Referendum Lombardia, affluenza sotto il 40%

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Spoglio a rilento e polemiche. Al voto il 37,07% degli aventi diritti anche se la stima del dato finale oscilla tra il 38 e il 39%. Nella provincia di Bergamo la percentuale più alta di votanti, Milano quella col dato più basso. COSA SUCCEDE DOPO LA CONSULTAZIONE

Urne chiuse in Lombardia e Veneto dove si è votato per il referendum consultivo sull'autonomia (I RISULTATI). Chiamati al voto 7,9 milioni di lombardi. L'affluenza è al 37,07% anche se la stima del dato finale oscilla tra il 38 e il 39%, per circa 3 milioni di votanti. Il Sì raccoglie il 95,3%, il No il 3,9% e le schede bianche sono lo 0,8%. Dalla Regione si spiega che "si sono registrate alcune criticità tecniche nella fase di riversamento dei dati" dei tablet e i dati definitivi saranno diffusi nel corso della giornata di lunedì. Maroni intorno a mezzanotte aveva parlato di proiezioni che "indicano un'affluenza oltre il 40%". Sulla lentezza nella diffusione dei dati, ci sono comunque diverse polemiche.

Nella consultazione si chiedeva agli elettori se desiderassero che la propria Regione intraprendesse le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.

L’esito del referendum non sarà vincolante ma potrà avere un notevole peso politico.

L'affluenza alle 19

Ecco le percentuali di affluenza alle ore 19, provincia per provincia, dal sito della Regione Lombardia. Si è votato maggiormente a Bergamo e provincia (39,75%), mentre la città metropolitana di Milano è ultima col 25,78 %. Dopo Bergamo, seguono Lecco 37,50%, Brescia 36,93%, Como 34,69%, Sondrio 34,41%, Cremona 33,35%, Varese 33,03%, Monza Brianza 32,73%, Lodi 32,53%, Mantova 29,64% e Pavia 27,71%. In alcuni Comuni della Bergamasca, ha affermato l'assessore Fava, si è "superato il 50%" degli aventi diritto al voto, mentre a Milano il dato è "in controtendenza". Nella città di Milano alle 19 hanno votato in 222.118 (il 21,93%).

Maroni soddisfatto. Sicurezza voto elettronico 

"Ora ho un impegno importante, dare attuazione al mandato storico che i milioni di lombardi mi hanno dato per avere l'autonomia vera. Andare a Roma a chiedere più competenze e risorse per la Lombardia, nell'ambito della unità nazionale", ha detto il governatore Maroni. Maroni ha poi aggiunto che "abbiamo avuto delle criticità dovute alla novità" del voto elettronico, "ma la grande soddisfazione è che sono state tutte risolte e che il sistema ha funzionato in piena sicurezza, i paventati attacchi hacker non si sono visti". Su questo, e sulla lentezza nella diffusione dei dati di affluenza, ci sono state però molte polemiche.

La lentezza nella diffusione dei dati

"Per conoscere quante persone erano andate a votare alle 12 nella Regione di Roberto Maroni si è dovuto aspettare fino alle 17, mentre il dato del Veneto (quasi il doppio della Lombardia, il 21,1%) è arrivato alle 12,30. E il dato sull' affluenza alle 19 sul 90 per cento delle sezioni (il 30,5%) è stato annunciato alle 19.45 dall'assessore lombardo Fava". Così sono arrivate le critiche di Alessandro Alfieri, segretario regionale Pd: "In Veneto un quarto d'ora dopo le 19 si conosceva l'affluenza. In Lombardia il dato delle 12 è stato comunicato alle 17 e il sito Regione Lombardia con i risultati ufficiali non è più raggiungibile. È una situazione indecente e non ci si può nascondere solo dietro la scusa della novità del voto elettronico. Gli elettori lombardi non possono essere presi in giro così per un referendum costato il triplo di quello veneto".

La Regione Lombardia: nessun intoppo nell’esperimento tablet

In realtà, sostengono al Pirellone, il voto elettronico non ha nulla a che fare con la rilevazione dell'affluenza, che viene comunicata come nelle altre votazioni, e nel corso della giornata l'esperimento dei tablet ha funzionato senza grossi intoppi. C'è stato qualche ritardo in alcuni Comuni, come ad esempio Lodi, ma "nessun problema tecnico" ha assicurato l'assessore lombardo all'Agricoltura Gianni Fava quando le urne erano ancora aperte. Un piccolo inconveniente si è registrato nella sezione elettorale in cui ha votato il leader della Lega Nord Matteo Salvini, nella scuola media De Marchi-Gulli di Milano, dove una delle tre voting machine è risultata non funzionante all'avvio delle operazioni di voto e per questo è stata sostituita.

"La macchina messa in moto dalla struttura regionale ha funzionato. Sono stato tutto il giorno in contatto con i nostri rappresentanti di lista di Milano e della provincia di Milano. Non c'è stata alcuna segnalazione di disguido o di difficoltà nell'esercizio del voto, tutto ha funzionato bene, al di là dell'apprensione di qualche sindaco manifestata ieri e infondata. Apprezziamo che gli amministratori ci sollecitino a far andare tutto per il meglio, e tutto si è svolto in maniera puntuale".

"La macchina messa in moto dalla struttura regionale ha funzionato", sostiene l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio. "Non c'è stata alcuna segnalazione di disguido o di difficoltà nell'esercizio del voto, tutto ha funzionato bene, al di là dell'apprensione di qualche sindaco manifestata ieri e infondata. Apprezziamo che gli amministratori ci sollecitino a far andare tutto per il meglio, e tutto si è svolto in maniera puntuale".

Cosa può succedere dopo il referendum

Con la vittoria del Sì, la Regione potrà intraprendere iniziative istituzionali per richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. L'esito del referendum non è vincolante, ma ha un notevole peso politico. In Lombardia, a differenza del Veneto, non era previsto il quorum, anche se l'affluenza è un indicatore politico particolarmente atteso. Il governatore Roberto Maroni, tra i principali promotori del referendum, punta a intavolare una trattativa con il Governo per ottenere più competenze possibili tra le 26 che la Costituzione indica come “trasferibili”. 

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