Primarie Palermo, vigilia di fuoco: in tre contro Borsellino
PoliticaDomani nel capoluogo siciliano la scelta dell'aspirante sindaco del centrosinistra. Dopo una campagna elettorale tesa, gli outsider sperano di scalzare la candidata di Pd, Idv e Sel. Intanto, a l'Aquila un vendoliano sfida il sindaco uscente Cialente
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di Serenella Mattera
Se perde Rita Borsellino, perdono insieme a lei Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Ecco perché c’è tanta attenzione (e apprensione) attorno alle primarie di Palermo. I leader della foto di Vasto questa volta non possono proprio sbagliare. Ma Bersani lo sa: “questi confronti non sono un pranzo di gala”. E può portare frutti dolorosi la campagna al veleno dei tre sfidanti di Borsellino, Davide Faraone, Fabrizio Ferrandelli e Antonella Monastra. I loro sogni da outsider vincenti sono incoraggiati dall’esempio di Giuliano Pisapia a Milano e Marco Doria a Genova. La loro speranza di far saltare il banco, alla vigilia del voto, pare tutt’altro che campata in aria.
In questa domenica 4 marzo occhi puntati, dunque, sulle primarie del centrosinistra nel capoluogo siciliano. Ma attenzione anche a L’Aquila, dove Massimo Cialente, il sindaco del terremoto, si gioca la ricandidatura contro un agguerrito sfidante vendoliano.
Palermo – Il paradosso è che difficilmente il Partito democratico perderà le primarie siciliane del centrosinistra: i due avversari più temuti della Borsellino, Ferrandelli e Faraone, sono sostenuti da due aree del Pd. Paradosso nel paradosso è che solo Faraone, tra i quattro candidati, è ufficialmente un democrat, con tessera in tasca. Il risultato, è comunque la sensazione che per la candidatura a sindaco sia in atto una contesa fratricida.
Bersani a Palermo ci è andato e ha provato a placare i toni: “Le primarie non sono una cena di gala – ha detto – ma non ci sarà alcuna resa dei conti nel Pd”. Certo, però, il segretario sostiene apertamente Borsellino e vincerà o perderà con lei. Lei che è appoggiata da tutto lo stato maggiore del Pd (da Anna Finocchiaro a Walter Veltroni), da Sel e Idv (anche Vendola e Di Pietro si son fatti vedere nel capoluogo siciliano per la campagna elettorale) e anche da Prc e Verdi, dovrebbe aver già in tasca la vittoria. Ma alla vigilia, mentre si allestiscono 31 gazebo per il voto in tutta la città, qualche preoccupazione c’è. Come testimonia involontariamente Di Pietro, vittima di uno scherzo telefonico di una trasmissione radiofonica di Rds. A un finto Vendola il leader idv confessa infatti i suoi timori: “Non vorrei che quello che è uscito da me vada a vincere e noi che abbiamo appoggiato la Borsellino…”.
Di Pietro si riferisce a Ferrandelli, consigliere comunale dell’Idv ‘scomunicato’ dal partito per la sua decisione di candidarsi alle primarie. L'avversario più temibile, perché raccoglie non solo il sostegno di Sonia Alfano, Rosario Crocetta e qualche dipietrista, ma anche di quell’area Pd (in testa, Beppe Lumia e Antonello Cracolici) che non vuole tradire l’alleanza regionale con Raffaele Lombardo e vorrebbe l’intesa col Terzo polo anche per il Comune. Leoluca Orlando, l’ex sindaco che in queste settimane ha girato mezza Palermo al fianco di Borsellino, tuona: “Ferrandelli ha scelto di essere il candidato di Lombardo”. Ma l'accusa è rispedita al mittente dall’interessato, che già pronostica: “Finirà con un testa a testa tra me e Rita Borsellino”.
Ma anche Faraone spera di fare il colpaccio. Lui che, in quota ‘rottamatori’, la campagna elettorale l’ha iniziata da mesi, ha il sostegno di Matteo Renzi e l’aiuto di Giorgio Gori. “Sconfiggere gli apparati”, è la missione di Faraone. E Renzi non nasconde la difficoltà dell’impresa: “Che apparati quelli di Palermo: Davide contro Golia”. Ma il ‘rottamatore’ palermitano non ha certo risparmiato la sua fionda, in questi giorni. “Ti sei tolto la maglia di arbitro per fare il dodicesimo uomo in campo”, ha accusato Bersani. E ha denunciato senza sosta il sostegno economico che il Pd avrebbe dato (contro ogni regola) alla campagna elettorale di Borsellino. Circostanza che il partito nega con decisione. Anche se ai microfoni di ‘Piazza pulita’, il titolare di un’agenzia di comunicazione siciliana ha raccontato: “In prima battuta il Pd si stava interessando a sostenere il candidato (Borsellino, ndr), poi sentendo il clamore ha fatto quattro passi indietro”.
La vera outsider, Antonella Monastra, ginecologa non sostenuta da nessun dirigente locale o nazionale, ma da movimenti e associazioni cittadine, fa sapere che lei per la sua campagna ha speso 9.330 euro, in piena trasparenza. Ormai, però, sono solo le cifre del voto a contare. E, nell’atmosfera tesa della vigilia, la preoccupazione di tutti è per una telefonata anonima ricevuta dalla sede siciliana del Pd: “Vogliono ammazzare Rita Borsellino”. Nella speranza che sia solo uno scherzo di pessimo gusto.
L’Aquila – Toni meno accesi a l’Aquila, dove la sfida si gioca tra il sindaco uscente Massimo Cialente, sostenuto da Pd, Api, Comunisti italiani e Socialisti (l’Idv non partecipa alle primarie e ha un proprio candidato sindaco) e Vittorio Festuccia, primario ospedaliero ed ex capogruppo Ds in Comune, oggi candidato con Sel.
Cialente assicura di aver “chiesto” lui stesso di confrontarsi con le primarie per due ragioni: “Sarebbe arrogante non sottopormi a un esame dopo che la città è stata colpita dalla più grande tragedia. E inoltre c’è la crisi dei partiti e della capacità a esprimere candidature: è una situazione drammatica e molti si sono fatti indietro, siamo solo in due a correre”. Ma il risultato non è affatto scontato e lo sfidante ha le sue speranze: “Sono per una rivoluzione serena - ha detto in campagna elettorale Festuccia - Non possiamo rischiare di avere un centro storico come una moderna Pompei e una periferia terzomondista”.
Quella che si disputerà domani nei 15 gazebo allestiti in città e poi a maggio nelle urne, “è una sfida italiana”, afferma Nichi Vendola. Comunque vadano le primarie, “la coalizione di centrosinistra dovrà alzare la bandiera della ricostruzione dell’Aquila come un grande obiettivo della nazione”.
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Se perde Rita Borsellino, perdono insieme a lei Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Ecco perché c’è tanta attenzione (e apprensione) attorno alle primarie di Palermo. I leader della foto di Vasto questa volta non possono proprio sbagliare. Ma Bersani lo sa: “questi confronti non sono un pranzo di gala”. E può portare frutti dolorosi la campagna al veleno dei tre sfidanti di Borsellino, Davide Faraone, Fabrizio Ferrandelli e Antonella Monastra. I loro sogni da outsider vincenti sono incoraggiati dall’esempio di Giuliano Pisapia a Milano e Marco Doria a Genova. La loro speranza di far saltare il banco, alla vigilia del voto, pare tutt’altro che campata in aria.
In questa domenica 4 marzo occhi puntati, dunque, sulle primarie del centrosinistra nel capoluogo siciliano. Ma attenzione anche a L’Aquila, dove Massimo Cialente, il sindaco del terremoto, si gioca la ricandidatura contro un agguerrito sfidante vendoliano.
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Bersani a Palermo ci è andato e ha provato a placare i toni: “Le primarie non sono una cena di gala – ha detto – ma non ci sarà alcuna resa dei conti nel Pd”. Certo, però, il segretario sostiene apertamente Borsellino e vincerà o perderà con lei. Lei che è appoggiata da tutto lo stato maggiore del Pd (da Anna Finocchiaro a Walter Veltroni), da Sel e Idv (anche Vendola e Di Pietro si son fatti vedere nel capoluogo siciliano per la campagna elettorale) e anche da Prc e Verdi, dovrebbe aver già in tasca la vittoria. Ma alla vigilia, mentre si allestiscono 31 gazebo per il voto in tutta la città, qualche preoccupazione c’è. Come testimonia involontariamente Di Pietro, vittima di uno scherzo telefonico di una trasmissione radiofonica di Rds. A un finto Vendola il leader idv confessa infatti i suoi timori: “Non vorrei che quello che è uscito da me vada a vincere e noi che abbiamo appoggiato la Borsellino…”.
Di Pietro si riferisce a Ferrandelli, consigliere comunale dell’Idv ‘scomunicato’ dal partito per la sua decisione di candidarsi alle primarie. L'avversario più temibile, perché raccoglie non solo il sostegno di Sonia Alfano, Rosario Crocetta e qualche dipietrista, ma anche di quell’area Pd (in testa, Beppe Lumia e Antonello Cracolici) che non vuole tradire l’alleanza regionale con Raffaele Lombardo e vorrebbe l’intesa col Terzo polo anche per il Comune. Leoluca Orlando, l’ex sindaco che in queste settimane ha girato mezza Palermo al fianco di Borsellino, tuona: “Ferrandelli ha scelto di essere il candidato di Lombardo”. Ma l'accusa è rispedita al mittente dall’interessato, che già pronostica: “Finirà con un testa a testa tra me e Rita Borsellino”.
Ma anche Faraone spera di fare il colpaccio. Lui che, in quota ‘rottamatori’, la campagna elettorale l’ha iniziata da mesi, ha il sostegno di Matteo Renzi e l’aiuto di Giorgio Gori. “Sconfiggere gli apparati”, è la missione di Faraone. E Renzi non nasconde la difficoltà dell’impresa: “Che apparati quelli di Palermo: Davide contro Golia”. Ma il ‘rottamatore’ palermitano non ha certo risparmiato la sua fionda, in questi giorni. “Ti sei tolto la maglia di arbitro per fare il dodicesimo uomo in campo”, ha accusato Bersani. E ha denunciato senza sosta il sostegno economico che il Pd avrebbe dato (contro ogni regola) alla campagna elettorale di Borsellino. Circostanza che il partito nega con decisione. Anche se ai microfoni di ‘Piazza pulita’, il titolare di un’agenzia di comunicazione siciliana ha raccontato: “In prima battuta il Pd si stava interessando a sostenere il candidato (Borsellino, ndr), poi sentendo il clamore ha fatto quattro passi indietro”.
La vera outsider, Antonella Monastra, ginecologa non sostenuta da nessun dirigente locale o nazionale, ma da movimenti e associazioni cittadine, fa sapere che lei per la sua campagna ha speso 9.330 euro, in piena trasparenza. Ormai, però, sono solo le cifre del voto a contare. E, nell’atmosfera tesa della vigilia, la preoccupazione di tutti è per una telefonata anonima ricevuta dalla sede siciliana del Pd: “Vogliono ammazzare Rita Borsellino”. Nella speranza che sia solo uno scherzo di pessimo gusto.
L’Aquila – Toni meno accesi a l’Aquila, dove la sfida si gioca tra il sindaco uscente Massimo Cialente, sostenuto da Pd, Api, Comunisti italiani e Socialisti (l’Idv non partecipa alle primarie e ha un proprio candidato sindaco) e Vittorio Festuccia, primario ospedaliero ed ex capogruppo Ds in Comune, oggi candidato con Sel.
Cialente assicura di aver “chiesto” lui stesso di confrontarsi con le primarie per due ragioni: “Sarebbe arrogante non sottopormi a un esame dopo che la città è stata colpita dalla più grande tragedia. E inoltre c’è la crisi dei partiti e della capacità a esprimere candidature: è una situazione drammatica e molti si sono fatti indietro, siamo solo in due a correre”. Ma il risultato non è affatto scontato e lo sfidante ha le sue speranze: “Sono per una rivoluzione serena - ha detto in campagna elettorale Festuccia - Non possiamo rischiare di avere un centro storico come una moderna Pompei e una periferia terzomondista”.
Quella che si disputerà domani nei 15 gazebo allestiti in città e poi a maggio nelle urne, “è una sfida italiana”, afferma Nichi Vendola. Comunque vadano le primarie, “la coalizione di centrosinistra dovrà alzare la bandiera della ricostruzione dell’Aquila come un grande obiettivo della nazione”.