Articolo 18, Cgil: "Basta insulti a sindacato, discutiamone"

Politica

Dopo lo scontro tra Camusso e Renzi, che aveva accusato le parti sociali di difendere le ideologie e non i lavoratori, il sindacato su Twitter lancia l’hashtag #fattinonideologia. “No a licenziamenti senza ragione”. Boldrini: “Spero in più tutela”

"Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione #fattinonideologia". Così la Cgil, via Twitter, torna sulla riforma del Lavoro, approvato in commissione al Senato e che approderà in Aula martedì, e in particolare sulla discussione riguardante l'articolo 18 all’indomani del duro scontro tra il segretario del sindacato Susanna Camusso e il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Il premier ha un po’ troppo in mente il modello Thatcher” aveva detto Camusso. La replica: “I sindacati in questi anni hanno difeso le ideologie, non i lavoratori”.



Su Twitter i "sei paletti" della Cgil - Coniando un nuovo hashtag, #fattinonideologia, la Cgil indica sei punti per la riforma del lavoro, o meglio sei 'paletti'. Il primo, appunto, recita: "Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione". Il secondo guarda invece alle spaccature all'interno del mondo del lavoro: "Mandare tutti in serie 'B' non è estendere i diritti e le tutele". Segue il terzo: "Malattia e maternità: estendiamo a tutti i diritti e le tutele". Con il quarto invece il sindacato della Camusso chiude alla possibilità di 'declassamenti' di qualifica: "Stesso lavoro, stessa retribuzione. No al demansionamento". E ancora, con il quinto, la Cgil chiarisce la sua posizione sul contratto a tutele crescenti, a cui dice "sì" ma a patto che "si cancellino i tanti contratti che producono precarietà". Da ultimo, "RiformaLavoro/6", ricorda: "La regola più semplice: garantire la dignità di chi lavora".
Il sindacato di Corso d'Italia chiude la raffica di tweet con un interrogativo: "Da sempre ci battiamo per estendere diritti e tutele. Renzi vuole fare lo stesso?". E rivolgendosi al premier aggiunge:

Polemiche sul Jobs act. Boldrini: "Più tutele" - Il premier Renzi, oltre che con i sindacati, deve fare i conti anche con il fuoco amico, anche se il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia crede "che non ci saranno fratture, quando discuteremo in Direzione del disegno di legge che dà diritti a chi non ne ha". Bersani annuncia battaglia in nome dei diritti del lavoro. Sull’articolo 18 interviene anche la presidente della Camera Laura Boldrini, che non vuole dare "pagelle" ma si augura che da questo scontro anche aspro si arrivi ad una tutela effettiva dei lavoratori".
Duro il vicepresidente della Camera dei M5S Luigi Di Maio: "Così non crei posti di lavoro, togli solo dei diritti ai figli di quelli che ne avevano di più e si crea una sorta di guerra tra generazioni". Di tutt'altro parere la capogruppo Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo: "Non abbiamo fatto altro che ripetere che era necessario riformare lo Statuto, Renzi è venuto sulla nostra linea per cui bene così" (VIDEO). Per Roberto Maroni "l'articolo 18 è solo una bandierina ideologica" (VIDEO).

Renzi: "Vecchia guardia vuole scontro ideologico" - Ma Renzi non sta a guardare e in una lettera agli iscritti torna a dire: "Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna", "anche nel Pd c'è chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici".

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