Manovra, Salvini risponde a Confindustria: “Zitti per anni, ora ci lascino lavorare”

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Ieri Boccia aveva chiesto a Conte di convincere i due vice a evitare la procedura d'infrazione o di dimettersi. Oggi il ministro dell'Interno: "No a critiche pregiudiziali, se vuole lo incontro e gli offro un caffè". La risposta: "Un caffè non basta, ce ne vogliono 12"

Continuano a punzecchiarsi Matteo Salvini e Vincenzo Boccia, dopo le critiche alla manovra arrivate ieri dal leader di Confindustria. “C'è qualcuno che è stato zitto per anni quando gli italiani, gli imprenditori e gli artigiani venivano massacrati. Ora ci lasciassero lavorare e l'Italia sarà molto migliore di come l'abbiamo trovata”, ha dichiarato in mattinata il vicepremier. E più tardi ha aggiunto: "Le porte del ministero e del governo sono sempre aperte, se Boccia vuole lo incontro anche domani e gli offro un caffè". "Un caffè non basta, questa volta ce ne vogliono dodici", è stata la risposta del presidente di Confindustria. A cui Salvini ha replicato: "La manovra ha un piano di investimenti pubblici e di sostegno alle imprese che non ha precedenti".

Salvini: "Lasciateci lavorare"

Salvini, in mattinata, ha risposto a Boccia a margine delle celebrazioni di Santa Barbara, patrona dei vigili del fuoco. “Siamo qui da sei mesi: ascolterò tutti, incontrerò tutti, ma lasciateci lavorare”, ha detto il ministro dell’Interno. Più tardi ha aggiunto: "Le porte del ministero e del governo sono sempre aperte, penso che questo sia il governo che ascolta di più e che passa dalle parole ai fatti. Dunque se Boccia vuole lo incontro anche domani e gli offro un caffè". Salvini ha sottolineato di incontrare "quotidianamente" gli imprenditori del Nord. "Li ascolto e quando hanno proposte le portiamo avanti", ha detto.

Boccia: "Un caffè non basta, ce ne vogliono dodici"

Qualche ora dopo è arrivata la risposta di Boccia. "Apprezziamo la disponibilità del ministro che ha detto che le sue porte sono sempre aperte, con due pregiudiziali: la prima che un caffè non basta, questa volta ce ne vogliono dodici, perché l'invito deve riguardare tutte le categorie che erano presenti a Torino. E la seconda, che l'invito deve essere da parte del segretario della Lega e non del ministro degli Interni, parliamo di economia e manovra economica". Boccia ha anche aggiunto: "Il ministro Salvini dice che incontra molti imprenditori, voglio solo segnalare che ieri a Torino c'erano associazioni che rappresentano tre milioni di imprese: penso che sia un campione cosiddetto statisticamente valido rispetto agli imprenditori che incontra il ministro". E ancora: "Ci sono una serie di proposte ufficiali che abbiamo fatto insieme ad altre categorie e su questo occorre una risposta più che un dialogo. Comunque se Salvini prepara 12 caffè ci andiamo".

Salvini: "Manovra ha piano di investimenti senza precedenti"

E Salvini è tornato a parlare del leader di Confindustria durante una diretta Facebook. "Le critiche di Boccia? La manovra ha un piano di investimenti pubblici e di sostegno alle imprese che non ha precedenti rispetto a tutte le altre manovre economiche", ha detto. E ha ribadito che "le porte del ministero sono aperte al presidente di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, perché si può sempre migliorare, ma no a critiche pregiudiziali sulla manovra che il Parlamento non ha ancora approvato". In mattinata, riguardo alla manovra e alla trattativa con l’Europa, Salvini aveva ribadito sul deficit: “Il 2%? È un numero su cui si esercitano giornalisti e commissari Ue, noi badiamo alla sostanza e a trovare risorse. Facciamo una manovra seria che non dipenderà dallo zero virgola ma dai contenuti”. Quanto al Tav, il leader della Lega aveva confermato “di essere per l'Italia dei sì”.

Le critiche di Boccia

Proprio durante una manifestazione Sì Tav, organizzata a Torino per sollecitare il rilancio delle infrastrutture a partire dalla Torino-Lione, erano arrivate ieri le critiche di Boccia. “Se fossi in Conte convocherei i due vicepremier e gli chiederei di togliere due miliardi per uno, visto che per evitare la procedura d'infrazione bastano 4 miliardi. Se qualcuno rifiutasse mi dimetterei e denuncerei all'opinione pubblica chi non vuole arretrare”, aveva detto il presidente di Confindustria. Aggiungendo: “Una promessa a Di Maio: se ci convoca tutti non lo contamineremo. A Salvini, che ha preso molti voti al Nord, dico di preoccuparsi dello spread”. Alle Ogr, le ex Grandi officine riparazioni di Torino, si erano dati appuntamento tremila imprenditori arrivati da tutta Italia: erano presenti dodici associazioni che complessivamente rappresentano 13 milioni di lavoratori e oltre il 65% del Pil. "Se siamo qui è perché la nostra pazienza è quasi limite. Facciamo proposte per evitare danni al Paese", aveva esortato Boccia.

Rossi: "Salvini vive in un altro Paese"

Oggi è intervenuto sulla questione anche Alessio Rossi, vicepresidente di Confindustria e presidente dei Giovani. "Salvini vive in un altro Paese. Noi parliamo, critichiamo e cerchiamo di fare il bene del nostro Paese. Non guardiamo solo agli interessi delle imprese ma di tutti. È bene che si faccia delle domande, che questo governo ascolti la voce degli imprenditori italiani senza fare battute. Oggi rappresentano delle istituzioni non un partito", ha detto.

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