Lupi, da M5S e Sel mozione sfiducia. Delrio: valutiamo fatti

Politica

I due partiti chiedono le dimissioni del ministro delle Infrastrutture, in seguito alla comparsa del suo nome nell'inchiesta sugli appalti di Expo e Tav. Il sottosegretario: "Decisione spetta al singolo". Contatti con Renzi. La Lega contro Alfano

Aumenta la pressione sul ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi dopo che, pur non essendo indagato, dagli atti dell'inchiesta della procura di Firenze sugli appalti di Expo e Tav, emergerebbe la sua vicinanza ad alcuni degli indagati.

M5S e Sel contro Lupi. La Lega attacca Alfano - Il Movimento 5 stelle e Sel hanno presentato alla Camera congiuntamente una mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Infrastrutture mentre la Lega chiede le dimissioni del ministro dell’Interno Alfano, in quanto leader di Ncd. "Non facciamo favori a Renzi e ad Alfano, andando a colpire solo Lupi. Prima vogliamo ascoltare il ministro e poi decideremo. Intanto presenteremo una mozione di sfiducia nei confronti del leader di Ncd Angelino Alfano" spiega il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Fedriga.

Orfini (Pd): "Aspetti da chiarire" - Dal Pd, il presidente Matteo Orfini commenta così la vicenda: "E' evidente che Lupi debba chiarire alcuni aspetti, sono certo che sarà disponibile a farlo, soprattutto nel rapporto con il premier. Ci sono cose che destano inquietudine e preoccupazione. C'è assolutamente la necessità che si chiariscano alcuni aspetti, poi si faranno le valutazioni".

Delrio: "Decisione spetta al singolo" - Prudenza dalle fila del governo con il Graziano Delrio che ricorda: "Lupi non è indagato, i fatti non sono tutti a nostra conoscenza. E' chiaro che ci sono valutazioni politiche che si faranno ma ci vuole un po' più di contezza delle carte. Poi c'è una decisione che spetta al singolo e credo che sia in corso una valutazione da parte del ministro".

Lupi mercoledì riferisce in Parlamento - Lupi,  in un'intervista a Repubblica respinge le richieste di dimissioni, ha avuto diversi contatti telefonici col premier Renzi e nella giornata di mercoledì 18 marzo riferirà in Parlamento sull’inchiesta, che vede complessivamente quattro persone arrestate e altre 47 indagate. Da quello che filtra la sua posizione resta la stessa e non pensa di dimettersi. Esclude, ai microfoni di Sky TG24, che le dimissioni siano all'orizzone anche Roberto Formigoni.

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