Napolitano: "Stop al conflitto tra politica e magistratura"
PoliticaIl capo dello Stato auspica il superamento del clima di scontro "gravido di conseguenze pesanti per la vita democratica". E ai magistrati chiede un'attitudine "meno difensiva e più propositiva rispetto alle riforme". Poi incontra il premier Enrico Letta
Da troppi anni "una spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia" imperversa nel nostro paese e "il superamento di tale fuorviante conflitto, gravido di conseguenze pesanti per la vita democratica in Italia, ha rappresentato l'obiettivo costante del mio impegno fin dall'inizio del mandato di presidente". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel partecipare alla Luiss all'iniziativa in ricordo di Loris D'Ambrosio, il consigliere giuridico scomparso nel luglio 2012 e che era stato al centro di polemiche per delle intercettazioni telefoniche con l'ex ministro Mancino in riferimento all'inchiesta Stato-mafia.
"Non arrendersi a nuove recrudescenze" - "Ci tocca operare in questo senso, senza arrenderci a resistenze ormai radicate e a nuove recrudescenze del conflitto da spegnere nell'interesse del Paese", ha aggiunto il capo dello Stato, che nella serata del 20 settembre ha incontrato il premier Letta. "Il titolo di 'impiegati pubblici' riferibile in Costituzione anche ai magistrati, non dovrebbe mai essere usato in senso spregiativo, ma non può peraltro oscurare - da nessun punto di vista - la peculiarità e singolare complessità delle funzioni giuridiche". Per Napolitano proprio "la considerazione della peculiarità" della funzione dei giudici e "l'inequivoco rispetto per la magistratura che ne è investita, sono stati e sono spesso travolti nella spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni imperversa in Italia". “Non c'è nulla di più impegnativo e delicato – ha continuato il presidente della Repubblica - che amministrare giustizia, garantire quella rigorosa osservanza delle legge, quel severo controllo di legalità, che rappresentano un imperativo assoluto per la salute della Repubblica".
"Magistratura sia meno difensiva" - Napolitano si è comunque rivolto anche alla magistratura perché sia "meno difensiva e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la giustizia ha indubbio bisogno da tempo e che sono pienamente collocabili nel quadro dei principi della Costituzione repubblicana". Il capo di Sato ha inoltre definito "il miglior presidio dell'autorità e dell'indipendenza del magistrato" "modelli di comportamento ispirati a quei valori e criteri" come "l'equilibrio, la sobrietà ed il riserbo, l'assoluta imparzialità e il senso della misura e del limite".
"Non arrendersi a nuove recrudescenze" - "Ci tocca operare in questo senso, senza arrenderci a resistenze ormai radicate e a nuove recrudescenze del conflitto da spegnere nell'interesse del Paese", ha aggiunto il capo dello Stato, che nella serata del 20 settembre ha incontrato il premier Letta. "Il titolo di 'impiegati pubblici' riferibile in Costituzione anche ai magistrati, non dovrebbe mai essere usato in senso spregiativo, ma non può peraltro oscurare - da nessun punto di vista - la peculiarità e singolare complessità delle funzioni giuridiche". Per Napolitano proprio "la considerazione della peculiarità" della funzione dei giudici e "l'inequivoco rispetto per la magistratura che ne è investita, sono stati e sono spesso travolti nella spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni imperversa in Italia". “Non c'è nulla di più impegnativo e delicato – ha continuato il presidente della Repubblica - che amministrare giustizia, garantire quella rigorosa osservanza delle legge, quel severo controllo di legalità, che rappresentano un imperativo assoluto per la salute della Repubblica".
"Magistratura sia meno difensiva" - Napolitano si è comunque rivolto anche alla magistratura perché sia "meno difensiva e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la giustizia ha indubbio bisogno da tempo e che sono pienamente collocabili nel quadro dei principi della Costituzione repubblicana". Il capo di Sato ha inoltre definito "il miglior presidio dell'autorità e dell'indipendenza del magistrato" "modelli di comportamento ispirati a quei valori e criteri" come "l'equilibrio, la sobrietà ed il riserbo, l'assoluta imparzialità e il senso della misura e del limite".