Tetto al deficit, Renzi: "Con Ue film già visto, vinceremo partita"

Politica
Foto d'archivio (LaPresse)

L'ex premier torna sulla sua proposta di tenere il deficit al 2,9% nei prossimi cinque anni contestata dai vertici europei. E ricorda: "Tre anni fa, la flessibilità ce la siamo presa". Padoan: governo farà una legge di bilancio "in coerenza con quello che è stato fatto"

Dopo la proposta di Matteo Renzi di tenere il deficit al 2,9% nei prossimi cinque anni, continua la polemica a distanza tra l’ex premier e Bruxelles. Lo scontro con l'Ue, per Renzi, "è un film già visto". "Tre anni fa, quando abbiamo fatto la battaglia per la flessibilità - ha detto il segretario del Pd - l’Europa all’inizio diceva 'non esiste'. E invece nel giro dei sei mesi, combattendo una battaglia durissima, la flessibilità ce la siamo presa, 20 miliardi". "La proposta di tornare a Maastricht chiunque governerà sarà ripresa", ha poi ribadito ai microfoni di Radio Kiss Kiss, "perché è talmente forte e articolata che segnerà il dibattito e la partita la vinceremo". Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell'Economia Padoan: il governo "attualmente in carica" farà una legge di bilancio "in coerenza con quello che è stato fatto".

Renzi: "Idea per chiunque sarà a Palazzo Chigi"

La proposta dell’ex premier, contenuta nel suo libro, non era piaciuta ai vertici Ue. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem aveva commentato così l’idea: "Stare al 2,9% sarebbe fuori dalle regole di bilancio, non è una decisione che un Paese può prendere da solo, in questa unione monetaria ci si sta insieme". Ma all’indomani del botta e risposta con l’Unione, Renzi torna a dire che la sua proposta "sarà presa in considerazione" da "chiunque sarà presidente del Consiglio". "È importante che altri partiti e le altre forze politiche italiane capiscano che non è solo la proposta del Pd e di Renzi ma serve agli italiani: se potessimo con la riduzione del debito avere un margine di 30 miliardi, potremmo allargare la platea degli 80 euro, o introdurre l’assegno universale per i figli", ha spiegato il segretario Pd.

Padoan: legge di bilancio coerente

Al termine dell'Ecofin, rispondendo a chi gli chiedeva se le proposte di Renzi influenzeranno la prossima legge di stabilità, il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan ha risposto: il governo "attualmente in carica" farà una legge di bilancio "in coerenza con quello che è stato fatto, per la semplice ragione che a mio avviso quello che è stato fatto va nella direzione giusta in termini di più crescita e meno debito". A chi gli chiedeva se, da ex capo economista dell'Ocse, le proposte di Renzi sul 2,9% abbiano senso, Padoan ha risposto, scherzando, che "da ex capo economista, e forse, chissà, da futuro economista, esercizi di questo tipo si fanno". Ma poi "da attuale ministro dell'economia dico che sono pienamente d'accordo che il debito si abbatte con crescita e che quindi lo spazio fiscale deve essere utilizzato avendo in mente quest'obiettivo". Dalla risposta di Bruxelles, ha detto ancora Padoan, "mi attendo una coerenza con quanto la Commissione Ue recentemente ha scritto sulla necessità di tener conto sia della manovra di consolidamento sia della necessità di sostenere la crescita". Il ministro ha sottolineato di aspettarsi anche che "la nostra proposta, che è quella di fare un aggiustamento strutturale di 0,3%, sia coerente con il quadro dell'Europa e che quindi non ci sia contrasto nemmeno sul numero".

Replica sui migranti: "Italia non può accogliere tutti"

Tornando a Renzi, rispondendo a Bruxelles sui temi di stretta attualità, aveva ricordato che l’Ue "non è in grado di mantenere gli impegni per la relocation" e che dovrebbe "far rispettare agli Stati membri i propri impegni" sui migranti. E proprio sulla questione è tornato il giorno seguente all’attrito con l’Europa: "Aiutiamoli davvero a casa loro è una frase di buonsenso: Salvini lo dice ma non lo fa. Il 99% degli italiani dice una cosa semplice: dobbiamo salvare tutte le vite umane e integrare chi viene da noi, non a caso sono a favore dello ius soli, tuttavia non possiamo pensare che vengano tutti da noi. C’è un numero chiuso oltre il quale non si può andare perché l’Italia non può essere il Paese che accoglie tutti".

Renzi: "Quando ho perso volevo andarmene"

Renzi ha commentato anche le sue scelte politiche: "Quando ho perso volevo andarmene, mi sono dimesso da tutto, da presidente del Consiglio e segretario del Pd", ha ricordato. "Ma quando hai un milione di persone che dicono: ripartiamo insieme, non ti puoi dimettere da cittadino... allora sono tornato sui miei passi", ha ammesso ricordando quanto accaduto negli ultimi mesi, compreso il fatto di avere "il grande orgoglio di dire che mi sono dimesso da tutto e siamo talmente pochi che in Italia potremmo fare un club".

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