Elezioni regionali in Sardegna, per l’Antimafia sono 8 i candidati "impresentabili"

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Sono otto i candidati risultati non conformi al Codice di Autoregolamentazione della Commissione antimafia o condannati per la legge Severino. Si tratta di cinque persone “rinviate a giudizio" e 3 condannate in primo grado. Ma alcuni difendono la loro candidabilità

Sono otto i candidati per le elezioni regionali in Sardegna risultati non conformi al Codice di Autoregolamentazione della Commissione antimafia o condannati per la legge Severino. Cinque del centrodestra, due del Pd e uno di una lista autonomista. Lo ha detto, secondo quanto riferisce l'Ansa, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, dopo l’esame delle liste. Morra ha spiegato che ci sono cinque candidati all’assemblea regionale “la cui candidatura non risulta conforme alla disciplina del Codice di autoregolamentazione dell'Antimafia perché rinviati a giudizio e con fase dibattimentale in corso”. Poi ci sono altri tre candidati che, “avendo sentenza di condanna in primo grado”, in base alla legge Severino se venissero eletti “vedrebbero sottoposta a sospensione di diritto la loro carica”. Le elezioni si terranno domenica 24 febbraio (COME SI VOTA - Gli ASPIRANTI GOVERNATORI).

Il controllo delle liste

Morra ha sottolineato che il controllo delle liste si fa in tre fasi: prima si ottengono le liste elettorali che sono arrivate dalla Corte d'Appello di Cagliari, poi si trasmettono alla procura nazionale antimafia per averne un primo controllo, infine c'è la trasmissione dei dati da parte della Procura nazionale. A quel punto la Commissione antimafia deve compiere la ricerca e acquisire carichi pendenti e sentenze passate in giudicato. “Gli uffici hanno lavorato a lungo e fino a poche ore fa”, ha concluso Morra, che ha anche fatto i nomi dei candidati.

I nomi

Per quanto riguarda i cinque con procedimenti in corso, si tratta di Gianfranco Ganau, Pd-Sardegna Zedda presidente, imputato per tentata concussione in concorso (il dibattimento è in corso). Ganau ha già replicato: "La Procura ha chiesto la mia assoluzione perché il fatto non sussiste". Gli altri nomi fatti da Morra sono: Valerio Meloni del Pd-Sardegna Zedda presidente, imputato di tentata concussione in concorso (anche qui il dibattimento è in corso, lui replica che "nel corso del dibattimento è palesemente emersa la totale infondatezza di ogni accusa, come valutato dal pm"); Antonello Peru di FI-Berlusconi per la Sardegna, imputato di concussione aggravata (dibattimento in corso); Giovanni Satta, Lista Solinas Presidente, imputato di tre procedimenti (per riciclaggio in concorso con altri al tribunale di Nuoro, al tribunale di Tempio Pausania per riciclaggio, al Tribunale di Cagliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall'ingente quantitativo e dall'essere reato trans nazionale); Marco Carlo Marra, partito dei Sardi Facciamo lo Stato, imputato per corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.

Oltre a questi cinque, altri tre candidati hanno riportato sentenze di condanna in primo grado per la legge Severino e, se eletti, scatterebbe la sospensione. Si tratta di Maurizio Porcelli, Solinas presidente, che risulta essere stato condannato dal Tribunale di Cagliari il 17 maggio 2018 per 4 reati di abuso d'ufficio alla pena di un anno e sei mesi di reclusione (è stato proposto appello); Alberto Randazzo, FI-Berlusconi per la Sardegna, condannato dal Tribunale di Cagliari il 20 febbraio 2017 a 3 anni di reclusione per peculato continuato (proposto appello); Oscar Salvatore Giuseppe Cherchi, FI-Berlusconi per la Sardegna, condannato dal Tribunale di Cagliari nel 2017 a 4 anni di reclusione per peculato continuato (anche in questo caso è stato proposto appello). Randazzo e Cherchi replicano che sono candidabili sulla base della legge Severino "che prevede l'incandidabilità solo per i condannati con sentenza definitiva per alcuni reati".

Ganau (Pd): Procura ha chiesto mia assoluzione

Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale uscente e candidato nella lista del Pd nella circoscrizione di Sassari, ha spiegato all'Ansa sulla sua posizione in merito "all'evocata impresentabilità" alle prossime consultazioni elettorali regionali: "Lo scorso 7 novembre, finalmente, dopo una lunghissima vicenda giudiziaria che mi ha visto coinvolto come imputato, la Procura di Sassari ha richiesto l'assoluzione per l'accusa di tentata concussione 'perché il fatto non sussiste'".

Meloni (Pd): "Il pm ha valutato l'insussistenza dei fatti contestati"

Valerio Meloni, consigliere regionale uscente del Pd e candidato alle regionali, ha replicato all'Ansa: "Dopo otto anni dall'avvio del procedimento e dopo la fase dibattimentale, la vicenda si è ridimensionata e si avvia alla sua conclusione per insussistenza dei fatti contestati a me e a Ganau, in qualità rispettivamente di vicesindaco e sindaco di Sassari, così' come ha riconosciuto lo stesso pm nel corso della sua requisitoria".

Randazzo e Cherchi (Fi): Siamo candidati e candidabili

Replicano anche i consiglieri uscenti di Fi Alberto Randazzo e Oscar Cherchi, che attraverso i loro legali precisano di essere "candidati e candidabili", sulla base della legge Severino, "che prevede l'incandidabilità solo per i condannati con sentenza definitiva per alcuni reati". Così in una nota, gli avvocati Paolo Loria e Riccardo Floris: "Analogamente gli stessi, una volta eletti non decadono dalla carica così come previsto dall'art. 8 dello stesso decreto, il quale prevede la sola sospensione cautelare e temporanea dopo la sentenza di primo grado - aggiungono - Sospensione che viene automaticamente meno dopo 18 mesi qualora il processo non si fosse definitivamente concluso con condanna passata in giudicato".

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