Dl sicurezza, crepe nel M5s. Di Maio: "Chi è a disagio si ricordi che lo votò"

Politica
Matteo Salvini e il senatore M5s Matteo Mantero

Il senatore pentastellato Mantero attacca il provvedimento, su cui il Movimento ha visto le prime defezioni: "È incostituzionale e stupido". Intanto Salvini torna sulla polemica con i sindaci: "Per me non esiste, c'è una legge firmata da Mattarella"

Sul decreto sicurezza a tenere banco non è più solo la polemica tra i sindaci e il ministro dell'Interno Matteo Salvini: si riapre anche il fronte Movimento 5 stelle, che proprio su questo provvedimento ha visto le prime defezioni. Ad attaccare il decreto è il senatore Matteo Mantero, che lo definisce “incostituzionale e stupido”, creato “a solo scopo propagandistico”. Nei confronti di Mantero, già critico in queste settimane sul dl a firma Salvini, è stato archiviato il procedimento dei probiviri del movimento, che hanno espulso lo scorso 31 dicembre i "dissidenti" Gregorio De Falco e Saverio De Bonis: il primo aveva votato contro il decreto, il secondo non aveva partecipato al voto.

Di Maio: noi sosteniamo il decreto

Immediato l'intervento del capo politico del M5s Di Maio: "Noi sosteniamo il decreto -  dice - e se c'è qualche membro della maggioranza che si sente a disagio si deve ricordare che ne è membro e che questo dl l'ha votato". Quanto alla protesta dei sindaci, che il vicepremier definisce "una boutade", precisa: "Nessun governo dirà mai ad un sindaco di disobbedire ad una legge dello Stato. Come governo non lo diremo perché l'abbiamo sostenuta e la portiamo avanti".

Mantero: "La prossima volta ascoltiamo i nostri sindaci"

Non la pensa così il senatore del M5S Mantero che su Facebook scrive: “Auspicabilmente (il decreto) sarà smontato dalla Consulta”. E ancora: “Ecco quello che si ottiene emanando questo decreto: creare illegalità dove non c'era, ridurre l'integrazione peggiorando le condizioni di vita di italiani e stranieri, far fare bella figura ai sindaci del Pd che hanno contribuito a creare il falso problema dell'immigrazione e ora passano per i paladini dell'integrazione. Filotto insomma...". Il senatore aggiunge: “La prossima volta proviamo ad ascoltare i nostri sindaci, come quelli di Roma e Torino ad esempio, che avevano esposto in maniera chiara e non strumentale come stanno facendo Orlando & C. le problematiche che avrebbe causato questo decreto".

Salvini: "Legge firmata da Mattarella"

Per Salvini, invece, "la polemica non esiste, c'è una legge dello Stato, firmata dal presidente della Repubblica, applicata dal 99% dei sindaci”. Poi su Facebook attacca il Pd reo, secondo il ministro, di aver fatto "invadere il Paese per anni da un’immigrazione clandestina senza freni e senza controlli. Chi è contro il decreto è contro l'Italia e gli italiani". E si rivolge anche ai sindaci: “C'è qualche primo cittadino incapace che siccome non sa gestire Palermo, Napoli, Firenze e altre città, si inventa polemiche che non esistono”. E ancora: "Immigrati regolari e perbene, i profughi veri, avranno più tutele con questo decreto; i furbetti e i finti profughi, spacciatori e stupratori, tornano a casa loro. Io vado avanti, sono convinto di fare gli interessi degli italiani, degli immigrati regolari perbene e dei profughi veri". Nel dibattito interviene anche il cardinale Bagnasco: "Nessuno vuole essere sovversivo, ma l'obiezione di coscienza è un principio riconosciuto".

Questura Palermo: nessun agente della Digos in uffici anagrafe

Intanto in mattinata si era diffusa la notizia che, dopo quanto affermato dal sindaco Leoluca Orlando sulla sospensione delle procedure previste dal decreto sicurezza e le direttive impartite al capo area Maurizio Pedicone, agenti della Digos si erano presentati all'ufficio anagrafe del Comune di Palermo. La notizia era stata confermata da fonti del Municipio, ma poi è stata smentita dalla Questura di Palermo. Nessun agente della Digos "ha fatto accesso all'ufficio anagrafe del Comune in data odierna", ha fatto sapere, "per assumere informazioni sulle procedure, inerenti i richiedenti asilo, adottate da quell'ufficio".

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