Lavoro, Martone: "Siamo aperti a miglioramenti"

Politica

Il viceministro ospite di Maria Latella nello spazio di approfondimento di SkyTG24: "Bisogna trovare un punto di equilibrio per uscire dalla crisi occupazionale". E sulla Francia: "Una vittoria di Hollande rafforzerebbe l'Italia"

Una vittoria di Hollande in Francia potrebbe rafforzare la posizione dell'Italia in Europa. A dirlo è il viceministro del Lavoro Michel Martone, ospite di Maria Latella nello spazio di approfondimento di SkyTG24 L'Intervista. Secondo Martone, che ha la doppia cittadinanza francese (ma che non voterà, "per i miei impegni istituzionali"), una vittoria del candidato socialista porterebbe gioco-forza la Germania su posizioni meno rigide aprendo a politiche più favorevoli alla crescita. Che poi è la linea che l'Italia sta portando avanti da diversi mesi. Crescita che secondo Martone potrebbe arrivare ripetendo quanto successe nei primi anni ottanta. Anche allora si usciva da un periodo di crisi come gli anni di piombo - ha ricordato - ma si ebbe il coraggio di investire su nuovi settori come la moda e il terziario. Oggi, secondo Martone, bisognerebbe fare lo stesso puntando su green economy e digitale.

Il viceministro è poi intervenuto anche sulla questione degli esodati, quelle persone che a causa della riforma della pensione si trovano senza lavoro e senza pensione. "Capisco le preoccupazioni dei sindacati. Ma assicuro che il ministro Fornero ha a cuore la questione e la segue personalmente" ha detto rispondendo alle domande di Maria Latella. "E' un tema che riguarda la vita di migliaia di persone - ha aggiunto - e non voglio dire altro per non compromettere la trattativa". Per quanto riguarda invece la riforma del lavoro, Martone ha assicurato che il ministro Fornero (secondo cui il governo va a casa se la riforma non passa) "si è detta aperta a miglioramenti della riforma e a trovare  un consenso con le parti. Mi sembra che sia una posizione ragionevole  e spero che si possa trovare velocemente un punto di equilibrio per  risolvere questa preoccupante crisi occupazionale".

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