Berlusconi: "Passo indietro se Monti candidato dei moderati"

Politica

Il Cavaliere annuncia di essere disposto a non ripresentarsi se l'attuale premier assumesse la leadership dei moderati, Lega compresa. Attacchi allo spread e alla magistratura. "Dell'Utri non sarà candidato. Forse riuseremo il simbolo di Forza Italia"

Il candidato premier del Pdl è lui. Ma Silvio Berlusconi è pronto a fare un passo indietro se Mario Monti si candidasse alla presidenza del Consiglio alla guida dei moderati. Ma attenzione: di tutti i moderati, Lega compresa.
E' uno show quello del Cavaliere alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa. Volutamente o meno, Berlusconi infatti mantiene la suspence sul suo futuro. O meglio, svela le carte ma fino a un certo punto.
Parte dicendo che, "al momento sono io il candidato premier" del Pdl. Poi aggiunge che sarebbe pronto "a fare un passo indietro se Monti si candidasse alla guida di un rassemblement dei moderati". Quindi, di fronte alle ripetute domande, sia di Vespa che dei due giornalisti presenti, Massimo Franco e Marcello Sorgi, precisa ancora: passo indietro, per fare solo il leader della coalizione, "ma se i moderati sono uniti", cioè se anche la Lega sarà della partita.
Non senza però sottolineare che, a suo dire, "Monti non accetterà di essere di parte". Tirando le somme, quindi, sarà lui il candidato premier. Anzi, potrebbe essere Angelino Alfano, "è in pole per la premiership". Insomma, "il mio passo indietro o in avanti dipende da come si sviluppano le cose", lasciando di fatto aperte anche altre possibilità.

Gli attacchi alla magistratura e allo spread - Nelle due ore di intervento, di botta e risposta, Berlusconi non manca di rispolverare i suoi cavalli di battaglia: la magistratura "politicizzata che è un cancro della nostra democrazia", annunciando che ne farà partecipi i colleghi del Ppe.
E ancora: l'urgenza di riformare la costituzione per consentire a un capo di governo di fare il suo lavoro. Ma ciò è possibile, scandisce, "solo se c'è un unico partito ad avere la maggioranza".
Non è da meno sullo spread: ribadisce che "è un imbroglio", ma corregge leggermente il tiro: non un imbroglio in sé ma come viene utilizzato, in primis "per far cadere il mio governo dicendo che eravamo sull'orlo del baratro".
Ecco, scandisce il Cavaliere, "ho il dovere in questa campagna elettorale di far sapere agli italiani come stanno le cose".

L'alleanza con la Lega e la non candidatura di Dell'Utri - Insomma, l'ex premier è in piena campagna elettorale e usa tutti gli argomenti per riconquistare i voti, certo "che posso recuperare i consensi che avevo nel 2008". Poi l'affondo sulla Lega e sull'amico di una vita, Marcello Dell'Utri.
Il messaggio al Carroccio è chiaro: o fai l'accordo con noi alle politiche o cadono le giunte di Piemonte e Veneto. Quanto a Dell'Utri, il Cavaliere si schiera al fianco di Alfano, protagonista di un duro scontro proprio con il parlamentare siciliano: "Mi dispiace, ma non possiamo permetterci di candidarlo", afferma.

"Forza Italia? Forse sarà ripescato il simbolo - L'ex premier ne ha anche per l'Ue ("nei miei confronti critiche maliziose") e per la solita Germania ("no all'egemonia di alcuni Paesi").
Attacco a tutto tondo contro i pm: dalla sentenza Mediaset ("uno schifo") al processo Ruby ("Una mostruosa operazione di diffamazione"), e nel mirino finisce in particolare Ilda Boccassini, che "interferisce nelle elezioni democratiche di un Paese".
Dure critiche anche alla Rai. Infine, il partito: Berlusconi frena sullo spacchettamento e la scissione degli ex An ("potrebbe finire che non se ne farà niente"), assicura che i parlamentari bravi saranno ricandidati, e spiega che voleva sì tornare a Forza Italia, ma forse sarà ripescato solo il simbolo, mentre "resterà il nome di Popolo delle Libertà".

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