Laziogate, Polverini resiste. Fiorito: restituisco i soldi

Politica

Il consiglio regionale del Lazio, investito dallo scandalo della gestione dei fondi, vara la riduzione delle spese imposta dal presidente, che spiega: "Vado avanti". Taormina, avvocato del consigliere Pdl indagato a SkyTG24: "Pronti a ridare il denaro"

Renata Polverini resta al suo posto e rilancia, ammette gli errori ma cerca il riscatto: il Consiglio vota all'unanimità il taglio delle spese della politica e la governatrice non parla più di dimissioni. Ai cittadini - ha detto Polverini - torneranno quest'anno 20 milioni, a cui seguiranno altri 28 nei due anni successivi, ma sarà solo "un piccolo passo non esaustivo". Abolite le commissioni speciali, dimezzate quelle permanenti, sospesi i trasferimenti al consiglio in attesa di un nuovo regolamento, ridotte le auto blu (le foto della discussione in aula). E nella serata di venerdì 21, Franco Fiorito, indagato per peculato, parla di somme da restituire. Lo fa attraverso il suo avvocato, Carlo Taormina: "Appena avremo un quadro chiaro della situazione dei conti - dice il legale - siamo pronti a restituire il denaro". In base a quanto si apprende, la cifra si aggirerebbe intorno ai 400 mila euro. Somma che Taormina, a SkyTG24, non conferma (VIDEO). Secondo gli inquirenti, l'ex sindaco di Anagni avrebbe dirottato sui suoi conti in Italia e all'estero circa un milione di euro dei fondi destinati al gruppo consiliare del Popolo della Libertà. L'iniziativa di Fiorito potrebbe essere legata ad un aggravamento della sua posizione nell'inchiesta.

Polverini: "Abbiamo dato un cattivissimo esempio" -
Il Lazio vuole diventare d'esempio per le altre Regioni e farà altri tagli "ancora più incisivi" nelle strutture amministrative, ridurrà il numero degli assessori, accorperà le società regionali e le Asl, interverrà su Ater, Ipab, Comunità montane. "Il voto unanime - ha detto la presidente della Regione - mi ha convinto che vale ancora la pena di andare avanti" e di "dare al paese l'idea che c'è una classe politica che non c'entra nulla con le inchieste giudiziarie". "Qualcuno ha sbagliato - ha riconosciuto Polverini - e la magistratura farà il suo corso; qualcun'altro ha solo utilizzati dei fondi per fare politica sul territorio, risorse eccessive che ora verranno ridotte. L'unica cosa che abbiamo compreso è che abbiamo dato, nostro malgrado, un cattivissimo esempio e che eravamo pronti a pagare un prezzo alto" (VIDEO).

Alfano: "Cacceremo dal tempio i mercanti" -
Ma la classe politica regionale può compiere "uno scatto d'orgoglio". La minaccia di dimissioni era vera e concreta ma i tempi richiesti sono stati rispettati: "Se voi ve la sentite - ha detto Polverini concludendo il suo discorso in Aula - io me la sento". Messaggio accolto tanto dal Pdl che da La Destra: "Non ci sono più scuse e non abbiamo paura di andare avanti", ha dichiarato la neo capogruppo Pdl Chiara Colosimo (FOTO - VIDEO). "Polverini è l'unica presidente a tagliare. Non c'è motivo perché si dimetta". Ma l'opposizione non demorde e ribadisce che presenterà la mozione di sfiducia. Da parte sua Angelino Alfano assicura che il Pdl farà di tutto per "cacciare dal tempio mercanti che hanno dilapidato patrimonio di credibilità" e garantisce che non saranno fatti sconti a nessuno: "Non abbiamo nulla a che vedere con ladri e rubagalline".

Fiorito: "Sono un capro espiatorio" -
Alle accuse che piovono da più parti reagisce Franco Fiorito: "Non credo di essere la pietra dello scandalo ma un capro espiatorio"; "Il problema è la maglia legislativa in cui ci siamo introdotti", "il meccanismo, io l'ho trovato così e ho rispettato le leggi". In totale sono otto i milioni transitati nei conti correnti del gruppo consiliare negli ultimi due anni. Ed è questa la cifra su cui adesso i pm della Procura di Roma stanno focalizzando la loro attenzione. Gli inquirenti, che hanno avuto contatti con i colleghi di Viterbo che lunedì 24 interrogheranno Fiorito nell'ambito di una inchiesta su fatture false, fanno capire che "tutto quello che ci è stato raccontato da Fiorito andrà valutato con attenzione, ma l'indagato resta lui". Il riferimento è ai nomi che Fiorito ha fatto durante il lungo interrogatorio di mercoledì 19. Fiorito ha fornito "documenti" di 18 persone ma, di fatto, ha lanciato accuse su 8 persone. La posizione degli otto resta al vaglio degli inquirenti ma se le accuse lanciate da Fiorito dovessero risultare false gli inquirenti potrebbero contestargli anche il reato di calunnia.

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]