Pil in calo, Conte: recessione transitoria. Di Maio: governi precedenti hanno mentito

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Dopo i dati Istat il premier, a cui le opposizioni chiedono di riferire in Parlamento, rassicura: "Non abbiamo ragione di perdere fiducia". Il vicepremier: i passati esecutivi "non ci hanno mai portati fuori da crisi”. Tria: "Dato non intacca fiducia". Pd e Fi attaccano

"I dati Istat sul Pil testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi". Così il vicepremier Di Maio commenta la notizia della contrazione dello 0,2% dell’economia italiana nel quarto trimestre del 2018, che significa l’ingresso del Paese nella recessione tecnica. Sul dato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri aveva anticipato i dati negativi dell’Istat, sostiene di non essere “preoccupato", e a chi gli chiede se teme che ci sia un pressing dell'Ue per una manovra-bis, risponde: "No, non lo temo. È una contrazione che era nell'aria ed è collegata a fattori transitori". Il premier è sicuro che l'economia tornerà a crescere: "A noi interessa concentrarci sul rilancio della nostra economia che avverrà sicuramente nel 2019, perché inizieranno a svilupparsi tutte le nostre misure" della manovra. "Non abbiamo ragione di perdere la fiducia, anzi abbiamo tanto entusiasmo". Secondo il premier il rilancio "sarà compiuto, secondo ragionevoli previsioni nel secondo semestre del 2019".  

Tria: "Dato atteso, non intacca fiducia dei mercati finanziari"

Secondo il ministro dell'Economia Giovanni Tria il calo del Pil "è un dato atteso" e "determinato dal ciclo economico europeo" che non intacca "il recupero di fiducia dei mercati finanziari nel debito italiano". Tria si augura che l'obiettivo perseguito dall'Italia di "spingere sulla crescita venga perseguito anche dagli altri Paesi Ue colpiti dal raffreddamento economico". La risposta, aggiunge, "non può che essere quella di accelerare il programma di investimenti pubblici previsto dal governo e le altre misure previste dalla legge di bilancio". La fase di recessione tecnica - sottolinea in conclusione Tria - "riflette l'impatto sul manifatturiero italiano del forte rallentamento del commercio internazionale e della produzione industriale tedesca".

Le reazioni di imprenditori e sindacati

Sindacati e associazioni dei lavoratori si schierano invece contro l’attuale esecutivo e chiedono un cambiamento delle politiche economiche. "Bisogna reagire quanto prima, in modo da compensare" il rallentamento dell'economia globale e dell'Italia, cominciando ad aprire "immediatamente" i cantieri, su cui ci sono risorse già stanziate, compresa la Tav, ha commentato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia secondo cui “a gennaio avremo un rallentamento ancora superiore rispetto al trimestre scorso”. La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dice: "I dati sul Pil sono molto preoccupanti, con gravi rischi per l'occupazione". "I dati dell'Istat devono rappresentare l'occasione per ripensare dalle fondamenta le politiche economiche degli ultimi anni", scrive il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, chiedendo al governo di invertire rotta e far ripartire l’immobiliare.

Pd e Fi attaccano il governo

Compatta la protesta delle opposizioni, con Forza Italia e Pd che chiedono a Conte e Di Maio di riferire in Parlamento. "Il ministro Di Maio dice che i dati dell'Istat dimostrano che nei mesi scorsi l'Istituto di Statistica ha falsificato i dati. Siamo stanchi delle buffonate di Di Maio: venga qui a dirci le sue cialtronate", dichiara il dem Daniele Marattin. Renato Brunetta di Fi chiede invece che "il presidente Conte riferisca all'Aula sulle sue capacità divinatorie, visto che ieri ha anticipato dati che erano segreti fino alle 11 di oggi". “Se le opposizioni chiedono chiarimenti, sono disponibile”, replica il premier. Se per il governatore del Lazio Nicola Zingaretti “le responsabilità della brusca frenata dell'economia sono di questo esecutivo, ormai in carica da 8 mesi, che ha sbagliato la manovra, bruciato miliardi di euro, ha fatto alzare lo spread e soprattutto non fa investimenti e non crea lavoro”, per l’ex premier Matteo Renzi M5s e Lega “stanno portando il Paese a sbattere”. Per il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani “bisogna cambiare subito la politica economica. No al reddito di cittadinanza, sì a meno tasse alle imprese che assumono. È ora di staccare la spina al governo giallo-verde". Mentre secondo il governatore della Liguria Giovanni Toti “è una notizia molto preoccupante”.

Le stime di Cottarelli

Le previsioni restano cupe anche per il prossimo anno secondo le stime di Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica. Nel 2019 "l'1% non si raggiunge. Si può arrivare al massimo a +0,4% nell'anno", ipotizzando di uscire subito dalla recessione tecnica con "un +0,1% nel primo trimestre, un quarto di punto nel secondo (+0,25%)" una accelerazione nella seconda parte dell'anno a "+0,4% a trimestre". Si tratta di "una crescita dimezzata rispetto agli obiettivi, anche assumendo 4 trimestri tutti positivi", raggiungibile peraltro solo "se lo spread resta stabile".

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