Il leader pentastellato: "Si farà a turno". Centinaio, ministro dell'Agricoltura per il Carroccio: "Non blocchiamo città turistiche, chieste spiegazioni". Renzi attacca il vicepremier: “Migliaia di ragazzi saranno licenziati”. Fraccaro: "Tireremo dritto"
È bagarre politica per il progetto, annunciato dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio, di approvare entro l’anno la legge che imporrà la chiusura nei festivi e nelle domeniche ai negozi e ai centri commerciali. "Ma siamo sicuri che sia una buona idea? Penso proprio di no: perché tante categorie possono fare turni festivi, e chi lavora in un negozio e in un supermarket no? È una discriminazione doppia", dice il governatore Giovanni Toti, già in polemica con Di Maio per la gestione dell’emergenza a Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Ma anche la Lega è critica, e frena: "La proposta che abbiamo è di non bloccare le aperture domenicali nelle città turistiche", dice il ministro dell'Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio. E avverte: "Ho immediatamente chiesto spiegazioni" (COME FUNZIONA IN EUROPA).
Renzi: ministro del non lavoro
Ancora più duro l'intervento del senatore del Pd Matteo Renzi, ex segretario dem, che definisce "assurda" la proposta: "Obbligare tutti alla chiusura domenicale è assurdo. Di Maio cerca visibilità per inseguire Salvini, ma la conseguenza è che migliaia di ragazzi saranno licenziati. Di Maio si conferma ministro della disoccupazione, non ministro del Lavoro". In un post Facebook, l’ex premier ha accusato Di Maio di “voler tenere l'attenzione su di lui. Sostenere che le famiglie si separino perché si lavora anche di domenica significa vivere su Marte".
Di Maio: "Il 25% dei negozi resterà aperto, a turno"
Il vicepremier, dal canto suo, tira dritto."Ci sarà sempre un posto dove andare a fare la spesa. Ci sarà un meccanismo di turnazione per cui resterà aperto il 25% dei negozi, gli altri a turno chiudono", precisa. A decidere chi sarà aperto e chi chiuso saranno, come in passato, sindaco e commercianti. Di Maio attacca poi il Partito democratico: una delle proposte di legge sulle chiusure domenicali "è del Pd e proprio quella è stata calendarizzata. Si mettano d'accordo tra di loro". Il leader del Movimento 5 stelle respinge anche l'allarme della grande distribuzioni, secondo cui sono migliaia i posti a rischio: "È il solito terrorismo, ogni volta che si vuole tutelare il lavoro, arriva la solita minaccia allo Stato: noi li licenziamo".
Fraccaro: "Tireremo dritto e approveremo la legge"
Sulla vicenda interviene anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, che assicura che “sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali la maggioranza presenterà una proposta in grado di tutelare lavoratori e Pmi, in modo da ripristinare regole certe in un settore dove vige la legge del più forte”. "Noi tireremo dritto e approveremo la legge in Parlamento al più presto per dare al Paese una normativa in grado di superare il selvaggio West delle liberalizzazioni", assicura. Inoltre, ricorda Fraccaro, “una proposta simile ha raccolto ben 150mila firme ed è nostro compito tradurre in atti concreti la volontà popolare”.
La proposta di Di Maio
Domenica 9 settembre, a margine della visita alla Fiera del Levante a Bari, Di Maio ha annunciato la sua proposta: "Entro l'anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi a centri commerciali, con delle turnazioni, e l'orario che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti", ha aggiunto il leader del Movimento 5 Stelle, sottolineando che "quella liberalizzazione sta infatti distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura". In materia ci sono due proposte di legge in Commissione attività produttive della Camera: una della Lega e una del M5s.
Le reazioni
L’annuncio di Di Maio è piaciuto ai sindacati, da sempre schierati contro la deregolamentazione. Preoccupata, al contrario, la grande distribuzione organizzata: a rischio ci sarebbero 40-50mila lavoratori, avverte l'amministratore delegato e direttore generale di Conad, Francesco Pugliese. Secondo Federdistribuzione è un provvedimento di cui "non vediamo la necessità e l'opportunità" e di cui "non si capisce la tempestività". Più cauta Confcommercio, che dice sì al dialogo per "una regolamentazione minima e sobria" delle chiusure festive: "Ridiscutere con atteggiamento non ideologico il ruolo della distribuzione è un primo passo importante e condivisibile".