Referendum Lombardia, appello di Maroni: "Cittadini accettino sfida"
PoliticaIl governatore dal suo seggio a Lozza: "Mi aspetto che vinca il Sì". Qualche problema con il voto elettronico, usato per la prima volta in Italia. Alle urne anche Salvini e Gori
Il voto elettronico
In Lombardia, a differenza del Veneto, è stato utilizzato il sistema del voto elettronico, su tablet. È la prima volta che si sceglie quest’opzione, in Italia. La Regione ha acquistato oltre 24mila dispositivi e li ha poi distribuiti nei vari seggi. Alla vigilia della consultazione erano state diverse le polemiche su questa scelta: dalle critiche per i circa 23 milioni di euro spesi, fino alla messa in dubbio del corretto funzionamento dei tablet. E in effetti qualche piccolo problema con le macchine per votare c’è stato, ad esempio nel seggio di Milano dove ha votato il segretario della Lega Nord Matteo Salvini un tablet era guasto ed è stato sostituito.
Come si vota e per cosa
Sono 7,9 milioni gli elettori lombardi chiamati a esprimere un parere nell'ambito del referendum. Nello specifico, devono dire se vogliono, oppure no, che la loro Regione si veda attribuite "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" (come recita l’articolo 116 della Costituzione) in alcune materie indicate nel successivo articolo 117 (cosa cambia in Lombardia - cosa cambia in Veneto). A differenza del Veneto, per il caso lombardo non è previsto il quorum, cioè un numero minimo di votanti affinché la consultazione sia ritenuta valida. Importante, però, sarà il dato dell’affluenza che, se alta, potrebbe aprire maggiori possibilità alla Lega in un'eventuale trattativa con Roma.
Gli schieramenti
Promotrice del referendum è stata la Lega Nord che si schiera compatta per il "sì". Con lei, anche il Movimento 5 Stelle e Forza Italia. In Lombardia il Pd è spaccato: la linea generale è quella per cui si ritiene che il referendum sia inutile, ma ci sono pareri discordanti. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala (a Parigi per un meeting nel giorno del voto), e quello di Bergamo, Giorgio Gori, sono infatti favorevoli all’autonomia. L’ex primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, è invece contrario. Mentre Mdp ha invitato all’astensione.