Imu, intercettazioni, legge elettorale: i nodi del governo

Politica

L'esecutivo pronto a tagliare la tassa sulla prima casa, ma il Pdl chiede uno sforzo in più per le imprese. Colloquio di Napolitano con il Messaggero: "Con Ue siamo sul filo del rasoio". Beppe Grillo: "Pronti a tornare al Mattarellum". LA RASSEGNA STAMPA

Il governo di Enrico Letta affronta i primi nodi da sciogliere del proprio mandato. Nel consiglio dei ministri di venerdì verrà discussa la misura per sospendere l'Imu sulle prime case. Esclusi dunque capannoni industriali e immobili delle aziende. Una scelta che fa storcere il naso al Pdl che chiede all'esecutivo "uno sforzo in più". Ma intanto il partito di Silvio Berlusconi tiene alta la tensione politica in materia di giustizia, presentando disegni di legge in materia di intercettazioni che ricalcano il vecchio testo di Angelino Alfano. Una mossa che trova l'altolà del Pd. E il 29 maggio prenderà il via l'iter per le riforme, senza però che i principali partiti si siano ancora accordati sulla possibile nuova legge elettorale.

Il nodo delle intercettazioni - Il Corriere della Sera, in un retroscena, spiega come "la ripresentazione del disegno di legge come l'aveva concepito l'ex guardasigilli Alfano viene considerata , nel centrosinistra, una sorta di provocazione. Sebbene la materia sia compresa nelle proposte di riforma indicate dal gruppo dei saggi incaricati da Napolitano di individuare punti di possibili convergenze". Convergenze che secondo il quotidiano di via Solferino ci sono (sullo stop alle cosiddette intercettazioni a strascico il Pd potrebbe per esempio essere disponibile), "ma in un quadro di riforme più generale che tocchi anche altri aspetti e argomenti". uno scenario, però, "difficilmente immaginabile dopo gli avvenimenti dell'ultima settimana".

Pdl diviso tra falchi e colombe - Sempre sul Corriere della Sera inoltre si racconta di un Pdl spaccato tra falchi  e colombe, "quasi come due partiti nel partito, come le mani che tirano da una parte e da quella opposta la fune di un Silvio Berlusconi che vive uno dei momenti più difficili della sua vita politica". Il Cavaliere infatti sa che "la risalita dei consensi è legata proprio all'atteggiamento di responsabilità mostrato finora. E' bastato esasperare i toni sulla giustizia e far intravedere una battaglia personale che mettesse a rischio il governo, gli hanno spiegato, per scontentare gli elettori".

Casson: "Con la proposta sulle intercettazioni non sapremmo molte cose" - "Legge Bavaglio, il Pdl ci riprova" titola Repubblica, che all'interno ospita un'intervista all'ex magistrato Felice Casson (ora senatore del Pd) che spiega come, se passasse la proposta del centrodestra in materia di intercettazioni "non sapremmo nulla degli scandali nelle regioni, dei Fiorito, dell'Aquila, del Monte dei Paschi, nulla sulle feste di Arcore". "Sull'Ilva di Taranto - continua Casson - essendo ancora nella fase dell'indagine preliminare, i cittadini non avrebbero avuto notizie sensibili per la loro stessa salute". L'ex magistrato però riconosce che una riforma è necessaria "ma sono necessari dei paletti molto rigidi: le forze di polizia e i magistrati non possono subire limitazioni rispetto a quanto prevede attualmente la legge." E inoltre, "la giusta tutela della privacy non può significare censura, va comunque salvaguardato il diritto-dovere dei giornalisti di informare i cittadini".

Grillo: "Pronto a tornare al Mattarellum" - Ma in ballo ci sono anche le riforme istituzionali, il cui iter partirà dal 29 maggio. In ballo soprattutto la nuova legge elettorale, sul quale, un po' a sorpresa, interviene con un'intervista alla Stampa, anche Beppe Grillo che apre al Mattarellum. "Noi un ritorno alla legge precedente lo sosterremmo, rifare i collegi sarebbe semplicissimo. Ma Berlusconi non vuole, il nano è convinto che se si rivota con questa legge elettorale lui vince e va al Quirinale. A quel punto gli unici a poter impedire questo saremo noi, una Protezione civile.

Rodotà: "Non si fanno così le riforme" - E sul tema delle riforme Repubblica ospita un'intervista a una delle "icone" del Movimento 5 Stelle, Stefano Rodotà, che annuncia la sua intenzione di non far parte della commissione di saggi che il governo vuole istituire. "L'idea di una commissione estranea al Parlamento non mi è congeniale: la via corretta delle riforme costituzionali è quella Parlamentare" spiega il professore, che aggiunge come la riforma più urgente sia "quella della legge elettorale". Dopo aver ricordato che la Corte Costituzionale ha ravvisato elementi di anticostituzionalità nell'attuale sistema elettorale, Rodotà ricorda che ora un partito come il Pdl può decidere, sull'onda dei sondaggi, di staccare la spina al governo, sperando di fare en plein alle elezioni. Un potere di ricatto che viene proprio dal sistema elettorale, che va "non dico eliminato del tutto, ma certamente diminuito. Una cosa che ci permetterebbe di tornare alla normalità costituzionale, alla normalità politica. E questa è una priorità istituzionale".

Napolitano: "Con Bruxelles siamo sul filo del rasoio" - Il Messaggero ospite invece un colloquio con Giorgio Napolitano, in cui il Capo dello Stato dice di vedere in modo "serio e sereno" l'avvio del governo Letta, anche grazie a un presidente del Consiglio che "non si lascia intimidire né da polemiche né da incidenti di percorso". Un governo di coabitazione non facile per la natura di "forze politiche che non rinunciano a reagire, ciascuna a modo suo". In questo contesto Napolitano racconta di aver trovato il premier Letta "molto misurato", anche se "ci sono quelli che non si rendono conto che siamo sul filo del rasoio con Bruxelles", su un margine strettissimo per assicurarci "la fuoriuscita dalla procedura di infrazione" per eccesso di deficit. In questo passaggio c'è per il capo dello Stato il discrimine "tra il fare e il non abbandonare il rispetto degli impegni" che abbiamo con i partner dell'Unione. Percorso che vede "attentissimi tanto Letta quanto Saccomanni". Napolitano invita alla "moderazione nelle aspettative delle misure economiche" che arriveranno dal governo e osserva: "Spero che comincino a farsi sentire gli effetti del decreto che sblocca i pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese", confidando nel circolo virtuoso "dei nuovi investimenti che possono far ripartire l'economia del Paese".

Marina Berlusconi: "Processo Ruby una farsa" - Il tema giustizia domina anche la prima pagina del Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi, che ospita l'intervista che proprio Marina, la figlia del Cavaliere, ha concesso al settimanale Panorama (edito da Mondadori, società di cui lei è presidente). "Il processo Ruby è una farsa", "certi magistrati, anziché essere servitori della Giustizia si comportano come giustizieri", e poi anche "ci sono media che sono diventati incubatrici di di faziosità, di menzogne e di odio" sono alcune delle opinioni espresse da Marina Berlusconi.

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