Quando la politica inciampa sull'inglese

Politica
Il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro: l'ultimo di una lunga serie di politici incappati in gaffe
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La gaffe più recente è del presidente della provincia di Napoli Cesaro. Ma da Berlusconi a Rutelli, passando per La Russa e il ministero dell'Istruzione, interviste e comunicati sono costellati da espressioni maccheroniche ed errori grammaticali. VIDEO

di Filippo Maria Battaglia

L'ultimo, in ordine di tempo, è stato il presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro, detto Giggino 'a Purpetta, che di fronte a una corposa platea partenopea è inciampato su "world", ripetuto quattro volte e sempre con maggiore insofferenza prima di riuscire a disincagliarsi dallo scioglilingua linguistico.
Una gaffe ripresa da Corriere.it e rimbalzata in rete. Cesaro - che tempo fa aveva trasformato la parola tedesca "diktat" in un più onomatopeico "tic tac" - può comunque consolarsi: non è solo. Di gaffe e scivoloni linguistici in salsa inglese, infatti, la politica sembra piena.



Persino il governo dei cosiddetti tecnici è caduto sulla buccia di banana. E' vero: l'inglese del premier  Monti, del ministro Fornero e del governatore della Bce Draghi è perfetto, ma il ministero dell'Istruzione solo qualche mese fa ha fatto sorridere mezza Italia per la traduzione (piuttosto maccheronica) di un bando per assegno di ricerca pubblicato sul web.
"'Dalla pecora al pecorino' tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano" è stato reso da qualche funzionario con un discutibile "'From sheep to Doggy Style' traceability of milk chain in Tuscany". L'errore? In quel "Doggy Style" che è il modo in cui in slang inglese viene definita una posizione durante l'atto sessuale. Il ministero si scusò, ci rise su e l'incidente si chiuse.

Chi l'aveva presa meno bene, qualche mese prima, era stato l'allora ministro della Difesa Ignazio La Russa. Era l'ottobre 2011 quando in sala stampa il coordinatore nazionale del Pdl si lanciò in un'azzardata risposta in lingua inglese a un giornalista straniero che gli chiedeva di ricostruire il blitz per liberare l'equipaggio della nave italiana "Montecristo".  Quindici secondi di apnea, poi la resa: "Rifacciamola, questa va su Striscia".



Berlusconi in un'altra conferenza stampa, stavolta con l'allora presidente egiziano Hosni Mubarak (era il 19 maggio 2010!), parlò di "Gògol", alludendo a Google, il più noto motore di ricerca a livello mondiale. Ne nacque un rap, cliccatissimo su Youtube.



E pensare che qualche anno prima lo stesso Cavaliere aveva incassato i complimenti (per qualcuno un po' ironici) di George Bush dopo un'uscita fuori programma in cui elogiava gli Stati Uniti. "Your english is very good", disse l'allora presidente, sorridendo sardonico. Lo stesso inglese scolastico sfoggiato dall'allora ministro (stavolta di centrosinistra) Francesco Rutelli per promuovere il Belpaese in un video diventato celebre.

Tutto un altro copione rispetto a quello andato in scena lo scorso febbraio. Protagonista stavolta Mario Monti. Durante un discorso (in italiano) alla sessione plenaria del parlamento europeo si interrruppe per le critiche sussurrate da un eurodeputato e a braccio gli rispose in perfetto inglese, interrotto dagli applausi dell'assemblea.

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