Lavoro, Napolitano: "Grave se non c'è accordo". VIDEO

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I sindacati cercano (ma per ora non trovano) una posizione comune sulla norma sui licenziamenti. Landini: "Almeno 2 ore di sciopero su articolo 18". Fornero: "Riforma raggiunta con consenso delle parti sociali ha un valore aggiunto che senza non avrebbe"

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(in fondo all'articolo tutti i video sulla riforma del lavoro)

Giornata di intenso lavoro per i sindacati alla vigilia dell'incontro, che dovrebbe essere definitivo, con il governo sulla riforma del mercato del lavoro. 
Dopo le prese di posizione del fine settimana, e relative polemiche, sulla riforma del mercato del lavoro, si lavora per ricucire in vista dell'incontro in plenaria di martedì 20 marzo, considerato decisivo per chiudere la partita. Al tavolo siederà anche il presidente del Consiglio, Mario Monti, che vuole un accordo entro il mese di marzo. E sulla necessità di trovare un'intesa tra le parti arriva anche la sollecitazione di Giorgio Napolitano, secondo cui "sarebbe grave la  mancanza di un accordo cui le parti sociali diano solidalmente il loro contributo".

Nessun documento comune di Cgil Cisl e Uil - I leader di Cgil, Cisl e Uil, si sono incontrati il 19 marzo per trovare una posizione comune sull'articolo 18 che per ora ancora non è stata trovata. "Stiamo lavorando", si sono limitati a dire Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, segretari di Cisl e Uil, al termine della riunione. "Nessun documento condiviso con Cisl e Uil sull'articolo 18 ma con Bonanni e Angeletti stiamo lavorando e continueremo a sentirci", ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
A complicare la posizione della Cgil la proclamazione da parte della Fiom di due ore di sciopero, martedì 20 marzo, in tutte le fabbriche contro ogni modifica della norma che tutela dai licenziamenti senza giusta causa.

Fornero: "Spero un'intesa con i sindacati" -  Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, tenta di allentare la tensione dopo le affermazioni del weekend ("la riforma sarà varata entro la settimana, con o senza il consenso delle parti sociali"). "La riforma raggiunta con il consenso delle parti sociali ha un valore aggiunto che senza non avrebbe", ha detto infatti Elsa Fornero, ribadendo che il suo impegno per il raggiungimento di un'intesa è massimo. Il ministro, intervenendo in collegamento a un convegno milanese (GUARDA IL VIDEO), ha affermato di comprendere l'atteggiamento dei sindacati e il loro attaccamento, "anche simbolico" a "regole e garanzie che fanno parte della loro storia". La Fornero ha anche detto che nessuno vuole togliere regole e garanzie in senso punitivo e ha chiesto di fare un passo avanti nell'interesse dei giovani e del Paese. "Mi sembra difficile che la riforma che proponiamo possa essere rifiutata", ha concluso.

Napolitano: "Grave non trovare l'accordo"
- Conversando con i giornalisti alla Camera il capo dello Stato ha dichiarato di aspettarsi che "anche le parti sociali mostrino di intendere che è il momento di far prevalere l'interesse generale su qualsiasi interesse e calcolo particolare".  "Lo richiedono le difficoltà del paese, lo richiedono i  problemi che sono dinanzi al mondo del lavoro e delle giovani  generazioni" conclude Napolitano.

Sindacati: no a licenziamenti per motivi disciplinari - Nodo principale per i sindacati resta la modifica dell'articolo 18. Il modello sul quale punta il governo è quello tedesco. Il reintegro continuerebbe a essere garantito per i licenziamenti discriminatori. Possibile invece il licenziamento individuale per ragioni economiche a fronte di un indennizzo. Spetterà invece al giudice valutare, in caso di licenziamento per motivi disciplinari, se reintegrare il lavoratore o assegnargli un indennizzo. Si punta anche a velocizzare la durata delle cause del lavoro. Il leader della Uil, Luigi Angeletti, di solito dialogante, si è messo di traverso sulla possibilità che ci siano licenziamenti per motivi disciplinari. "Un accordo non è possibile, è possibilissimo. Basta togliere questa impuntatura, questa norma sui licenziamenti disciplinari che non c'entra assolutamente niente con l'economia, con la flessibilità, con i posti di lavoro. E' una pura questione di potere", ha detto Angeletti in un'intervista a la Stampa. Anche Susanna Camusso che aveva aperto, nonostante le pressioni interne della Fiom, a modifiche delle norme sui licenziamenti è tornata su posizioni più rigide.

Landini (Fiom): nessuna modifica all'art 18 -  Sulla norma dei licenziamenti interviene anche il leader della Fiom Maurizio Landini, che propone per martedì 20 marzo "almeno due ore di sciopero per dire che non siamo disposti ad accettare modifiche all'articolo 18". Per Landini, infatti, "non ci sono spazi per fare un accordo che modifichi l'articolo 18" e, in ogni caso, "in merito alla riforma del lavoro poniamo il problema che, di fronte a qualsiasi accordo raggiunto, questo debba essere sottoposto al voto libero delle lavoratrici e dei lavoratori, deve essere sottoposto a referendum".

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