Dl lavoro, intesa con Ncd: governo presenta 8 emendamenti

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L’esecutivo va incontro alle richieste di Nuovo centrodestra e Scelta civica. Solo sanzioni ad aziende che sforano la quota di contratti a termine. Il Pd: “Testo definitivo”. Lunedì in Aula. Critiche da Forza Italia e M5S. Berlusconi firma un emendamento

Il governo ha presentato in Senato otto emendamenti al decreto sul mercato del lavoro. Per andare incontro alle richieste di Ncd e Scelta civica si allentano i vincoli per le imprese che violano le nuove norme su contratti a termine e apprendistato. I due partiti di centrodestra, infatti, principali alleati del Pd nel governo di Matteo Renzi, avevano votato la fiducia al testo alla Camera annunciando battaglia a Palazzo Madama contro le modifiche introdotte per volontà della minoranza Pd, giudicate punitive per le aziende.

Niente obbligo di assunzione - Uno degli emendamenti presentati dall'esecutivo prevede una "sanzione amministrativa" per le imprese che sforino il 20% dei contratti a termine. La multa sarà più lieve per il primo sforamento e più pesante per i successivi. Il testo uscito da Montecitorio dopo le modifiche apportate in commissione Lavoro introduceva al contrario l'obbligo di assunzione.

Le reazioni - Per il Pd "questo è il testo più che definitivo", ha spiegato il capogruppo in commissione Lavoro al Senato, Anna Maria Parente. "Ora ci aspettiamo che la maggioranza sia coerente e sostenga la proposta del governo perché non è più il tempo di mettere bandierine". “È stato raggiunto un buon punto di mediazione tra le posizioni”, ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. "Emendamenti governo su dl lavoro nella giusta direzione. Si poteva fare di più ma nel governo c'è anche il Pd", scrive su Twitter il presidente della Commissione lavoro in Senato dell'Ncd, Maurizio Sacconi. Critici, invece, il M5S ("Diventeremo tutti cinesi"), la Lega Nord ("Tanto fumo ma pochissimo arrosto") e Forza Italia ("Nella resa di Sacconi c'è un esplicito invito a non assumere per non incorrere in costosissime penali. Sacconi come la Fornero fa pagare alle imprese la cambiale della Cgil").

Le altre modifiche - Le altre modifiche prevedono l'esenzione dal tetto massimo di contratti a termine per le startup e per gli istituti pubblici e privati di ricerca scientifica e l'esclusione dei rapporti di somministrazione dalle nuove norme sui contratti a termine. In materia di apprendistato sale da 50 a 30 il numero di dipendenti che l'azienda deve avere affinché scatti l'obbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti; la formazione sarà mista, pubblica e privata. Un ordine del giorno del relatore Pietro Ichino impegna poi il governo a chiarire che la sanzione per l'inadempimento dell'obbligo formativo nell'apprendistato da parte dell'impresa non consisterà più nella conversione in contratto a tempo indeterminato, ma in contratto a termine con la stessa durata del periodo di apprendistato.

Ichino soddisfatto - Ichino, ex Pd oggi Sc e relatore del provvedimento, si dice soddisfatto per le modifiche che definisce frutto di "un buon accordo di maggioranza". Particolarmente gradito a Ichino il preambolo del decreto nel quale verrà inserito l'impegno del governo e della maggioranza a varare mediante la legge delega - che completa il Jobs act - il codice semplificato del lavoro con la previsione del contratto a tempo indeterminato a protezione crescente. Il giuslavorista da anni propone di sostituire il contratto a tempo indeterminato con un contratto a tutele crescenti che consenta di superare di fatto l'articolo 18.

700 emendamenti, uno firmato da Berlusconi - Gli emendamenti, circa 700, saranno votati da lunedì. Forza Italia ne ha presentato uno firmato da Silvio Berlusconi. Il decreto deve essere convertito in legge entro il 19 maggio, pena la decadenza.

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