M5S, caos rimborsi. Di Maio: "Via mele marce". Buccarella autosospeso

Politica
Luigi Di Maio (Foto: ANSA)

Dopo il caso dei parlamentari Cecconi e Martelli, si teme che il "buco" possa essere più grande del previsto. Il leader Di Maio: "Chi viola le regole è fuori". LO SPECIALE

Prosegue la vicenda dei rimborsi non versati all’interno del Movimento 5 stelle, a poche settimane dal voto del 4 marzo (LO SPECIALE ELEZIONI). Potrebbe superare il milione di euro il “buco” nelle restituzioni volontarie dei parlamentari del M5S. Il Movimento si limita a dire che “mancano più soldi di quanto affermato dalla stampa”. Intanto il senatore Maurizio Buccarella si autosospende: “Ho commesso una leggerezza sui bonifici”. Le mele marce le metto fuori”, assicura Di Maio. Ma Renzi attacca: “Parla di mele marce come Craxi con Chiesa”. 

Le verifiche dei vertici M5S

I vertici grillini stanno effettuando le verifiche sulle restituzioni volontarie fatte sul conto del microcredito. Dai primi riscontri si evince che non solo i parlamentari, ma anche alcuni consiglieri ed europarlamentari, versano i rimborsi sul conto. E, dai calcoli fatti, i vertici sottolineano appunto che "mancano più soldi di quanto affermato dalla stampa". I vertici del M5s hanno chiesto in via ufficiale al ministero dell’Economia e Finanza l'accesso agli atti per avere l'elenco dei portavoce che hanno effettuato i versamenti con il totale dell'importo versato nei cinque anni da ognuno di loro. Per coloro per i quali i controlli non risulteranno congrui con quanto affermato sul sito tirendiconto.it si prospettano le stesse, severe, misure, adottate per i due parlamentari Andrea Cecconi e Carlo Martelli. I due, in corsa per un posto nel prossimo Parlamento, hanno annunciato che, se eletti, rinunceranno al posto, dopo essere finiti al centro delle polemiche per la vicenda della mancata restituzione della quota del loro stipendio e dei rimborsi non spesi, come vuole una delle regole del Movimento.

La linea dura del Movimento

La posizione del Movimento e di Luigi Di Maio è dunque netta. Linea dura contro chi trasgredisce. Ha detto il candidato grillino a Palazzo Chigi per il M5s: "Quelle persone come Cecconi e Martelli le ho già messe fuori, siamo orgogliosi di quello che è il Movimento. Non sarà qualche mela marcia ad inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi. E come sanno gli italiani, da noi le mele marce si puniscono sempre". E poi ha attaccato: "La notizia, in un Paese normale, è che M5s ha restituito 23 milioni e 100mila euro di stipendi e questo è certificato da tutti quanti e ci sono 7mila imprese in Italia che lo testimoniano perché con quei soldi sono ripartite e hanno creato 14mila posti di lavoro", ha spiegato. " Se ci saranno controlli da fare li stiamo facendo - ha concluso - ringrazio chi ha fatto queste inchieste ma questo è un Paese strano in cui restituisci 23,1 milioni e la notizia è che manca lo 0.1"

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