Elezioni 2013, Monti guiderà i centristi

Politica

Il premier sarà candidato premier. A Enrico Bondi il compito di vigilare sulle candidature. Ma è già scontro tra Casini e Passera, che si chiama fuori. Duri attacchi dal centrodestra

Mario Monti guiderà una coalizione che unirà le diverse anime del centro italiano, dall'Udc di Pierferdinando Casini e Fli di Gianfranco Fini, fino alla galassia dell'associazionismo cattolico, oltre che a diversi transfughi in arrivo sia da Pdl che dal Pl. Una formazione che si presenterà con molta probabilità sotto lo stesso simbolo al Senato e sotto più liste alle Camere, per sfruttare al meglio il meccanismo elettorale e la legge sulla par condicio. Il giorno dopo la riunione dei leader centristi che ha tenuto a battesimo la nuova formazione, sui giornali nelle edicole si tracciano i primi bilanci dell'operazione, cercando di rilevare meriti e limiti dell'operazione. E non mancano i retroscena che raccontano anche i primi screzi all'interno del neonato movimento (la rassegna stampa).

Lo scontro Passera - Casini - La scelta infatti di correre con più simboli per la Camera dei deputati è nata dopo una lunga e dura discussione che ha visto protagonisti, sui due lati del tavolo, Pier Ferdinando Casini, difensore dell'ipotesi plurale, e Corrado Passera, sostenitore invece della necessità di presentarsi sotto un'unica lista. Un confronto che ha visto prevalere l'ex presidente della Camera e che mette ora a rischio la partecipazione dell'attuale ministro alle prossime elezioni. Scrive infatti il Corriere della Sera che, la questione era "dirimente rispetto alla sua scelta personale". E visto che "non 'c'erano più le condizioni', ha detto chiaramente che non si candiderà". Il quotidiano di via Solferino racconta di un Passera amareggiato dalla discussione ("si era ad un passo da una soggetto nuovo che poteva fare la differenza: sarebbe stata una vera svolta"), ma che alla fine della riunione avrebbe confermato: "Non sono più della partita".

I dubbi del Corriere
- Sempre sul Corriere della Sera, Antonio Polito titola indicativamente il suo editoriale "I punti deboli nel giorno della svolta". Se da un lato infatti ora "chi vuole votare Monti sa per chi votare" e che "l'offerta politica conosce una novità di rilievo e di merito", osserva il giornalista, "la scelta di più liste invece di una sola è frutto di un calcolo di convenienza elettorale". "Politicamente non è il segno di novità che sarebbe stato lecito aspettarsi". "Il secondo punto debole" continua Polito, "è la vocazione maggioritaria della coalizione centrista. E' giusto che Monti la rivendichi, perché è davvero difficile chiedere voti quando già si sa che saranno destinati ad allearsi con altri. Ma è poco realistico immaginarla con il sistema elettorale vigente". Monti, conclude Polito, deve ora spiegare "in cosa il suo progetto si differenzi da quello di Bersani".

Bondi sorveglierà le candidature - Sulle candidature nella futura formazione centrista, in ogni caso, l'ultima parola spetterà a Mario Monti che ha affidato da Enrico Bondi, già commissario per la spending review nel governo del professore, il compito di esaminare i profili dei potenziali candidati. A Bondi spetterà il compito di "verificare la conformità dal punto di vista penale o di possibili conflitti d'interesse" dei nomi nelle liste delle formazioni centriste. E a lui Filippo Berselli dedica un ritratto su Repubblica, in cui ricorda come "la fama del dottor Bondi non è esattamente quella di un grande inquisitore, ma quella di gran lunga più rara del risanatore ormai non più solo di aziende, ma pure di comparti pubblici ridotti allo stremo, in genere dai politici".

Chi rischia la poltrona
- E il quotidiano di Ezio Mauro stila anche la lista di chi rischia la candidatura alle prossime elezioni. Tra i transfughi dal Pdl potrebbe rischiare Franco Frattini, il cui nome non sarebbe gradito agli uomini di Fli, ancora memori delle interrogazioni sulla questione della Casa di Montecarlo. A rischio anche Flavia Perina, ex direttore del Secolo d'Italia e l'Udc Mario Tassone, alle Camera da 34 anni. Non ci dovrebbero invece essere problemi per Giulia Bongiorno e il delfino di Casini Roberto Rao.

Gli attacchi deio giornali di centrodestra - Durissimi invece i commenti che arrivano dai giornali vicini al centrodestra. Sarcastico il titolo di Libero, secondo cui "Monti si candida a vice di Casini". "Il Prof accetta di fare il leader dei centristi, ma in realtà si piega a ogni condizione dell'Udc: lista unica solo al Senato e poi alleanza con la sinistra" scrive il quotidiano. E nel suo editoriale Maurizio Belpietro si scaglia contro il professore: "Altro che bene per l'Italia. Il sobrio premier pensa solo ai fatti suoi, in questo caso alla sua lista e al modo per non essere costretto a mollare la poltrona."
Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, titola invece "Monti appalta l'Italia a preti, Fini e Casini". Scrive il direttore Alessandro Sallusti che "il presunto nuovo di Monti è un miscuglio tra il peggio della vecchia politica, preti salottiere e maneggioni, democristiani operaisti, traditori del Pdl miracolati da Berlusconi".

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