Secondo Massimo D'Alema un'eventuale discesa in campo del professore della Bocconi contro il partito che lo sostiene sarebbe "moralmente discutibile". Intanto si discute delle primarie per i parlamentari. Acque agitate anche nel Pdl. La rassegna stampa
Dopo l'endorsment del Partito popolare europei nei confronti di Mario Monti, il Partito democratico guidato da Pier Luigi Bersani inizia a interrogarsi sul mutamento della scena politica da qui alla data delle elezioni. La possibile discesa in campo del professore, infatti, potrebbe rendere più difficoltosa la strada verso Palazzo Chigi, un percorso che, stando a molto sondaggi, sembrava fino ad oggi agevole per Pier Luigi Bersani e che invece potrebbe presentare qualche difficoltà in più. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera Massimo D'Alema mette le mani avanti e chiarisce che, secondo lui, sarebbe "moralmente discutibile" se l'attuale premier si candidasse contro chi lo ha sostenuto fino ad oggi.
D'Alema: "Una sua candidatura aprirebbe una contrapposizione" - Dice il presidente del Copasir che candidandosi Monti rischia di venire meno alla "coerenza con il ruolo che gli è stato assegnato e che ha svolto fin qui con grande correttezza risultando utile al Paese per evitare la bancarotta e per ridare all'Italia un'immagine internazionale". Ora questo ruolo si è esaurito, continua D'Alema, che aggiunge di non capire " come una persona al di sopra delle parti, fino al punto di accettare la nomina di senatore a vita prima ancora di andare a Palazzo Chigi, possa diventare la bandiera di una precisa forza politica". Un Mario Monti campione del centrodestra, secondo D'Alema, rischierebbe di aprire "una contrapposizione che favorirebbe anche nel nostro campo le posizioni più radicali. Sarebbe meglio se Monti preservasse la sua figura di super partes al servizio della Repubblica e la conservasse anche per il futuro prossimo". In ogni caso, conclude "è meglio che chiarisca al più presto"
Primarie per i parlamentari - E intanto il Partito democratico entra anche in agitazione per le primarie per i parlamentari previste per il 29 e 30 dicembre. Sono molti gli attuali deputati e senatori che temono di non vedersi riconfermati, così come fa discutere l'ipotesi di un "listone bloccato" di nomi scelti da Bersani. Al dibattito interno al principale partito di centrosinistra dedica una pagina la Stampa di Torino, che riporta le parole di Franceschini a favore di una quota di candidati sicuri scelti dal segretario: "Non ritengo scandaloso che venga tutelato la qualità di un gruppo parlamentare con un buon mix di radicamento e competenza". Chi però si sente messo all'angolo sono i renziani. Come dice al quotidiano torinese un sostenitore del sindaco di Firenze, infatti, questa è "una mossa geniale di Bersani che così batte Renzi sul suo terreno". Tra coloro che si sente a rischio, per esempio, Andrea Sarubbi, deputato campano schieratosi al fianco del rottamatore. "Temo di dover giocare su un terreno che non è il mio" confida alla Stampa. "Ci sono candidati al ruolo di parlamentare più radicati nel territorio". Lui, invece, spiega di essersi occupato di temi nazionali, senza aver "mai costruito un'area locale di consenso".
Acque agitate nel Pdl - E sempre il quotidiano di Torino dedica un approfondimento agli effetti di una potenziale candidatura Monti dentro al Pdl. Sarebbero molti i nomi del partito del Cavaliere pronti a un'eventuale rottura per appoggiare il professore della Bocconi. Tra di loro anche Andrea Mantovano, che nell'intervista alla Stampa precisa di non lavorare però a una scissione. L'idea è quella di "dare continuità a un anno di lavoro per proseguirlo, migliorarlo"
Giornale: "Italia a rischio colonia" - Di segno opposto invece l'apertura de Il Giornale, che titola "itala, rischio colonia". In un editoriale Salvatore Tramontano scrive che "tutti vogliono Monti, tranne gli italiani. Lo vuole l'Europa, lo vuole il Ppe, lo vuole la Merkel, lo implora Obama, gli lascia spazio Berlusconi, lo vogliono i vescovi, lo evoca perfino il francese e socialista Hollande, che a pensarci bene dovrebbe tifare per Bersani". Anche Libero, altro quotidiano vicino al centrodestra, titola "ci tocca un Montoni", giocando sui nomi del Cavaliere e del premier, aggiungendo che "ora Bersani si sente sfuggire di mano la vittoria annunciata".
D'Alema: "Una sua candidatura aprirebbe una contrapposizione" - Dice il presidente del Copasir che candidandosi Monti rischia di venire meno alla "coerenza con il ruolo che gli è stato assegnato e che ha svolto fin qui con grande correttezza risultando utile al Paese per evitare la bancarotta e per ridare all'Italia un'immagine internazionale". Ora questo ruolo si è esaurito, continua D'Alema, che aggiunge di non capire " come una persona al di sopra delle parti, fino al punto di accettare la nomina di senatore a vita prima ancora di andare a Palazzo Chigi, possa diventare la bandiera di una precisa forza politica". Un Mario Monti campione del centrodestra, secondo D'Alema, rischierebbe di aprire "una contrapposizione che favorirebbe anche nel nostro campo le posizioni più radicali. Sarebbe meglio se Monti preservasse la sua figura di super partes al servizio della Repubblica e la conservasse anche per il futuro prossimo". In ogni caso, conclude "è meglio che chiarisca al più presto"
Primarie per i parlamentari - E intanto il Partito democratico entra anche in agitazione per le primarie per i parlamentari previste per il 29 e 30 dicembre. Sono molti gli attuali deputati e senatori che temono di non vedersi riconfermati, così come fa discutere l'ipotesi di un "listone bloccato" di nomi scelti da Bersani. Al dibattito interno al principale partito di centrosinistra dedica una pagina la Stampa di Torino, che riporta le parole di Franceschini a favore di una quota di candidati sicuri scelti dal segretario: "Non ritengo scandaloso che venga tutelato la qualità di un gruppo parlamentare con un buon mix di radicamento e competenza". Chi però si sente messo all'angolo sono i renziani. Come dice al quotidiano torinese un sostenitore del sindaco di Firenze, infatti, questa è "una mossa geniale di Bersani che così batte Renzi sul suo terreno". Tra coloro che si sente a rischio, per esempio, Andrea Sarubbi, deputato campano schieratosi al fianco del rottamatore. "Temo di dover giocare su un terreno che non è il mio" confida alla Stampa. "Ci sono candidati al ruolo di parlamentare più radicati nel territorio". Lui, invece, spiega di essersi occupato di temi nazionali, senza aver "mai costruito un'area locale di consenso".
Acque agitate nel Pdl - E sempre il quotidiano di Torino dedica un approfondimento agli effetti di una potenziale candidatura Monti dentro al Pdl. Sarebbero molti i nomi del partito del Cavaliere pronti a un'eventuale rottura per appoggiare il professore della Bocconi. Tra di loro anche Andrea Mantovano, che nell'intervista alla Stampa precisa di non lavorare però a una scissione. L'idea è quella di "dare continuità a un anno di lavoro per proseguirlo, migliorarlo"
Giornale: "Italia a rischio colonia" - Di segno opposto invece l'apertura de Il Giornale, che titola "itala, rischio colonia". In un editoriale Salvatore Tramontano scrive che "tutti vogliono Monti, tranne gli italiani. Lo vuole l'Europa, lo vuole il Ppe, lo vuole la Merkel, lo implora Obama, gli lascia spazio Berlusconi, lo vogliono i vescovi, lo evoca perfino il francese e socialista Hollande, che a pensarci bene dovrebbe tifare per Bersani". Anche Libero, altro quotidiano vicino al centrodestra, titola "ci tocca un Montoni", giocando sui nomi del Cavaliere e del premier, aggiungendo che "ora Bersani si sente sfuggire di mano la vittoria annunciata".