Casini: "Alle elezioni andiamo da soli"

Politica
Il leader dell'Udc Pierferdinando Casini

Il leader Udc spiega che un'alleanza con i progressisti è possibile solo dopo il voto: "Una convergenza per il bene del paese è possibile, ma solo dopo le urne". E prevede una nuova legge elettorale: "Se non la si fa sarà il de prufundis della politica"

"Una convergenza per il bene del Paese, sull'onda dell'emergenza, è possibile, come lo è stato in questa legislatura. Ma dopo che ognuno alle elezioni si sarà presentato con i propri programmi e le proprie liste". Parola di Pier Ferdinando Casini, che in un'intervista al 'Corriere della Sera' incalza: "Non ho avuto paura di scomparire nell'epoca di Berlusconi, figurarsi se ho paura di presentarmi da solo adesso". Il leader dell'Udc indica quindi la linea del partito per il dopo elezioni: "Da tempo in Europa sostengo la collaborazione delle grandi famiglie socialista riformista e popolare europeista".

Casini: "La direzione di marcia è quella di Monti" - Casini ribadisce le distanze con l'alleanza fra Sinistra e libertà e Partito democratico: "Non mi riguarda. Bersani sta organizzando il campo progressista e io non mi impantano nelle eterne questioni della sinistra italiana. Gioco un'altra partita". E ancora: "Non penso certo di farmi fare da Vendola l'esame del sangue. Non mi pare che le sue ricette abbiano avuto grandi ricadute né in Italia, né in Puglia". Il leader dell'Udc si dice comunque convinto che "la politica abbia bisogno di un'apertura alla società civile" e l'Udc è "disponibile a ogni passo indietro, fieri del ruolo che avremo in questa nuova costruzione. Ci va dato atto di aver rinunciato alle seduzioni del potere negli ultimi dieci anni". Una cosa è certa: "La direzione di marcia è quella del governo Monti; non si torna più indietro", sottolinea e rilancia: "Qui si tratta di aver capito che il Paese va risanato, che vanno fatte scelte impopolari. Più pragmatismo e meno ideologie".

Casini: "Sì a una nuova legge elettorale"
- Casini si dice anche fiducioso che si possa arrivare a una nuova legge elettorale, "perché i grandi partiti percepiscono che se non fanno neanche questo, sarà il de profundis per la politica". Sui matrimoni tra omosessuali, tema che ha visto diverse scintille tra i centristi e il Pd, il leader dell'Udc mette le mani avanti e spiega che "trovo stucchevole la strumentalizzazione dei diritti civili da parte di Vendola. Così come da parte di certi ambienti cattolici che cercano di obbligarci all'alleanza col Pdl sfruttando i "temi eticamente sensibili". Su questi si vota secondo coscienza, e l'Udc non accetta lezioni".

Vendola lancia appello all'Udc - E una risposta indiretta a Casini arriva dalle pagine di Repubblica, dove Nichi Vendola gli lancia un appello: "Casini, convertiti! Il liberismo è il diavolo". In un'intervista il leader di Sel dice che "io presento la mia agenda. Casini la sua. Stiamo lavorando a due prospettive completamente diverse". "Prendiamo - spiega ad esempio - la nozione di rigore. Tutti dicono che andremo incontro a periodi durissimi. Ebbene, il rigore puo' essere declinato in molti modi: puoi falcidiare il welfare, continuare a colpire i redditi dei ceti medio-bassi oppure puoi decidere per un'imposta patrimoniale, per la tassazione delle rendite finanziarie e il taglio delle spese militari".

Vendola: "Innaturale tenere fuori l'Idv"
- Sulle possibilità di allargamento del centrosinistra, il leader di Sel osserva quindi: "Penso al civismo nuovo, alla stragrande maggioranza degli italiani che ha votato per l'acqua-bene comune e al protagonismo dei nuovi sindaci". Ci sarà una loro lista? "Non lo so. So soltanto che tra loro si e' aperta la discussione". Alla domanda invece su che fare con il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, Vendola replica: "Il convitato Di Pietro? Direi che èinnaturale tener fuori l'Idv dal cantiere della sinistra".

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