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Congresso delle Famiglie, oggi a Verona si chiude con la Marcia. Scontro Lega-M5S

Politica

Il corteo mette fine a una tre giorni molto discussa. Sullo sfondo, le tensioni tra i due partiti di governo, uno pro e l’altro contro la kermesse. “Fanatici”, tuona Di Maio. “Qui si prepara il futuro”, dice Salvini. Scintille anche su adozioni, interviene Palazzo Chigi

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Si chiude oggi a Verona il Congresso mondiale delle Famiglie (PROGRAMMA E POLEMICHE). A conclusione di una tre giorni molto discussa, dopo le migliaia di persone che ieri hanno sfilato contro l’appuntamento (FOTO), oggi per le strade della città è in corso il corteo del Congresso delle famiglie, la Marcia delle Famiglie (FOTO). Sullo sfondo rimane lo scontro politico tra le due anime del governo, Lega e M5S, una pro e l'altra contro la kermesse. Ieri tensione a distanza tra i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. “La legge 194 non si tocca, ma no a donne-bancomat e all'utero in affitto. Sfigati? Felice di esserlo”, ha detto il leader leghista. “Fanatici, stile da Medioevo, qui il futuro”, ha replicato il capo pentastellato dalla contro-kermesse organizzata a Roma. Botta e risposta anche sul sottosegretario M5S Vincenzo Spadafora, che ha dichiarato che in futuro non ci sarà più spazio per un'alleanza tra Movimento e Lega. “Si occupi delle adozioni”, ha attaccato Salvini. “La delega è di Fontana”, ha risposto Di Maio. Alla fine, una dura nota di Palazzo Chigi ha confermato la tesi del M5S: “I ministri studino le cose prima di parlare o si fa solo confusione”. Oggi, il presidente della Camera Roberto Fico ha aggiunto: "Le famiglie si evolvono, i modelli culturali cambiano. Noi dobbiamo adeguarci". Fico ha poi annunciato l'organizzazione di un evento sulle "famiglie arcobaleno" alla Camera dei deputati "per le prossime settimane, entro maggio" (LO SPOT DI IKEA CONTRO IL CONGRESSO).

10mila alla Marcia delle Famiglie

A metà giornata è partito da piazza Bra il corteo finale del Congresso delle Famiglie di Verona. Nel "salotto" cittadino si sono radunate circa 10mila persone, secondo le prime stime delle forze dell'ordine, che riempiono metà dello spazio della Bra. Secondo il programma, i manifestanti sfilano lungo le vie del centro, per tornare poi sotto il palco davanti al palazzo comunale. Tra le tante bandiere, quelle di Alleanza cattolica, dei Giuristi per la vita, del Movimento per la vita, gruppi mariani e devozionali e pro-vita. Dal palco, alla fine, i saluti del sindaco di Verona Federico Sboarina, dell'assessore regionale veneto Elena Donazzan, di Massimo Gandolfini e degli organizzatori. Presente al corteo anche il senatore Davide Pillon.

La Dichiarazione di Verona

Intanto, dal Congresso emergono i primi dettagli del documento conclusivo della kermesse. Tra i punti fondamentali: contrasto alla pratica dell'utero in affitto tramite una rogatoria internazionale e la protezione dei minori, "a partire dai loro diritti ad avere una mamma e un papà, a non diventare oggetti di compravendita, di abusi sessuali e pedopornografia e a ricevere un'educazione che non metta in discussione la loro identità sessuale biologica e non li induca a una sessualizzazione precoce". Tra le altre richieste che sollecitano un impegno delle istituzioni: "Il riconoscimento della perfetta umanità del concepito, la protezione da ogni ingiusta discriminazione; la tutela delle famiglie in difficoltà economiche e delle famiglie rifugiate; il contrasto all'inverno demografico, tramite leggi che incentivino la natalità". La Dichiarazione di Verona, adottata per acclamazione a chiusura della manifestazione, chiede all'Ue un "fondo salva-famiglie" e sottolinea "l'urgenza della tutela dei diritti delle donne, dal ricevere valide alternative all'aborto, alla protezione dallo sfruttamento sessuale e dalla pornografia, alla parità di trattamento salariale, fino alla conciliazione tra lavoro e maternità, attraverso più lunghi congedi parentali e - per chi lo desidera - flessibilità, part time o telelavoro". Ulteriori punti del documento riguardano "il radicale contrasto alla diffusione e alla legalizzazione di ogni tipo di droga e la difesa del diritto dei genitori alla libertà di scelta educativa per i propri figli, specie riguardo la sfera sessuale e l'affettività".

Salvini: “Qui si prepara il futuro”

Salvini ieri è stato ospite del Congresso. Prima ha assicurato che "la 194 (la legge sull’aborto, ndr) non si tocca", poi ha punzecchiato Di Maio. “A qualche collega distratto di governo che pensa che qui dentro si guardi indietro dico che qui si prepara il futuro e se questo significa essere sfigato", allora "sono orgoglioso di essere sfigato", ha detto. Ma Di Maio non è stato l'unico bersaglio del leader leghista. Una frecciata anche al sottosegretario M5S Vincenzo Spadafora, che ha escluso in futuro una nuova alleanza gialloverde. “Spadafora si occupi di rendere più veloci le adozioni, ci sono più di 30mila famiglie che attendono di adottare un bambino", ha detto Salvini. Poco dopo è arrivata la replica di Di Maio: "Salvini legga bene le deleghe. Spadafora non c'entra. Quella sulle adozioni è in capo al ministro Fontana e al presidente del Consiglio". E così effettivamente è. Tanto che più tardi anche Palazzo Chigi ha precisato in una nota: “La delega in materia di adozioni è attualmente ed è sempre stata in capo al ministro della Lega Fontana. Spetta quindi a Fontana adoperarsi - come chiesto da Salvini - per rendere le adozioni più veloci”. 

Di Maio: “A Verona ci sono dei fanatici”

Mentre Salvini era a Verona, Di Maio era a Roma a un happening con seicento ragazzi di tutta Italia in un teatro di Cinecittà per lanciare le iniziative dell'Agenzia dei giovani. “A Verona ci sono dei fanatici. C'è uno stile medioevale. Qui c'è buon senso e si guarda al futuro", ha detto il vicepremier. E ha puntualizzato: "Nel Contratto di governo non c'è niente di quello di cui si sta discutendo a Verona". Poi ha concluso: "Trovo stucchevole questa rincorsa a strumentalizzare la famiglia. A Verona c'è questo grido a quella tradizionale, dall'altro fronte c'è un altro grido a quella arcobaleno. Ma perché non si riesce a parlare di famiglia senza farci politica sopra?".