Ancora caos nel Pdl, Alfano: "Su Cosentino scelta dolorosa"

Politica

Il segretario del Popolo della libertà spiega l'esclusione del deputato campano dalle liste: "Un partito deve avere la forza di fare scelte anche drammatiche". Alfonso Papa: "Selezione tra inquisiti di serie A e B. Insipienza decisionale di Berlusconi"

"Noi non intendiamo abbandonare il nostro ideale garantista, continuiamo a considerare i giustizialisti i nemici della giustizia. Ma un partito politico deve avere la capacità e la forza di scegliere, anche quando le scelte sono dolorose e drammatiche". Il giorno dopo la formazione delle liste del Pdl e l'esclusione di Nicola Cosentino da quelle campane Angelino Alfano spiega al Corriere della Sera le motivazioni della sua scelta. "Fare le liste è sempre mettersi alla prova", spiega, e "non c'è dubbio che il momento più drammatico" sia stata "la scelta di non candidare Nicola Cosentino", "perché da questa decisione potrebbero discendere, se non prevalesse il buon senso della magistratura napoletana, conseguenze sulla libertà personale di un dirigente che abbiamo difeso in Parlamento".

Alfonso Papa: "Insipienza decisionale di Berlusconi" - Ma a dimostrazione che il clima nel Pdl campano resti ancora incandescente ci pensa una nota del deputato Alfonso Papa, anche lui non ricandidato perché coinvolto nell'inchiesta sulla P4, secondo cui "le scelte che sono state compiute rivelano una incoerente selezione tra indagati e inquisiti di serie A, e indagati e inquisiti di serie B". Il deputato, per il quale la Camera aveva votato il sì all'arresto nel luglio del 2011, ha spiegato: "Non resta che prendere atto dell'insipienza decisionale del Presidente Berlusconi, che rinuncia a una battaglia per la dignita' di chi voce non ha e apre le porte all'ingresso di nuovi cosiddetti impresentabili senza aver dato alcuna risposta a un progetto politico che andrà comunque avanti per vedere riconosciuti anche in Italia i diritti civili".

Scajola: "Il Pdl è diventato una giungla" - Critiche alla gestione della questione liste da parte del Pdl arrivano anche da Claudio Scajola che, in un colloquio con il Corriere della Sera, afferma che "nell'ultimo periodo il Pdl è diventato una giungla, non è riuscito a trasformarsi in un partito unito". L'ex ministro si dice anche preoccupato "perché con liste siffatte il risultato elettorale sara' penalizzato. I sondaggi sono quello che sono", "la forza di novita' di Berlusconi è inferiore al passato e si sarebbe dovuto supplire con mille candidati scelti sul territorio, non con i volti noti". Non ci sarà "nessuna rottura - spiega Scajola. - Io ho un rapporto antico con Berlusconi, ho dedicato a Forza Italia tutta la mia vita politica. E, pur ritenendo di non essere stato trattato bene, non riesco a levarmi di dosso questo amore". Intervistato anche dal Secolo XIX, l'ex ministro afferma che oggi incontrerà a Imperia i dirigenti liguri "per ragionare, dialogare, perché ritengo che si debba come sempre guardare lontano, fare l'analisi degli errori compiuti, capire le mosse per il futuro". Sul da farsi dunque si deciderà "tutti insieme", "certo, non è possibile che una reazione non arrivi".

Bondi: "Su Cosentino scelta giusta" - A tentare di gettare acqua sul fuoco ci prova Sandro Bondi che, nella mattinata di martedì, difende la scelta su Cosentino: "sarà stata una decisione sofferta, sicuramente Cosentino sarà amareggiato ma credo sia stata giusta". L'ex ministro alla Cultura ha sottolineato che "Cosentino saprà poi dimostrare un alto senso di responsabilità come hanno dimostrato tutte le altre persone escluse da queste elezioni politiche". E ha aggiunto: "Non è vero che è scappato con le liste che sono invece nelle mani di Nitto Palma, certamente ci sono state delle tensioni ma le liste sono state presentate regolarmente e normalmente". "Dopo un momento di normale amarezza - ha affermato Bondi - penso ora debba prevalere la razionalità e il bene del partito, la causa comune in cui siamo impegnati", sottolineando come "la scelta di adottare certi criteri da parte del Pdl rappresentati un terremoto, una rivoluzione  e un cambiamento radicale del Pdl".

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