Al via l'ultimo giro di consultazioni. Salvini e Berlusconi distanti

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Alle 10 sale al Colle Luigi Di Maio. Dopo il vertice serale a Palazzo Grazioli non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale alla stampa, ma il leader della Lega avrebbe mantenuto la sua posizione contraria ad un governo del Presidente

Sergio Mattarella attende che i leader scoprano le ultime carte nel terzo giro di consultazioni convocate lunedì 7 maggio al Quirinale. Il Presidente non considera nessuna possibilità fuori tempo massimo e lascia fino all'ultimo aperta la porta alla nascita di un esecutivo frutto dell'accordo tra partiti. Ad anticipare le mosse di Mattarella, in attesa degli incontri al Quirinali, sono stati il vertice del Centrodestra a Palazzo Grazioli, le dichiarazioni del premier Paolo Gentiloni e quelle del leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.

Il Centrodestra riunito due ore a Palazzo Grazioli

In vista delle consultazioni al Quirinale il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha convocato un vertice a Palazzo Grazioli nella serata di domenica 6 maggio. Berlusconi è arrivato poco dopo le 20. Alle 20:30 sono giunti il segretario della Lega Matteo Salvini e la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni accompagnata da Ignazio La Russa. Il vertice è durato circa 2 ore. Al termine dell’incontro i leader sono andati via senza rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale. A quanto si apprende in ambienti del centrodestra, però, Salvini ha mantenuto la sua posizione contraria ad un governo del presidente spiegando al Cav che senza un governo politico che dia garanzie agli italiani sarebbe meglio andare al voto al più presto.

Consultazioni al Quirinale per la formazione nuovo governo

Il primo a entrare al Quirinale sarà Luigi Di Maio. Se lo stallo proseguisse, da martedì ogni momento sarebbe buono per Mattarella per rivolgersi agli italiani, ricordare come si è giunti all'impasse e spiegare perché sarebbe a quel punto necessario un protagonismo della prima istituzione del Paese. Un protagonismo pesante, di cui il Presidente vorrebbe fare a meno. Ma la posta in gioco, evitare elezioni anticipate, giustificherebbe l'estrema decisione, che avrebbe anche il pregio di sollevare Paolo Gentiloni dallo scomodo ruolo di premier senza fiducia ancora per chissà quanti altri mesi.

Le indiscrezioni nel caso di un "governo del Presidente"

Nel caso di governo del Presidente, M5s e Lega hanno già annunciato il loro no, e sarebbe dunque ancora una volta strettissima la strada. Per cercare di favorire un sostegno parlamentare sufficiente a partire, Mattarella sta cercando di individuare personalità a cui sarebbe difficile non votare la fiducia: autorevoli, inattaccabili, super partes e popolari. Sui nomi trapelano solo le solite indiscrezioni, da Sabino Cassese a Lucrezia Reichlin, da Carlo Cottarelli a Marta Cartabia. Se tutto andasse a rotoli, non resterebbero che le elezioni. La data dell'autunno resta la più probabile, ma avrebbe una grande controindicazione: impattare sui tempi del varo della legge di bilancio.

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