Basilicata al voto: corsa a 9 per la poltrona di governatore

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Lucani alle urne dopo le dimissioni del presidente De Filippo (Pd), in seguito all'inchiesta sui rimborsi dei consiglieri. Il centrosinistra sostiene il democratico Marcello Pittella, il senatore di Scelta civica Tito Di Maggio corre con il centrodestra

di Giulia Floris

Una legislatura terminata in anticipo in seguito alle dimissioni del presidente della Regione Vito De Filippo (Pd) nell'aprile scorso dopo l'inchiesta della Procura sui rimborsi ai consiglieri, nove candidati in corsa per la poltrona di governatore. La Basilicata si prepara alle elezioni regionali, che si terranno il 17 e 18 novembre, con una novità: il numero dei consiglieri eletti passerà dagli attuali 30 ai 20 della prossima assemblea.

Tante liste, poche donne - I lucani si troveranno davanti a una scheda elettorale con 17 liste provinciali a Potenza e 16 a Matera. Ma soprattutto senza molti nomi storici della politica locale, spazzati via dalle indagini e dalla necessità di rinnovamento dei partiti. Scarsa la presenza femminile: su nove candidati governatore, solo due sono donne, mentre su un totale di 258 candidati nelle liste, si contano 222 sono uomini (89,5%) e 36 donne (10,5%).

I candidati - Il centrosinistra, dopo primarie di coalizione decise da una manciata di voti, candida il democratico Marcello Pittella, sostenuto da Idv, Socialisti, Centro Democratico e due liste ''civiche''. Fratello di Gianni (vicepresidente del Parlamento europeo e candidato alle primarie per la segreteria del Pd) Pittella non godrà del sostegno di Sel e Rifondazione, che tornano sotto un'unica bandiera e candidano a governatore la segretaria lucana del partito di Vendola, Maria Murante (30 anni), sostenuta anche da una lista civica.

Per quanto riguarda il centrodestra, il senatore Tito Di Maggio (Scelta Civica) sarà sostenuto da Pdl, Mir, ''Laboratorio Basilicata'' (che unisce Grande Sud e Fratelli d'Italia, entrambi rientrati all'ultimo secondo nelle alleanze) e dall'Udc, passato al centrodestra dopo una legislatura nello schieramento opposto, con un assessore in giunta.  Si sfila ''La Destra-Fiamma Tricolore'',che va in campagna elettorale da sola, con il candidato Leonardo Tauro.
Divisioni anche nel Movimento 5 Stelle. Al termine delle ''Regionarie'', il vincitore Giuseppe Di Bello è stato estromesso dai vertici nazionali dei grillini, a causa alcuni documenti non in regola relativi alla fedina penale. Così Di Bello ha lasciato il movimento per dare vita a una lista civica alleata con Sel e Prc. Al suo posto correrà Piernicola Pedicini.

L’ex deputata Elisabetta Zamparutti (eletta nel 2008 nelle liste del Pd) è invece il nome sostenuto dai Radicali, sotto il simbolo della ''Rosa nel pugno''. La sua candidatura è stata annunciata solo 15 ottobre e nella lista provinciale di Potenza che la sostiene figurano candidati (all’ultimo e al penultimo posto) anche Marco Pannella ed Emma Bonino. Scelta, quella del ministro, che ha fatto gridare allo scandalo il leader de La Destra Francesco Storace:


Infine, altri tre candidati in corsa: Florenzo Doino per il ''Partito comunista dei lavoratori'' Franco Grillo con la lista ''Regionali 2013'' e Doriano Manuello per ''Matera si muove''.

Il racconto online
- Poco raccontato dai media nazionali, il voto in Basilicata suscita il dibattito dei cittadini lucani in Rete e, in vista delle elezioni, è nata una piattaforma web per raccontare la campagna elettorale e il voto attraverso i social media. Ideato dal giornalista Sergio Ragone e realizzato dall’agenzia di comunicazione Cubox, ''Paffbum'', (il nome in omaggio a una celebre canzone di Lucio Dalla) raccoglie tweet, foto e video che raccontano il dibattito intorno alle elezioni (hashtag #regionalibas). Il feed dei tweet si articola in varie sezioni che dividono i cinguettii per partiti politici, opinionisti, media, semplici utenti, fino agli account fake che fanno satira politica. "Aggregare - spiega Ragone - significa poter dare una visione d’insieme, offrire un racconto collettivo e tentare di dare una visione, anche se in scala ridotta, della Basilicata al voto". Il nome è un omaggio a una delle prime canzoni di Dalla perché "paffbum", "è il rumore dell'amore, ma anche dei tweet, e della campagna elettorale digitale, a volte goffa, a volte ad effetto".

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