In Europa 16 Stati su 28 non presentano limitazioni di orari o aperture, mentre alcuni membri fondatori dell'Ue come Germania e Francia applicano divieti rigidi per quasi tutte le attività commerciali nei giorni festivi. Altre nazioni concedono deroghe ed eccezioni
Il tema delle aperture domenicali dei negozi ritorna ciclicamente al centro del dibattito, politico e pubblico, coinvolgendo la sfera economica, religiosa e sociale della società. In Italia, dopo le proposte di legge di Lega e M5S, il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha annunciato che “entro l'anno verrà approvata la legge che impone lo stop nelle domeniche e nei festivi ai centri commerciali, con delle turnazioni e l'orario che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti". Il vicepremier si è riferito alla legge attualmente in vigore, il cosiddetto “Salva Italia”, il cui articolo 31 aveva liberalizzato l’apertura dei negozi, lasciando agli esercenti totale autonomia. Ma il tema non è solo una questione italiana. Ecco qual è la situazione nel resto d’Europa.
Unione Europea: 16 Stati senza limiti di orari
L’unico vincolo posto dall’Unione europea, contenuto nella direttiva sull’orario di lavoro (2003/88/EC), è quello di concedere al dipendente un giorno di riposo dopo sei di impiego, che però non necessariamente deve cadere in un festivo. Come riportato in un report del centro studi Bruno Leoni, in Ue la situazione è molto eterogenea, con 16 dei 28 Stati membri che non prevedono limitazioni di orario o di aperture domenicali. Molti dei fondatori dell'Ue (come Francia e Germania) sono sbilanciati verso la chiusura nei festivi e nelle domeniche, concedendo solo alcune eccezioni e deroghe, che generalmente riguardano i negozi di alimentari, panetterie, grande distribuzione, giornalai, stazioni di servizio, stazioni dei treni, aeroporti e musei. Come si legge nello studio “la panoramica europea mostra che in nessun Paese il lavoro domenicale è totalmente proibito, e anche in nazioni come Grecia, Germania e Francia, che presentano maggiori limitazioni, sono presenti eccezioni. Malta, Ungheria, Finlandia e Danimarca hanno introdotto e successivamente abolito le restrizioni sul lavoro domenicale”.
I Paesi con chiusura domenicale
Secondo il rapporto Confcommercio, invece, in molti Paesi europei vige la regola generale della chiusura domenicale e nei festivi con deroghe consentite per zone turistiche o particolari categorie commerciali. Tra i Paesi in cui è prevista la chiusura domenicale dei negozi, Austria e Cipro consentono delle eccezioni per le aree turistiche. In Belgio e a Malta, la domenica i negozi devono restare chiusi a meno che il rivenditore non scelga un giorno di chiusura alternativo e, in questo caso sono imposti dei limiti, a seconda del tipo di esercizio. Germania, Grecia e Francia prevedono la chiusura ma con eccezioni in base agli orari e agli esercizi commerciali. La Repubblica Ceca proibisce le aperture durante le maggiori festività, mentre nei Paesi Bassi le autorità locali possono autorizzare aperture domenicali e i negozi in stazioni di servizio, del treno, aeroporti ed ospedali hanno orari flessibili.
I Paesi con poche o nessuna restrizione
Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Italia - per il momento – prevedono una totale liberalizzazione degli orari, senza restrizioni per il lavoro domenicale. In Danimarca, durante le maggiori festività (come Natale e Capodanno) i negozi devono chiudere entro le ore 15.00. Il Lussemburgo prevede aperture domenicali solo tra le 06.00 e le 13.00, con un orario prolungato per panetterie, macellerie, pasticcerie, chioschi e negozi di souvenir (6.00-18.00). In Spagna, ciascuna Comunità autonoma stabilisce il numero totale di domeniche di lavoro annuali autorizzate. Attualmente, la maggioranza delle comunità autonome stabilisce 10 domeniche/feste nazionali di apertura. Infine, nel Regno Unito, si applicano alcune restrizioni di orario solamente per negozi di grandi dimensioni.