Monti: “Togliamo l’Italia dalle mani degli incapaci”

Politica

Il premier, in una lunga intervista al Corriere della Sera, spiega la sua scelta di “salire” in politica: “Credo di aver fatto una cosa giusta, non quella più utile per me”. E sul lavoro apre: “Nell’Agenda possibili modifiche alla riforma Fornero”

“Credo di aver fatto una cosa giusta, non quella più utile per me”. Così il premier Mario Monti spiega in un’intervista del direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli la sua scelta di “salire in politica”. E sottolinea: “Dobbiamo togliere l’Italia dalle mani degli incapaci”. Il Professore ripercorre i 13 mesi del suo governo, suddividendoli in due parti: la prima, la più drammatica, con l’incubo quotidiano di restare senza i soldi per pagare gli stipendi pubblici; poi i primi risultati e l’emergenza che si allontana. “Allora, pensavo che, dopo aver contribuito a salvare il Paese, restando al di sopra delle parti avrei svolto tranquillamente le mie funzioni di senatore a vita in attesa che qualcuno, forse, mi chiamasse”. Ma non è andata così. “E’ cambiata in me la percezione di che cosa sarebbe stato moralmente più giusto. (…) E’ aumentato il peso del senso del dovere, il dovere di fare in modo che i sacrifici che avevo dovuto chiedere agli italiani per salvare il paese non venissero dissipati e costituissero invece la base di un’Italia più solida, capace di tornare a crescere, dopo tanti anni”.

A spingere il Professore a salire in politica anche un’altra convinzione. “Dopo aver celebrato il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, questo Paese continua ad aver bisogno di essere unificato. Oggi più di qualche decennio fa. Sembriamo a volte non un Paese, con un senso del bene comune, ma quasi un insieme di tribù, di corporazioni, di fortini intenti a difendere interessi di parte, di incrostazioni clientelari”.

Sull’Agenda Monti, che oggi a Bergamo, in occasione dell’inizio della campagna elettorale, verrà aggiornata, il Professore è riservato. Ma anticipa che il piatto forte sarà costituito da una nuova proposta sul mercato del lavoro, aprendo a modifiche alla riforma Fornero. “L’idea di trasformare all’insegna della flexicurity, ovvero flessibilità più sicurezza, all’inzio in forma sperimentale, i contratti precari in contratti a tempo indeterminato per i quali l’articolo 18, quello famoso sui licenziamenti, verrebbe sospeso almeno nei primi due o tre anni” scrive Ferruccio De Bortoli. La riforma potrebbe prevedere anche il reddito minimo di cittadinanza. Nella nuova Agenda anche alcune proposte in tema di giustizia e una posizione più ferma sulla lotta alla corruzione.

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