Terzo polo: alle comunali ognuno va per la sua strada

Politica
Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini insieme a una manifestazione del Terzo polo
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Hanno un candidato unitario a Genova e in qualche altro Comune, ma in tanti casi Udc, Fli e Api sostengono sindaci diversi alle amministrative. E si preparano dunque a sfidarsi. Da Palermo a L'Aquila, a Verona, la regola sono le alleanze variabili

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Dopo le amministrative, avvieranno la costituente di un nuovo soggetto politico. Ma solo dopo. Per ora Udc, Fli e Api vanno in ordine sparso. E alle comunali si presentano uniti come Terzo polo solo in alcuni Comuni. Mentre per il resto ognuno di loro fa come gli pare. Tanto che capita, come a l’Aquila, che i partiti di Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Francesco Rutelli sostengano in una stessa città tre candidati diversi. O che scelgano alleati contrapposti, come a Verona, dove Udc e Fli stanno col Pdl, mentre l’Api va a braccetto con la Lega.

L’anno scorso il Terzo polo era riuscito a presentare candidati unitari almeno nelle città simbolo del turno elettorale: Torino, Milano, Napoli e Bologna. Questa volta si sarebbe voluto dare un segnale scegliendo un solo uomo a Genova e Palermo. E invece mentre nel capoluogo ligure i terzopolisti hanno trovato la convergenza su Enrico Musso, in Sicilia si sono spaccati. Avevano infatti scelto insieme il nome di Massimo Costa per Palermo, ma l’apertura di questi al Pdl ha provocato una insanabile frattura. E così l’Udc è rimasta al fianco di Costa (insieme al partito di Alfano) mentre Fli, Api ed Mpa hanno giocato la carta del finiano Alessandro Aricò.

Ma non sembra essere un veto assoluto, quello che gli esponenti del partito di Fini pongono sulle alleanze con il Pdl. Tanto che Fli va a braccetto con i berlusconiani a Taranto, a sostegno dell’avvocato Filippo Condemi, detto Aldo. E l’Udc che fa? Questa volta se ne va con il Pd. E pure con Sel e Idv. Perché sceglie insieme all’Api di sostenere il sindaco uscente Ippazio Stefano, uomo del centrosinistra.

Per "audacia" si spinge ancora oltre il partito di Rutelli. E costituisce la lista civica Alleanza per Verona per poter contribuire (rispettando la volontà della Lega di allearsi con sole liste civiche) alla rielezione del leghista Flavio Tosi. A contendergli la guida della città veneta, sarà però Luigi Castelletti, che ha dalla sua il Pdl e l’altra parte di Terzo polo: Udc e Fli.

Insomma, sarà difficile dire che percentuali avrà preso l’alleanza Casini-Fini-Rutelli alle amministrative. Perché in molti casi i rispettivi partiti anziché remare per il successo comune, si contenderanno i voti. Come a l’Aquila, dove andranno tutti divisi: l’Api rispolvererà l’alleanza col Pd in favore di Massimo Cialente, Fli candiderà il consigliere comunale uscente Enrico Verini e l’Udc correrà con un uomo dell’Mpa, Giorgio De Matteis. Certo, sono alte le probabilità che un pezzo di Terzo polo vada a governare la città. Molto più difficile (salvo alleanze al secondo turno) che ci vadano tutti insieme.

E gli esempi possibili sono numerosi. A Catanzaro, per dire, ce l’avevano quasi fatta a presentarsi come Terzo polo (Udc, Fli, Mpa sostengono Pino Celi), se non fosse stato per l’Api. Che ha scelto questa volta il candidato del Pdl e sindaco uscente, Sergio Abramo.
A Monza si sfideranno due donne terzopoliste, Anna Martinetti (Udc e Api) e la finiana Anna Mancuso. A Parma l’Udc ha trovato un proprio nome, quello dell’ex sindaco Elvio Ubaldi, mentre Fli non ha presentato una propria lista, anche se una parte dei suoi esponenti si sono schierati al fianco di Vincenzo Bernazzoli, appoggiato da Pd, Sel e Pdci.

Certo, esistono anche casi come Pistoia, dove il finiano Alessio Bartolomei si candida sotto le insegne di una lista 'Terzo polo'. Ma la corsa in ordine sparso di Udc, Fli ed Api è più frequente. E’ normale, spiegano dai partiti, perché le scelte dei sindaci sono per lo più il frutto di equilibri locali, legati alle persone, più che ai partiti. Se ne riparla dunque alle prossime amministrative, se nascerà davvero, come annunciato, quella “nuova aggregazione” che dovrà superare i partiti esistenti e pure il Terzo polo. Anche nei comuni.

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