Riforme, M5S apre al Pd dopo le scintille tra Grillo e Renzi

Politica

Attacchi tra i leader dopo il mancato vertice. Il capo del Movimento: “Dittatura di sbruffoni”. Il premier: “Chiacchiere”. Poi, dopo l’invito del Pd, i grillini postano un documento con 10 sì ma con qualche riserva. Napolitano ai partiti: "Basta rinvii"

Gelo e insulti, poi il cambio di strategia da parte del M5S e la pubblicazione delle dieci risposte scritte volute dal Pd. È una giornata convulsa, quasi schizofrenica, nell'affannosa ricerca del dialogo tra Matteo Renzi e Beppe Grillo su legge elettorale e riforme. Una giornata infiammatasi con l'annullamento dell'incontro, deciso dal Pd, delle due delegazioni e proseguita con un nuovo, durissimo scontro tra il leader dei 5 Stelle e il premier. "Dittatura di sbruffoni", attacca Grillo, che torna a spolverare l'epiteto di "ebetino" nei confronti del presidente del Consiglio e che per questo riceve la ferma replica dello stesso Renzi su Twitter. Poi, più tardi, il Movimento fa dietrofront, prima precisando che il tavolo con il Pd resta aperto, poi pubblicando sul blog le risposte richieste dal Nazareno e date dal vicesegretario dem, Lorenzo Guerini, come conditio sine qua non per un nuovo incontro. In questo quadro interviene anche Giorgio Napolitano: il capo dello Stato auspica "una conclusione costruttiva, evitando ulteriori spostamenti in avanti dei tempi di un confronto che non può scivolare, come troppe volte accaduto, nell'inconcludenza" su riforme "più che mai mature e vitali".

"Non possiamo essere trattati come paria" - Il primo attacco del leader del M5S arriva sul suo blog nel primo pomeriggio di lunedì. "Un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile", scrive, visto che "il Pd preferisce gli incontri al chiuso di cui nessun cittadino sa nulla con un pregiudicato con il quale si appresta a fare la 'riforma' della Giustizia".  "Il M5S - continua il leader pentastellato - rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa, da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia. Nessuno potrà più imputarci di non aver cercato il dialogo".



La replica di Renzi - Grillo attacca quindi Renzi, definendolo in una dichiarazione audio "ebetino". E a stretto gira di tweet riceve la ferma replica del premier su Twitter:


Il premier quindi poco dopo rilancia, chiedendo ai 5 stelle un documento scritto:

Grillo: "Porte dialogo restano aperte" - Pronta la controreplica del leader M5S: "Abbiamo il dovere - scrive in un altro post - come seconda forza politica di migliorare la legge elettorale e ci proveremo fino in fondo", aggiungendo che il confronto resta aperto. Qualche ora dopo, pubblica un documento scritto, con dieci sì alle proposte del Pd, con le dovute osservazioni in merito. "Ora noi intendiamo, per senso di responsabilità e per non perdere altro tempo - si legge nel post - passare sopra il teatrino che avete messo in piedi e ci auguriamo che non troviate altri pretesti. L’unica cosa a cui teniamo è che si faccia una buona legge elettorale per i cittadini. In questo senso, chiediamo serietà e reale disponibilità a un confronto".

Napolitano: "Confronto su riforme non sia inconcludente" -
E alle parole di Grillo seguono quelle di Napolitano: "Senza entrare nel merito di opzioni ancora aperte - dice il capo dello Stato in una nota - parte della mia responsabilità è auspicare una conclusione costruttiva, evitando ulteriori spostamenti in avanti dei tempi di un confronto che non può scivolare, come troppe volte accaduto, nell'inconcludenza" su riforme "più che mai mature e vitali".

Di Maio: "Non facciamo saltare il tavolo" -
Il botta e risposta tra Grillo e Renzi era arrivato poche ore dopo la conferenza stampa di Luigi Maio, vicepresidente della Camera pentastellato, che pur criticando il rinvio dell'appuntamento aveva tenuto aperto il dialogo: "La cosa più semplice che potevamo fare oggi era sparare a zero e far saltare il tavolo, ma invece vogliamo mantenere aperto il canale".

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