Elezioni, le reazioni 2.0 degli sconfitti

Politica
I tweet degli sconfitti.
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Rabbia, amarezza, ma anche confronto aperto. Dopo la doccia fredda dei risultati, molti candidati esclusi dal prossimo Parlamento utilizzano i social network per dialogare con i propri sostenitori (e detrattori)

C'è chi si nasconde dietro a un sintomatico silenzio. E chi, invece, ne parla apertamente con i propri seguaci. Chi ringrazia educatamente e chi, invece, perde le staffe alla prima provocazione. Dopo una campagna tutta all'insegna delle "conversazioni" online, i social network diventano anche il luogo in cui i candidati che non ce l'hanno fatta condividono la propria rabbia e amarezza.

Tra messaggi pubblicati al volo e retweet frettolosi, la gaffe è sempre dietro l'angolo. Ne sa qualcosa l'account ufficiale di Palazzo Chigi che nella mattinata ha involontariamente pubblicato un tweet in cui segnalava un articolo sui "trombati eccellenti". Il messaggio è stato subito rimosso, ma diversi utenti avevano già salvato una schermata e così @PalazzoChigi si è dovuto scusare pubblicamente.



Se molti esclusi eccellenti per il momento tacciono online, c'è anche chi vive la sconfitta confrontandosi in maniera aperta. E' il caso dell'ormai ex deputata PD Anna Paola Concia che ha ammesso subito la propria esclusione e si è poi dilungata a conversare animatamente con sostenitori e detrattori, rivendicando di essere tornata ad essere una 'cittadina libera'.



Lo stesso non si può dire di Francesco Boccia, altro candidato del Pd, che si è innervosito di fronte al commento sarcastico di un utente.

E' invece un Pierferdinando Casini molto stoico quello che nella notte di lunedì ha ammesso senza problemi la sconfitta della sua formazione. Ma i commenti lasciati sul suo profilo Facebook sembrano più drastici sull'esito del voto. 



Dopo aver nuovamente chiesto scusa, il candidato premier di Fare per Fermare il Declino Oscar Giannino si è dichiarato 'autosconfitto' e ha rivendicato il ruolo della propria formazione nei nuovi equilibri parlamentari.


Ad ogni modo, Giannino si può consolare con i messaggi di incoraggiamento pubblicati (in mezzo a molte altre critiche) sulla pagina Facebook di FiL. Scrive ad esempio un'utente: "Il vostro programma rimane ampiamente il migliore di tutti. Che non siate entrati in Parlamento è sintomatico di molte cose...comunque non mollate".

Molti simpatizzanti di Futuro e Libertà (altro partito che non ha superato lo sbarramento alla Camera) si ritrovano a commentare l'esclusione di Italo Bocchino e Gianfranco Fini dal Parlamento su Facebook. E anche qui si passa dall'incoraggiamento ("meglio saltare un giro e mantenere la dignità, che vendersi alla corte di Arcore") alle critiche senza mezzi termini ("Gianfranco hai distrutto l'Msi, Alleanza nazionale ed infine te stesso! Almirante quanto ci manchi!"). Gianfranco Fini ha fino ad ora pubblicato solo una breve dichiarazione, con cui rivendica le scelte fatte e parla di "dar vita ad una nuova stagione di impegno culturale e politico per consentire ad una generazione piú giovane di continuare in prima persona a lavorare per una Italia migliore".

L'elaborazione collettiva della sconfitta è in corso anche sulla pagina ufficiale di Rivoluzione Civile, dove c'è chi da la colpa ai leader di centrosinistra ("l'arroganza di Bersani che credeva di stravincere da solo, l'opportunismo di Vendola, il boicottaggio di tv e stampa e il terrore per l'abominevole resurrezione della mummia di arcore ci hanno tagliato le gambe"), chi non demorde ("Stringiamo i ranghi e prepariamoci alle prossime imminenti elezioni. La nostra Rivoluzione comincia oggi"), e chi invita il proprio leader a non fare la vittima ("Ingroia dovrebbe essere onesto e ammettere la responsabilità della propria sconfitta, senza fare la vittima: Bersani non lo ha mai attaccato, Ingroia ha avuto spazio su tv e giornali come tutti gli altri già da prima che iniziasse la campagna elettorale").
Quanto ad Ingroia, ha affidato a Twitter un lapidario messaggio di ringraziamento.



Anche a destra la discussione sulla sconfitta passa dalla rete. Con il leader Francesco Storace che ne discute apertamente su Twitter, senza perdere l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

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