Pd, il caso Pse e il "no" di Prodi agitano il partito

Politica
Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani

Polemiche dopo la decisione di Epifani di organizzare il congresso dei socialisti europei a Roma. Gli ex democristiani di Giuseppe Fioroni minacciano la scissione. L'ex premier gela i democratici: "Non voterò alle primarie". Intanto Cuperlo attacca Renzi

Non c'è pace nel Pd. Dopo i sospetti e i veleni sul boom delle tessere, dopo la dissociazione di Renzi sulla decisione di non sfiduciare la Cancellieri (sabato 9 Epifani gli risponde dicendo che il Pd si è comportato in modo "corretto"), dopo la decisione di Romano Prodi di non andare a votare alle primarie, ora i democratici litigano di brutto anche sulla loro collocazione in Europa. Gli ex democristiani di Giuseppe Fioroni sono scesi sul piede di guerra per contrastare la decisione di Epifani di organizzare il congresso del Pse a Roma all'inizio del prossimo anno. Un "blitz", sostiene Fioroni, che mette in discussione il patto sul quale è nato il Pd: mai entreremo a far parte del partito socialista europeo, fu assicurato agli ex dc. Su questa promessa si decise di sciogliere la Margherita. L'accordo, con qualche bizantinismo, è stato sostanzialmente rispettato: nel parlamento di Bruxelles il Pd fa parte di un gruppo che si chiama "Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici" del quale fanno parte il Pse e altri partiti non affiliati al partito socialista europeo, come appunto i democratici italiani. Ma se ora il Pd si mette a organizzare il congresso dei socialisti europei, dice Fioroni, significa che quel patto e' diventato carta straccia. Da qui la minaccia, neanche troppo velata, di una scissione: se il Pd compie questa "mutazione genetica" automaticamente viene "annullato lo scioglimento della Margherita".

Proprio mentre Fioroni lanciava i suoi altolà, a Milano Epifani andava avanti come un treno e annunciava ai sostenitori di Cuperlo che fra la fine di febbraio e l'inizio di marzo del 2014 il Pd organizzerà a Roma per la prima volta il congresso del Partito socialista europeo. Un modo per rimarcare "un segno di appartenenza che dice quali sono le nostre radici e i nostri legami", spiega Epifani. Contro Fioroni scende in campo Gianni Pittella, europarlamentare e candidato alla segreteria del Pd e assertore dell'ancoramento del partito alla famiglia del socialismo europeo: "Fioroni è un provocatore. Ha la testa rivolta a vecchie o nuove Margherite e forse cerca solo un pretesto per uscire dal Partito democratico".

Sui democratici è arrivata anche una doccia fredda da Romano Prodi, anche se lui stesso precisa di non voler fare polemiche. L'ex premier, che già non aveva rinnovato l'iscrizione al partito, ha annunciato di non voler andare a votare l'8 dicembre: "Non voterò alle primarie: non per polemica, ma ho deciso di ritirarmi dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque, se voto alle primarie devo dire per chi, come e in che modo". "Mi auguro  ha detto uno dei padri fondatori - che in tanti vadano a votare, però io credo che sia un bene ormai, avendo fatto un passo indietro, che mi mantenga nella mia coerente posizione".

Ma nel Pd proseguono anche le polemiche sulla sospensione delle iscrizioni deciso dopo il boom di tessere nei congressi locali (la situazione a Napoli: video). Epifani rivendica la scelta compiuta: una "decisione giusta" per mettere riparo a una situazione "fisiologica" ma che non doveva essere sottovalutata. Renzi, che ha dato il suo assenso allo stop, non rinuncia però a mettere i puntini sulle "i": "chi spara nel mucchio dicendo che ci sono casi anomali nel tesseramento dovrebbe fare nomi e cognomi - dice - altrimenti diamo l'impressione che 370 mila persone che vanno a votare sono 370 mila imbroglioni. Non è così. Se ci sono imbroglioni, si prendono e si cacciano. Non si fa di tutta l'erba un fascio". Cuperlo attacca Renzi sostenendo che chi, come il sindaco rottamatore, "vuole azzerare le differenze tra iscritti ed elettori in realtà sta proponendo di sciogliere il Pd o comunque di farne qualcosa di radicalmente diverso". Mentre Civati ribadisce il suo no al blocco dei tesseramenti: Un'iniziativa "curiosa", anche perché "in questo tranquillo week end di paura le tessere si continueranno a fare".

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