Accusato di aver portato in manovra una norma pro-Croce Rossa, era da tempo sotto attacco del M5S. Il passo indietro nel giorno dell'accordo tra Roma e Ue. Tria: "Scelta non legata alla manovra"
Roberto Garofoli si è dimesso da capo di gabinetto del ministero dell’Economia. Le dimissioni sono arrivate lo stesso giorno in cui la Commissione Ue ha dato il suo via libera all'accordo con il governo italiano sulla manovra, anche se il ministro Tria ha chiarito che l'addio del dirigente non sarebbe legato alla legge di bilancio.
Come riferisce l’Adnkronos, il dirigente di Giovanni Tria era da tempo sotto attacco del Movimento 5 stelle. Al suo posto potrebbe arrivare Luigi Carbone, esperto di semplificazione amministrativa e già componente dell'autorità per l'Energia elettrica.
Garofoli, da ex magistrato a capo gabinetto del Mef
Roberto Garofoli è un ex magistrato che era arrivato al Tesoro con l'allora ministro Pier Carlo Padoan sotto i governi Pd di Renzi e poi di Gentiloni. A fine ottobre era stato accusato dai pentastellati di essere 'la manina' che aveva introdotto in manovra una norma pro-Croce Rossa.
Tria: "Mi dispiace molto"
"Mi dispiace molto, lui all'inizio mi aveva detto che probabilmente voleva cambiare. Lo avevo obbligato a rimanere fino alla legge di bilancio". Così il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha commentato le dimissioni del suo Capo di Gabinetto, Roberto Garofoli. Tria ha assicurato che non si è trattato della conseguenza delle critiche rivolte ai tecnici del ministero da esponenti di governo perché anzi eventualmente quegli attacchi "lo avrebbero blindato" e ha aggiunto che domani parlerà con Garofoli. "Ora torna al suo mestiere nella magistratura", ha concluso.