Proteste pro-Gaza in università Usa. Arresti a New York, a Princeton sciopero della fame

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A due giorni dello sgombero con la forza della Columbia, la polizia torna a fare irruzione nei campus: forze dell'ordine in assetto anti-sommossa hanno sgomberato una tendopoli all'Ucla e arrestato oltre 130 persone. Nella Grande Mela è stato sgomberato l'accampamento nell'università cittadina. Arrivano a 2.000 gli arresti effettuati in 15 giorni nei campus. E salgono le tensioni anche negli atenei europei

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Continuano a infiammare le università e le città americane le proteste contro la guerra a Gaza, che hanno portato a interventi da parte della polizia ad esempio all'Ucla di Los Angeles e prima alla Columbia di New York. Il Dipartimento di Polizia di New York ha fatto sapere di aver sgomberato stamattina anche l'accampamento della New York University, su richiesta dell'università. L'ateneo ha richiesto "assistenza per disperdere l'accampamento illegale nella loro proprietà", ha dichiarato il vice commissario per le operazioni della polizia di New York, Kaz Daughtry. Per settimane le autorità dei campus da New York alla California hanno cercato di fermare le proteste arrivando a più di 2.000 arresti in 15 giorni. A Princeton, un gruppo di studenti del gruppo Princeton Israeli Apartheid Divest ha cominciato uno sciopero della fame in segno di solidarietà con i palestinesi di Gaza e ha chiesto all'ateneo Ivy League del New Jersey di ritirare gli investimenti da società che indirettamente aiutano le azioni militari di Israele nella Striscia. "Non siamo una nazione autoritaria in cui mettiamo a tacere le persone o reprimiamo il dissenso, ma non siamo nemmeno un paese senza legge. Siamo una società civile e l'ordine deve prevalere", ha detto ieri il presidente Usa Joe Biden poche ore dopo che centinaia di poliziotti erano intervenuti per sgombrare con la forza la tendopoli nel campus dell'Ucla, abbattendo le barriere e arrestando oltre 200 manifestanti.  "Sulla Guardia Nazionale" nelle università "decidono i governatori. Sulla polizia nei campus decidono gli atenei. Vogliamo anche assicurarci che tutti gli americani possano manifestare pacificamente e nel rispetto della legge. Dobbiamo rispettare la legge", ha ribadito oggi la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.

Un colpo di pistola alla Columbia: nessun ferito

Un agente della polizia di New York, è stato reso noto, ha sparato durante lo sgombero dell'accampamento dei manifestanti pro-Gaza alla Columbia University. Secondo quanto riferito dalle autorità, il poliziotto ha fatto fuoco all'interno di Hamilton Hall. Nessun è rimasto ferito perché in quel momento nelle vicinanze c'erano altri agenti e non studenti. 

Le proteste e gli arresti nei campus americani

Dal mese scorso, i manifestanti si sono riuniti in almeno 40 campus universitari statunitensi, spesso allestendo tendopoli per protestare contro l'aumento del numero delle vittime nella Striscia di Gaza. Gli agenti hanno arrestato diverse persone alla Fordham University di New York. Al Massachusetts Institute of Technology, i manifestanti hanno scavato, bloccando un viale vicino al centro del campus di Cambridge durante l'ora di punta di mercoledi' pomeriggio. L'Università del Texas a Dallas ha visto la polizia rimuovere un accampamento e arrestare almeno 17 persone per "violazione criminale". La polizia ha riferito che questa settimana sono stati effettuati circa 300 arresti alla Columbia e in un'altra università di New York. L'ufficio del sindaco ha detto che quasi la metà delle persone arrestate nelle due scuole non erano studenti. 

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Annullata la visita di Mattarella alla Columbia

Intanto la visita di Sergio Mattarella alla Columbia University, prevista nell'ambito del suo viaggio a New York essenzialmente dedicato alle Nazioni Unite, è stata cancellata. Il presidente della Repubblica - secondo il programma - doveva andare proprio in questo ateneo il prossimo 7 maggio per un incontro con il Comitato di garanzia dell'Italian Academy. Tuttavia gli ultimi avvenimenti e l'inarrestabile crescendo delle polemiche sull'università e sulla sua rettrice, Nemat Shafik, hanno portato il Quirinale a una valutazione che ha sconsigliato una visita che avrebbe potuto essere strumentalizzata da un lato e dall'altro.

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