Lega, tensione in Veneto. Maroni: "Tosi non sfidi Zaia"

Politica

Il governatore della Lombardia prende posizione nello scontro tra il sindaco di Verona, pronto a una candidatura autonoma alle regionali, e Matteo Salvini, che appoggia l'attuale presidente del Veneto

Roberto Maroni prende posizione nello scontro che vede dividersi nella Lega Veneta il governatore della regione Luca Zaia da un lato e il segretario regionale e sindaco di Verona Flavio Tosi dall'altro. "Io ho interesse che la Lega torni a governare in Veneto e l'unico candidato per la Lega è Zaia" afferma il governatore Lombardo, secondo cui "tutto serve salvo che Tosi si metta a fare il candidato contro Zaia". "Stimo Tosi e gli sono amico ma non può mettersi contro Zaia" perché questo sarebbe un "errore gravissimo per lui e per la Lega" ha ribadito Maroni. "Faccio appello all'amico Tosi - ha continuato Maroni - che stimo, affinché trovi una soluzione". Inoltre, ha concluso il presidente della regione Lombardia, "sarebbe anche utile fare meno interviste".

Lo scontro tra Tosi e Salvini - Quello sulla candidatura alle regionali è solo l'ultimo capitolo di una frattura che si è creata tra Flavio Tosi e Matteo Salvini e che potrebbe portare a una candidatura del sindaco di Verona contro l'attuale governatore del Veneto Luca Zaia, appoggiato invece dal segretario federale. Ipotesi sulla quale Tosi sta aspettando di verificare i margini per una ricomposizione della frattura. Il sindaco di Verona è infatti da diversi tempo critico rispetto alla svolta impressa dal segretario federale al movimento politico. In un'intervista di pochi giorni fa il sindaco di Verona aveva ribadito di  non condividere i veti su Ncd, la deriva lepenista, l'uscita dall'euro. "Non si può ricostruire il centrodestra, spiegava, "mettendo veti a tutti. Per vincere è necessario raccogliere consensi al centro e a destra. Se a Renzi contrapponiamo solo un programma di destra e si pensa di andare avanti in splendida solitudine, vincerà Renzi per i prossimi 20 anni".

La questione della manifestazione a Roma
- Tra i motivi del dissidio anche la partecipazione di Tosi alla manifestazione della Lega il 28 febbraio a Roma. "Voglio prima capire - qual è l'impostazione di questa manifestazione" si è giustificato Tosi. Una presa di posizione che gli ha attirato le ire di Salvini, secondo cui "non è bello che un dirigente pagato dica che non sa se verrà". Pronta la replica del segretario della Liga veneta: "Non credo si riferisca a me - sostiene - perché io non sono pagato dalla Lega. Il mio unico stipendio è quello di sindaco". "Per quanto riguarda la manifestazione di sabato - conclude - ho anche impegni istituzionali nella mia città e devo vedere la compatibilità".

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