Cinque centrodestra, due del Pd e un autonomista
Si accendono i riflettori sui nomi dei candidati risultati non conformi al Codice di Autoregolamentazione della Commissione antimafia o condannati per la legge Severino. E alcuni dei diretti interessati precisano, anche attraverso i loro legali, le rispettive posizioni.
GANAU, PM HA CHIESTO MIA ASSOLUZIONE. "Lo scorso 7 novembre, finalmente, dopo una lunghissima vicenda giudiziaria che mi ha visto coinvolto come imputato, la Procura di Sassari ha richiesto l'assoluzione per l'accusa di tentata concussione 'perché il fatto non sussiste'". Lo dice all'ANSA Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale uscente e candidato nella lista del Pd nella circoscrizione di Sassari, in merito "all'evocata impresentabilità" alle prossime consultazioni elettorali regionali di domenica 24 febbraio.
MELONI (PD), PM HA VALUTATO INSUSSISTENZA FATTI. "Dopo otto anni dall'avvio del procedimento e dopo la fase dibattimentale, la vicenda si si è dimensionata e si avvia alla sua conclusione per insussistenza dei fatti contestati a me e a Ganau, in qualità rispettivamente di vicesindaco e sindaco di Sassari". Lo dice all'ANSA il consigliere regionale uscente del Pd e candidato alle regionali di domenica 24 febbraio Valerio Meloni. "Nel corso del dibattimento, riferito a fatti del lontano 2008, è palesemente emersa la totale infondatezza di ogni accusa, così come lo stesso pubblico ministero ha correttamente riconosciuto nel corso della sua requisitoria - spiega ancora Meloni - e la richiesta di assoluzione dell'onorevole Ganau è semplicemente dovuta al fatto che il reato più grave di cui è imputato (concussione) non era ancora caduto in prescrizione. Per tutti gli altri reati minori (tra i quali l'abuso d'ufficio), il PM si è invece limitato a chiedere l'assoluzione di tutti gli imputati (compresi gli stessi Ganau e Meloni) per intervenuta prescrizione, pur riconoscendo, nel contempo, l'infondatezza della ricostruzione dei fatti che, a suo tempo, ha indotto l'Ufficio della Procura all'esercizio dell'azione penale".
LEGALI CANDIDATI FI, CANDIDATI E CANDIDABILI. "Contrariamente a quanto affermato da articoli di stampa in ordine alla impresentabilità o incandidabilità di alcuni candidati alle imminenti elezioni regionali, ovvero alla decadenza degli stessi, ove eletti, gli onorevoli Alberto Randazzo ed Oscar Cherchi sono candidati e candidabili", sulla base della legge Severino, "che prevede l'incandidabilità solo per i condannati con Sentenza definitiva per alcuni reati". Lo precisano, in una nota, gli avvocati Paolo Loria e Riccardo Floris, legali dei due esponenti di Forza Italia, Randazzo e Cherchi, consiglieri regionali uscenti e candidati alle regionali di domenica 24 febbraio in Sardegna. "Analogamente gli stessi, una volta eletti non decadono dalla carica così come previsto dall'art. 8 dello stesso decreto, il quale prevede la sola sospensione cautelare e temporanea dopo la Sentenza di Primo Grado - aggiungono - Sospensione che viene automaticamente meno dopo 18 mesi qualora il processo non si fosse definitivamente concluso con condanna passata in giudicato"
ANTIMAFIA, 8 IMPRESENTABILI. Sono otto i candidati risultati non conformi al Codice di Autoregolamentazione della Commissione antimafia o condannati per la legge Severino. Cinque impresentabili sono del centrodestra, due del Pd e uno di una lista autonomista. I nomi li ha comunicati il presidente dell'Antimafia Nicola Morra Morra, spiegando che cinque stati rinviati a giudizio e con fase dibattimentale in corsoo, mentre gli altri tre, avendo sentenza di condanna in primo grado, verrebbero, qualora eletti, sospesi dalla carica.
I NOMI - Si tratta di Gianfranco Ganau, Pd-Sardegna Zedda presidente, imputato per tentata concussione in concorso (il dibattimento è in corso); Valerio Meloni del Pd-Sardegna Zedda presidente, imputato di tentata concussione in concorso (anche qui il dibattimento è in corso); Antonello Peru di FI-Berlusconi per la Sardegna, imputato di concussione aggravata (dibattimento in corso); Giovanni Satta, Lista Solinas Presidente, imputato di tre procedimenti (per riciclaggio in concorso con altri al Tribunale di Nuoro, al tribunale di Tempio Pausania per riciclaggio, al Tribunale di Cagliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall'ingente quantitativo e dall'essere reato trans nazionale); Marco Carlo Marra, partito dei Sardi Facciamo lo stato, imputato per corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.
Oltre a questi cinque, risultati non conformi al codice di autoregolamentazione dell'Antimafia, altri tre candidati hanno riportato sentenze di condanna in primo grado per la legge Severino e ove eletti scatterebbe la sospensione. Si tratta di: Maurizio Porcelli, Solinas presidente, che risulta essere stato condannato dal Tribunale di Cagliari il 17 maggio 2018 per 4 reati di abuso d'ufficio alla pena di un anno e sei mesi di reclusione (è stato proposto appello); Alberto Randazzo, FI Berlusconi per la Sardegna, condannato dal Tribunale di Cagliari il 20 febbraio 2017 a 3 anni di reclusione per peculato continuato (proposto appello) e Oscar Salvatore Giuseppe Cherchi, FI-Berlusconi per la Sardegna, condannato dal Tribunale di Cagliari nel 2017 a 4 anni di reclusione per peculato continuato (anche in questo caso è stato proposto appello).
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