Voto, i tempi per la formazione del nuovo governo. LA SCHEDA

Politica

La prima riunione delle due nuove Camere deve aver luogo "non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni". Il 21 marzo al via le consultazioni

Quanto ci vorrà per avere un nuovo governo? (Vai allo speciale elezioni). I tempi sono quelli previsti da Costituzione e regolamenti delle Camere (i dati di Palazzo Madama e Montecitorio). Fino a che non saranno costituite le due Camere e non avranno eletto i loro organi di gestione e non si saranno costituiti i gruppi parlamentari il presidente della Repubblica infatti non potrà avviare le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
Ecco le scadenze del percorso che porta alla nascita della diciassettesima legislatura e del nuovo governo, e che si intreccia con l'elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Un sudoku istituzionale che potrebbe concludersi anche nella seconda metà di maggio.

11 marzo: primi adempimenti parlamentari- L'11 marzo aprono a Montecitorio e Palazzo Madama i centri di accoglienza dove dovranno presentarsi le tante 'matricole' ed i rieletti in Parlamento per i primi adempimenti: dalla foto per la 'Navicella' all'emissione del tesserino di parlamentare.

15 marzo: prima riunione delle nuove Camere - La Costituzione, articolo 61, prevede che la prima riunione delle due nuove Camere abbia luogo "non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni", quindi entro il 17 marzo e, cadendo questo giorno di domenica, è prevedibile che questo avvenga quindi nella settimana precedente che va dall'11 al 16 marzo.
Cosa avverrà in questo lasso di tempo? Gli uffici circoscrizionali provinciali dovranno proclamare gli eletti in base alla assegnazione del numero di seggi per circoscrizione fatta dall'Ufficio centrale nazionale presso la Corte di cassazione, lo stesso ufficio che ufficializza i dati elettorali. Fatto questo i nuovi parlamentari saranno accolti dagli uffici del Parlamento per le procedure burocratiche di registrazione. La prima riunione di Camera e Senato è presieduta a Montecitorio dal più anziano per elezione fra i vicepresidenti della precedente legislatura (che dovrebbe essere Antonio Leone del Pdl) e a palazzo Madama dal senatore più anziano di età (sarebbe Giulio Andreotti che però potrebbe rinunciare passando la mano ad Emilio Colombo) e da un ufficio di segretari formato al Senato dai sei più giovani di età e alla Camera da quattro scelti fra i segretari delle precedenti legislature. Il primo atto delle Camere è controllare che, dove esistono eletti in più collegi siano state effettuate le opzioni e vi siano i subentri in modo che le Camere siano costituite nel loro plenum.

Presidenti di Camera e Senato - Fatto questo le Camere eleggono i loro due presidenti e gli uffici di presidenza. Nelle ultime sei legislature il presidente della Camera è stato eletto il giorno successivo all'inizio della legislatura. Più o meno analoga è la situazione per il Senato.
A Montecitorio l'elezione scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a partire dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta, di cui il Pd dispone. E' dunque prevedibile che, in mancanza di accordi nelle prima tre votazioni, il presidente della Camera possa essere eletto sabato 16 marzo a maggioranza assoluta. Quanto al Senato, nei primi due scrutini per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che prende più voti. A parità di voti è eletto il candidato più anziano di età.

20 marzo. i capogruppo - Entro il 18 marzo i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono. I gruppi sono convocati il 20 marzo per eleggere i rispettivi presidenti.

21 marzo: al via le consultazioni - Una volta eletti i presidenti dei due rami del Parlamento, e costituiti i gruppi parlamentari di Camera e Senato con i rispettivi capigruppo, ci saranno tutti gli 'interlocutori' del Capo dello Stato richiesti dalla Costituzione per le consultazioni che porteranno alla nomina del presidente del Consiglio. Consultazioni che verosimilmente potrebbero prendere il via dal 21 marzo.
Probabilmente il presidente Napolitano tenterà di conferire un incarico prima di Pasqua, che cade il 31 marzo. Una cosa è certa: Napolitano è obbligato a fare di tutto per far nascere un nuovo governo e deve dare un incarico. Ma, visto che si trova nel 'semestre bianco', non potrà sciogliere le Camere, nemmeno nel caso di mancato accordo sul nuovo governo; una facoltà di cui potrà avvalersi soltanto il suo successore alla Presidenza della Repubblica.

15 aprile: convocazione Parlamento in seduta comune - Per il 15 aprile dovrà arrivare la convocazione del Parlamento in seduta comune per eleggere al Quirinale il successore di Giorgio Napolitano, il cui mandato scadrà il 15 maggio. La seduta comune potrebbe essere convocata per i primi di maggio, in modo da consentire ai Consigli regionali di eleggere i grandi elettori che le rappresenteranno.

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