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Manovra italiana bocciata da Ue, verso la procedura di infrazione: cosa succede adesso?

Politica

Giorgia Finesi

Come previsto la Commissione europea ha bocciato la manovra del Governo italiano per il 2019. Ma cosa succederà ora? I tempi e le tappe della procedura d’infrazione

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Lo scenario tanto temuto è diventato realtà. La Commissione Europea ha bocciato la manovra economica per il 2019 e per questo motivo  aprirà, nei confronti del nostro paese, una procedura d’infrazione per debito, finora mai utilizzata in Europa. Arrivati a questo punto le autorità europee potrebbero chiedere all’Italia riduzioni specifiche del debito, possibilmente entro tempi ridottissimi.

Le tappe

Svanita qualsiasi possibilità di accordo tra in nostro governo e le autorità di Bruxelles, la prima data utile potrebbe essere il 22 gennaio. Quel giorno l’Ecofin ratificherà le raccomandazioni all’Italia e la procedura sarà operativa. incassata la valutazione del Consiglio di Economia e Finanza, la Commissione potrà chiedere a Roma specifiche misure di risanamento dei conti pubblici secondo una tempistica precisa. Prima tappa: una manovra correttiva già nei primi mesi dell’anno nuovo.

Procedura per debito

A quel punto all'Italia verrebbe subito chiesta una cauzione dello 0,2% del PIL, si tratta di circa 3,5 miliardi.  Il nostro paese, poi, sarebbe obbligato a rispettare un duro percorso di rientro obbligato del debito pubblico. Tradotto in numeri, l'Europa potrebbe chiedere per il prossimo anno una manovra da 60 miliardi e così via a scalare negli anni successivi. Se il Governo, poi, non riuscisse ad adempiere pienamente ai suoi doveri, potrebbero scattare le sanzioni, tra lo 0,2 e lo 0,5% del PIL. Tra i i 3,5 e gli 8,5 miliardi. In più Bruxelles potrebbe decidere di sospendere tutti i fondi strutturali e i finanziamenti agevolati attualmente in essere.

La procedura per debito è una misura particolarmente dolorosa. Alle regole imposte dalla procedura vanno affiancate anche decisioni squisitamente politiche. Al momento Roma sembra non arretrare, ma la data cruciale rimane quella del 22 gennaio