Pre-incarico a Bersani, una missione (quasi) impossibile

Politica

Napolitano ha affidato al segretario Pd il compito di cercare una maggioranza per formare un governo: oggi iniziano le consultazioni con le parti sociali. Repubblica parla di “sentiero stretto”, mentre il Corriere auspica un “miracolo”. RASSEGNA STAMPA

La crisi più anomala della seconda Repubblica non poteva che avere uno sviluppo altrettanto anomalo: un Capo dello Stato che, contravvenendo a tutti i precedenti e alle etichette, esce a parlare con la stampa ancor prima che lo faccia chi ha appena ricevuto l'incarico dalle sue mani. Pier Luigi Bersani in realtà l'incarico pieno non l'ha ricevuto. Solo un pre-incarico, ed è questo che Napolitano, a scanso di equivoci, spiega quasi giocando d'anticipo.
Bersani in ogni caso ha vinto il primo round, riuscendo a convincere il presidente della Repubblica. Pur "determinato", il leader Pd sa comunque che il sentiero, per trovare i "numeri certi" che il Colle chiede entro metà della prossima settimana, resta strettissimo. Ma il premier incaricato non dispera e da oggi, sabato 23 marzo, avvia le consultazioni, prima con le parti sociali e da lunedì con tutti i partiti, per convincere sui programmi e sui nomi di un possibile esecutivo che serve "un governo del cambiamento".
Ci riuscirà? Sui giornali in edicola (RASSEGNA STAMPA) ecco quali sono i dubbi e le analisi dei principali commentatori.

Il "Corriere": un governo sarebbe quasi un miracolo - Nell’editoriale sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Franco non nasconde lo scetticismo: “La situazione è così slabbrata e rigida fra i partiti e a livello parlamentare, che formare un governo sarebbe già di per sé un miracolo”. Tuttavia, avverte Franco, “l’importante è cominciare; l’approdo va tutto costruito”.
Sempre sul quotidiano di via Solferino Dino Martirano si esercita con un po’ di numeri, soprattutto al Senato, il vero problema di questa legislatura. “Sul tavolo dei «contatori» che si stanno rincorrendo a Palazzo Madama – scrive Martirano – ci sono diversi scenari teorici che consentirebbero a Bersani di superare la prova del voto di fiducia per poi navigare in acque più tranquille. Il primo «quadro» prevede il coinvolgimento dell’intero gruppo della Lega (16 senatori) e di un’aliquota di senatori del Pdl magari pescati tra quei dieci parlamentari confluiti nel gruppo Grandi autonomie e libertà”.
“Il secondo scenario teorico […] – prosegue l’analisi di Martirano – prevede un soccorso a Bersani sotto forma di spezzatino: 163 voti a favore della fiducia. La «stampella», sempre autorizzata da Berlusconi, non arriverebbe dal blocco della Lega ma da un concorso di più partiti”.

La "Repubblica": il sentiero stretto e la doppia offerta - Anche Claudio Tito su Repubblica non nasconde le difficoltà di questa missione per il segretario del Pd e parla di “sentiero stretto”. “Bersani ha una sola chance […]: presentare ai suoi interlocutori una doppia offerta. Una riguarda la formazione del governo e l’altra concerne la soluzione da dare alla crisi del sistema. Ossia le riforme, istituzionali ed elettorale. La prima esclude il centrodestra guidato da Berlusconi, la seconda lo include. Due binari che corrono paralleli ma che nelle intenzioni del premier ‘incaricato’ sono destinati a non intersecarsi mai”.
Goffredo De Marchis, sempre su Repubblica, parla anche della possibile squadra di governo a cui starebbe pensando Bersani: un “dream team” nel quale spuntano i nomi di Oscar Farinetti (fondatore di Eataly), Milena Gabanelli, Fabrizio Saccomanni, Stefano Rodotà.

La "Stampa": una possibilità che il governo possa almeno partire - Parla di corsa a ostacoli per Bersani anche la Stampa. Per Marcello Sorgi “la chiusura definitiva di Grillo, l’impossibilità di accettare una qualche forma di accordo con Berlusconi e l’esplicita limitazione imposta dal Capo dello Stato a progettare un approdo in Parlamento senza aver prima definito un accordo di maggioranza con possibili alleati riducono di molto i margini di manovra dell’incaricato”.
Per Federico Geremicca, che fa un'analisi sempre sul quotidiano torinese, "ci vorrà abilità politica, da parte del pre-incaricato, naturalmente; e anche un po’ di fantasia. Ma una via Bersani sembra intravederla: ottenere da Berlusconi non un voto di fiducia ma almeno la possibilità che il governo possa partire".

Da "Bersani commissariato" alle consultazioni con le parti sociali - Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, parla di un “Bersani commissariato”, sottolineando le specificità di questo “incarico a metà”. Un altro giornale di centrodestra, Libero, punta invece i riflettori sul tentativo del segretario Pd di ottenere i numeri al Senato e titola “La compravendita di Bersani”. Parla di “missione difficile” anche il Messaggero mentre L’Unità, giornale di sinistra, preferisce focalizzare l’apertura su un dettaglio ritenuto importante: il fatto che Bersani abbia deciso di iniziare le sue consultazioni incontrando le parti sociali. Un faccia a faccia atteso per oggi, mentre i partiti saranno ricevuti non prima di lunedì.

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