Il leader del Pd, in un’intervista a la Repubblica, non chiude all’ipotesi del Professore premier anche dopo le elezioni del 2013, ma con “una maggioranza politica”. E sulla Tav: “Non è più in discussione il se ma il come”
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Quella battuta non mi è proprio piaciuta. Non esistono i partiti. Non siamo tutti uguali. Ogni forza politica ha la sua faccia". Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, commentando una dichiarazione del presidente del Consiglio, Mario Monti, sul possibile allargamento dello spread tra i partiti che sostengono il governo. "Noi abbiamo la nostra che è diversa da chi vuole stralciare le norme sulla corruzione - aggiunge - o regalare le frequenze o far saltare i vertici a Palazzo Chigi".
"Il segretario interviene anche sulla Tav e sottolinea che "non c'è più spazio per posizioni ambigue che con la scusa del dialogo possano mettere in forse l'opera. Si può invece discutere il come". Sul piano politico, Bersani rifiuta l'idea che un governo tecnico non possa affrontare alcuni argomenti. "La corruzione non è un tema economico? - si domanda - Lo dice l'Ocse, lo posso dire anch'io? Vendere le frequenze tv invece di regalarle non è una scelta di economia? Non accetto che si mettano limiti di questo genere all'azione di governo, come non accetto di non discutere la questione della Rai".
"Sul futuro del governo, "finita l'emergenza, penso che si debba tornare a una democrazia riformata ma che funziona con due polmoni, secondo le regole dell'alternanza", perché "quello che conta è che si determini una maggioranza politica. Il tasso tecnico dei governi non è la questione principale". La "prospettiva" è quella di "un'alleanza di governo tra forze progressiste e moderate".
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