Marcello Dell'Utri, la storia dell'inventore di Forza Italia

Politica

Dal processo per concorso esterno in associazione mafiosa, all'amicizia e gli affari con Berlusconi. Le tappe politiche e giudiziarie dell'ex senatore dichiarato latitante dal procuratore generale

Palermitano, 72 anni, collezionista di libri antichi, ex senatore Pdl, ideatore di Forza Italia,  condannato in primo grado e in Appello a 7 anni per i suoi presunti legami con la mafia, e ora latitante. Marcello Dell'Utri risulta infatti irreperibile.
Su di lui pesa un ordine di custodia cautelare, che però non è stato possibile eseguire. "Non sono scappato - ha poi fatto sapere l'ex senatore -  Mi trovo all'estero per un periodo di cura e riposo". Il 15 aprile la Cassazione dovrà pronunciarsi sulla condanna per concorso in associazione mafiosa.

Decisivo per la nascita di Forza Italia - Da venti anni Dell'Utri rifugge i riflettori e opera dietro le quinte della grande macchina del partito di Berlusconi: per lui mai un incarico di governo, mai un Ministero o un posto da coordinatore, nonostante il suo ruolo decisivo nella nascita di Forza Italia nel 1993. Il suo ingresso alla Camera risale al 1996, anno in cui parte il primo atto del processo per concorso esterno alla mafia arrivato ora al giudizio della Cassazione.

Il legame con Berlusconi inizia negli anni Sessanta - Il sodalizio con Berlusconi invece risale ai primi anni Sessanta, quando Dell'Utri arriva a Milano per studiare Giurisprudenza. Dopo una decina di anni durante i quali si fa le ossa lavorando in vari istituti bancari in Sicilia, torna a Milano alla Edilnord, voluto da Berlusconi. Risale a questo periodo l'episodio che più di tutti ha segnato la sua immagine: è proprio Dell'Utri, il sette luglio del 1974, a portare nella villa che Berlusconi ha da poco comprato ad Arcore, Vittorio Mangano, che viene assunto come "stalliere". Dell'Utri si è sempre difeso sostenendo di non aver mai saputo nulla dei rapporti di Mangano con le cosche. Tanto che l'inventore di Forza Italia è arrivato a definire l'ex stalliere di Arcore "un eroe", perché in carcere "è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro Berlusconi e contro di me ma non lo ha fatto, anche se lo avrebbero scarcerato con lauti premi".

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