Casa a 7 euro, accuse a Dessì. Di Maio: Se vero, non può stare con noi

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Il candidato al Senato, nel listino proporzionale del collegio di Latina, criticato per un video in cui balla con Domenico Spada, un post del 2015 e l’affitto (pagherebbe 7 euro al mese). Il leader: “Dateci il tempo di fare accertamenti”. Di Benedetto annuncia addio

“Se dovesse essere vero quello che sta emergendo, allora non avremo nessun problema sul fatto che queste persone non possono stare nel Movimento. Dateci il tempo di fare gli accertamenti”. Così Luigi Di Maio, candidato premier del M5S alle prossime elezioni politiche, parla del caso Dessì a Roma. “Io sono il capo politico del Movimento e il mio dovere è tutelare il Movimento. Grazie ai giornalisti che hanno fatto gli approfondimenti. Abbiamo avviato tutti gli accertamenti”, ha spiegato Di Maio. Dessì ha affidato la sua difesa a una diretta Facebook e ha attaccato: "È stato tirato tutto fuori ad arte per colpire il partito che rappresento". Nel Movimento, intanto, scoppia anche la grana Di Benedetto: la deputata ha annunciato via social il suo addio ai 5 Stelle.

Il caso Dessì

Emanuele Dessì, 53 anni, da tempo attivista grillino, è candidato del Movimento 5 Stelle al Senato, in seconda posizione nel listino proporzionale del collegio di Latina. Da qualche giorno è al centro delle polemiche per tre motivi: un video, un post su Facebook e l’affitto. Nel filmato, Dessì balla in palestra con il pugile Domenico Spada, poi condannato per usura. “Facevo il pugile e insegnavo pugilato. E ovviamente frequentavo le palestre”, si è difeso Dessì. Nel messaggio sul social network, datato 2015, il candidato racconta di aver “menato ragazzi romeni” che lo insultavano. Quando era già al centro del fuoco incrociato delle altre forze politiche, che ne chiedono il ritiro dalla corsa elettorale, è arrivato l’ultimo colpo: Dessì vive a Frascati in una casa dell’Ater per cui pagherebbe un affitto di poco più di 7 euro al mese.

La difesa del candidato M5S

Il candidato del M5S ha risposto agli attacchi con una diretta Facebook. "Durante la primavera del 2014 misi un video su una palestra in cui c'era il campione Domenico Spada. Io non frequentavo nessun clan Spada, frequentavo il pugile campione del mondo che si chiama Domenico Spada. Mi interessava il suo talento", ha detto Dessì. Sul post riguardo ai ragazzi romeni, ha aggiunto: "Ho sbagliato a condividere uno sfogo. Non sono un razzista". E ha spiegato: "Non volevo menare quella persona, è capitato. Mi scuso di quel gesto. Camminavo con mia moglie all'epoca e uno di loro mi chiese una sigaretta. Io non fumo e gli risposi di non averla, lui mi sputò sui piedi e offese mia moglie. Forte dell'esperienza pugilistica ho colpito quell'uomo, dovevo difendere mia moglie e i miei figli". Dessì ha poi accusato: "Il video in cui litigavo con dei ragazzi romeni era pubblico da anni. Queste cose sono uscite dopo la presentazione della lista del M5S, non è un caso. È stato tirato tutto fuori ad arte per colpire il partito che rappresento".

Comune Frascati: "Assegnazione casa regolare"

Attraverso Facebook, Dessì ha risposto anche alle accuse sulla casa. "Ho chiesto di pagare una cifra più congrua, più alta. Ho provato a pagare fino a 200 euro al mese, ma la legge non me lo ha permesso e mi è stato detto di no", ha detto il candidato M5S. "La storia di questa casa - ha aggiunto - nasce nel 1943, quando col bombardamento a Frascati la mia famiglia perse tutto. Mia nonna rimase lì fino al 1987, dove morì. Dopo una vertenza la casa venne data a me, mia madre e mio cugino nel 1999. Io non ho rubato nulla". Sulla casa dell'Ater è intervenuto anche il Comune di Frascati. "Dalle verifiche svolte risulta che il signor Emanuele Dessì è in possesso di regolare assegnazione fin dal 1989 e non risulta moroso", precisa una nota. "Per completezza di informazioni - si legge ancora -, lo stesso Dessì si era reso disponibile ad aumentare il valore del canone mensile corrisposto, ma ciò non è stato possibile perché il canone è correlato al reddito dichiarato".

Chiara Di Benedetto lascia il M5S

Oltre al caso Dessì, il Movimento deve fare i conti anche con la decisione di Chiara Di Benedetto. La deputata, ricandidata alle Politiche al quarto posto alla Camera nel collegio uninominale Bagheria, Marsala, Trapani e Monreale, ha annunciato il suo addio ai 5 Stelle. "Non posso riconoscermi in ciò che viene spacciato per MoVimento, ma che si pone come la sua più volgare negazione. Mi ritrovo candidata con un simbolo che parla da sé. Mi ritrovo un leader, una struttura di partito e accanto a me, in lista, riciclati di altri partiti o candidati con precedenti esperienze politiche di cui il M5S sembra vantarsi", ha scritto su Facebook. Parlamentare nazionale dell'ala "ortodossa" del Movimento, palermitana, Di Benedetto ha aggiunto che "il MoVimento si fondava su un concetto bellissimo, quello di Rete. Non di base, ma di rete, orizzontale e uguale, nella quale ognuno doveva avere gli stessi diritti dell'altro e gli stessi doveri, uno vale uno e nessuno sarebbe mai rimasto indietro. Il MoVimento rifiutava i leader, perché ne riconosceva la pericolosità, rifiutava la casta, i privilegi dei pochi a discapito di tutti gli altri cittadini, rifiutava i cambi bandiera, gli Scilipoti, i riciclati della politica". Oggi, continua Chiara Di Benedetto, "mi trovo all'interno di una forza politica che avrebbe dovuto cambiare il sistema e, invece, ci si è adagiata sopra, si è conformata a questo".

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