Manovra, Di Maio: "Mercati tifano per Paese che va bene"

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Il leader del M5s dopo l'approvazione della nota di aggiornamento al Def: "Da Pd e Fi terrorismo con i media". E spiega, rivolto ai dem: "Benefici della legge di bilancio anche a chi protesta". Salvini stringe la mano a Mattarella: "Può stare tranquillo"

A tre giorni dall'approvazione della nota di aggiornamento al Def che ha fissato il deficit al 2,4% per tre anni, Luigi Di Maio assicura sulla tenuta dell’esecutivo: "In Italia c'è un governo compatto". E sulle polemiche nate proprio dalla legge di bilancio 2019, attacca: "Pd e Forza Italia non riescono a fare un'opposizione politica e quindi con i loro giornali creano terrorismo mediatico per far schizzare lo spread sperando in un altro colpo di Stato finanziario: sono degli irresponsabili nemici dell'Italia". Poi, a poche ore dalla riapertura dei mercati, il vicepremier - in diretta da Facebook - spiega: "Io credo che possiamo non opporre i bisogni dei cittadini a quelli dei mercati, che tifano per un Paese che va bene".

Di Maio: "Benefici della manovra anche a chi protesta"

Le parole di Di Maio arrivano nel giorno in cui il Pd si è riunito a Roma, per protestare contro l’esecutivo giallo-verde (FOTO). “C’è chi scende in piazza per protestare contro il reddito e le pensioni di cittadinanza, è legittimo, però tutti devono sapere che anche chi ha votato quei partiti che scendono in piazza, se ne avrà diritto, sarà destinatario del reddito o della pensione”, commenta il vicepremier proprio in riferimento alla manifestazione di Piazza del Popolo. Poi l’attacco anche al sistema delle concessioni, alcune definite “irrisorie”, a cui con la legge di bilancio “metteremo mano”, garantisce.  In giornata, inoltre, botta e risposta a distanza tra Di Maio e Matteo Renzi, con l'ex premier che su Twitter ha risposto così alle accuse del pentastellato: "Andiamo con ordine Gigino: quella dei media si chiama informazione. Il terrorismo è quello dei brigatisti e degli estremisti. La tua invece si chiama solo cialtronaggine".

"Legge di bilancio non pesa su giovani"

A chi invece critica la legge di bilancio, e sostiene che pesi sui giovani, Di Maio ha risposto: "Il reddito è un percorso dedicato a tanti ragazzi che stanno lavorando a 300-400 euro al mese in un centro commerciale, in un negozio, e noi gli vogliamo dare una nuova chance". E ha ribadito che il 2,4% non è una sfida all'Europa, allineandosi con quanto sostenuto dal ministro dell'Economia Giovanni Tria in un'intervista al Sole 24 ore. Il titolare del dicastero - al centro delle tensioni degli scorsi giorni - ha infatti spiegato che la manovra non è una provocazione a Bruxelles. Tria ha però ammesso che sul disavanzo "con i ministri di spesa la mediazione c'è stata. Partivamo da un tendenziale al 2%". 

Stretta di mano Salvini-Mattarella

Intanto, sembra ricucirsi lo strappo tra Matteo Salvini e Sergio Mattarella, dopo che il capo dello Stato aveva ricordato le parole della Costituzione per chiedere “equilibrio di bilancio e sostenibilità del debito”: il vicepremier e il presidente della Repubblica, stamattina entrambi impegnati a Ostia, si sono stretti la mano. Il leader leghista, proprio tornando su quanto detto da Mattarella a proposito della manovra, ha precisato: "Rispettiamo e rispetteremo tutto quello che prevedono tutte le carte. Ho detto che può star tranquillo, che puntiamo alla crescita, a far star meglio i nostri figli". Su un’eventuale correzione alla manovra, invece, incalza: "Noi ascoltiamo tutti, ma il Parlamento è sovrano. C'è un governo che rappresenta la maggioranza degli italiani e noi siamo convinti delle nostre scelte quindi andremo fino in fondo". 

Tria: "Manovra non è sfida a Ue"

Una risposta alle parole di Mattarella è arrivata anche dal premier Giuseppe Conte: la Carta dà i principi, ma il governo decide la linea. Il presidente del Consiglio, intervistato dal Corriere della Sera, ha anche aggiunto che da lunedì riunirà "a Palazzo Chigi la cabina di regia per avviare il piano di investimenti e il piano di ammodernamento delle infrastrutture". "Abbiamo previsto un piano per gli investimenti pubblici per un importo pari a 38 miliardi nei prossimi quindici anni e altri 15 nel prossimo triennio", ha spiegato. Poi la precisazione su Tria, che per il premier non esce “assolutamente” dimezzato dopo la manovra.

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