimissioni in vista”. Una tregua, quindi, ma debole. Al momento i pentastellati fanno sapere di aver "congelato" l'interrogazione annunciata contro la consigliera del ministro Tria, Claudia Bugno, per la vicenda delle “assunzioni preferenziali”. Ma nulla assicura che non verrà riproposta non appena la situazione lo richiederà. Ad esempio dopo il Consiglio dei ministri di oggi, in cui molti nodi dovranno essere sciolti: dai rimborsi ai truffati, alla questione Alitalia, fino alla scelta di accelerare i lavori dei privati proprietari di beni tutelati.

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