Lavoro, l'accordo è vicino. Monti convoca le parti sociali

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Il presidente del Consiglio: “Vertice il 20 marzo per tirare le somme della riforma”. Verso l’intesa sull’art. 18: reintegro per i licenziamenti discriminatori, negli altri casi decide il giudice. Meno contratti a progetto, stretta sulle partite Iva

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(in fondo all'articolo tutti i video sulla riforma del lavoro)

Stretta finale sulla riforma del lavoro. Il governo convoca le parti sociali per il 20 marzo. Bisogna tirare le somme ha affermato il presidente del Consiglio Mario Monti attraverso la nota di Palazzo Chigi attraverso la quale ha annunciato il prossimo incontro. Una convinzione ribadita anche qualche ora dopo, nel corso di un'audizione alla Camera da parte dello stesso premier.

Il governo accelera  - "Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, in accordo con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero - si legge nella nota di Palazzo Chigi - ha convocato a Palazzo Chigi le Parti Sociali per martedì 20 marzo alle ore 15.30. La riunione verterà sulla 'Riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita' e sarà l'occasione per tirare le somme di un percorso di dialogo avviato a Palazzo Chigi il 23 gennaio 2012 e che porterà ad una conclusione, auspicabilmente con un pieno accordo, entro la fine di marzo".
La convocazione arriva il giorno dopo la riunione fiume tra i rappresentanti delle sigle sindacali e il ministro Elsa Fornero. Un vertice, durato oltre cinque ore, durante il quale si sarebbe trovato un accordo soddisfacente. "Intesa realizzabile" ha commentato il ministro del Welfare; "Stanno maturando cose positive" ha invece affermato il segretario di Cgil Susanna Camusso. Insomma, dopo gli strappi e le polemiche dei giorni scorsi, o anche solo dopo le battute sulla 'paccata' di miliardi che balla nella partita sugli ammortizzatori, arrivano segnali di distensione tra governo e sindacati sul tema del lavoro.

Dall'articolo 18 ai fondi per gli ammortizzatori sociali (GUARDA LA RASSEGNA STAMPA), ecco i punti sui quali governo e parti sociali stanno lavorando:

Licenziamenti più facili per motivi economici - "Ecco come cambia l'articolo 18" titola il Corriere della Sera, che spiega i punti dell'intesa. "Il diritto al reintegro nel posto di lavoro previsto dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori resterebbe solo nel caso dei licenziamenti discriminatori. - spiega Enrico Marro - Per quelli per motivi economici ci sarebbe invece solo un indennizzo, mentre per quelli disciplinari sarebbe il giudice a decidere se il lavoratore debba essere reintegrato oppure indennizzato, sul modello tedesco.

Precari, stretta sui lavori a termine - "Dalle finte partite Iva ai collaboratori, ecco le nuove garanzie anti-abusi". Il dossier di Valentina Conte su Repubblica riassume le norme che il governo potrebbe adottare per tradurre "la flessibilità buona sfoltendo la giungla dei contratti ad otto tipologie essenziali e si impegna a disincentivare e sanzionare gli utilizzi impropri". Dal contratto a tempo determinato (che prevede costi aggiuntivi per le imprese al fine di disincentivarne l'uso) alla Partita iva (Se la collaborazione è strutturale, scatta l'assunzione definitiva) - LEGGI IL DOCUMENTO.

Nuovi ammortizzatori sociali: 3,8 miliardi -
"Il governo è disposto a stanziare 3,8 miliardi di euro l'anno" spiega il Messaggero. "In pratica - scrive Giusy Franzese - i 2 di cui si è parlato finora, in aggiunta a quelli previsti per la cassa in deroga 8circa 1,8) che con l'entrata a regime della riforma cambieranno destinazione (la cig in deroga non esisterà più) ma resteranno a copertura parziale dei nuovi ammortizzatori".

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