Rosatellum, passano le prime due fiducie. M5S e Mdp in piazza

Politica
Il Rosatellum bis arriva alla Camera: Di Battista e Di Maio, Bersani, Rosato e Finocchiaro

Alla Camera 307 sì, 90 no e 9 astenuti alla prima votazione e 308 sì, 81 no e 8 astenuti alla seconda. Di Battista: "Democrazia in pericolo, solo Mussolini osò tanto". Bersani: "Con questi numeri Berlusconi si dimise

Da Montecitorio arrivano i primi due sì sulla legge elettorale. L'articolo uno del Rosatellum bis, sul quale il governo ha posto la fiducia, è passato con 307 sì, 90 contrari e nove astenuti. Sul secondo articolo della legge elettorale i voti a favore sono stati 308, 81 i contrari, otto gli astenuti. Giovedì, a partire dalle 9, si terranno le dichiarazioni di voto sulla terza ed ultima fiducia, quella posta sull'articolo 3 del testo. La votazione avrà inizio alle 11. A seguire, l'Assemblea di Montecitorio esaminerà i restanti due articoli del provvedimento, per poi passare agli ordini del giorno, alle dichiarazioni di voto finali e al voto che, in base al regolamento di Montecitorio, è “secretabile”.

Le proteste

M5s, Sinistra italiana e Mdp hanno manifestato contro la decisione di porre la fiducia in piazza Montecitorio e al Pantheon. Alessandro Di Battista ha parlato di “democrazia a rischio”, invitando il presidente della Repubblica Mattarella a non firmare la legge. Molto polemico con il governo, per la scelta di ricorrere al voto di fiducia, anche Giuliano Pisapia che l’ha definita “un grave strappo istituzionale”.

Matteo Renzi, invece, ha ricordato che la fiducia sulla legge elettorale fu posta da De Gasperi nel 1953: "Si è parlato di fascistellum - ha attaccato - abbiamo una torsione verso l'assurdo di commenti che ci definiscono come fotocopia del fascismo. Ci rendiamo conto della gravità di questa violenza verbale? Il Rosatellun prevede collegi in misura inferiore al Mattarellum ma dove sia l'elemento fascista dei collegi sfugge".

Di Battista: democrazia è a rischio

"La democrazia oggi è in pericolo, è a rischio. Il Parlamento viene composto dai rappresentanti del popolo. Con questa legge sarà composto da rappresentanti dei partiti”, ha detto Alessandro Di Battista (M5s). "La fiducia è un atto eversivo. Solo Mussolini aveva fatto cose simili”. Il deputato pentastellato ha detto che "la fiducia dimostra che è il Pd che ha ancora paura dei propri franchi tiratori” e ha chiesto al presidente Mattarella di pensarci “cento volte prima di firmare questa legge".

Grillo a cittadini: impedite ritorno melma

Anche Beppe Grillo, in un lungo post sul suo blog, si è espresso sul tema chiamando i cittadini a contestare il Rosatellum bis. "Se lasciate che vengano di nuovo cambiate le regole elettorali per far sì che la melma del paese torni in alto, ancora una volta saranno i vostri figli a farne le spese”. Il leader del M5s ha poi aggiunto che “i cittadini avranno la loro parte di responsabilità se nascerà l'ennesima legge elettorale porcata. Perché la verità è ancora più torbida, non lasciare nulla a chi ci seguirà, ai nostri discendenti, è una cosa che non ha nessuna scusante".

M5S a Montecitorio Si al Pantheon

Il M5s si è ritrovato davanti a Montecitorio per protestare contro il Rosatellum e la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale. In piazza sono arrivate diverse centinaia di persone. Manifestano anche Mdp e Sinistra italiana, che si sono dati appuntamento al Pantheon. Tutti "in piazza per la democrazia e contro il Parlamento dei nominati”, ha dichiarato il coordinatore nazionale di Mdp, Roberto Speranza. "Gentiloni aveva detto che non sarebbe intervenuto. Ha perso credibilita'" ha detto ha detto Pier Luigi Bersani arrivando alla manifestazione.

Napolitano: fiducia limita pesantemente i parlamentari

L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto nel dibattito dicendo che la fiducia alla legge elettorale costringe “pesantemente qualsiasi deputato o senatore”. L’ex capo dello Stato ha annunciato che interverrà al Senato.

Pisapia: grave strappo istituzionale

Giuliano Pisapia ha bocciato la fiducia sulla legge elettorale, definendola "un grave strappo istituzionale”. In un’intervista ha anche ammonito Matteo Renzi, osservando che non si "può aprire a sinistra e poi fare il Rosatellum con Alfano e Berlusconi". Poi ha lanciato un segnale a Mdp, rilevando come al suo interno ci siano due visioni, una di chi punta alla "testimonianza" e una che vuole, come lui, un nuovo centrosinistra, facendo capire che il sostenitore di questa linea condivisa è Pierluigi Bersani.

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