Cosentino, si vota sull'arresto. La Lega fa dietrofront

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Alla Camera si decide sul deputato Pdl. Bossi dice che lascerà libertà di coscienza ai suoi parlamentari perché dalle carte non emerge "niente". Durante la seduta della Giunta, i leghisti avevano invece votato a favore. Lepore: non c'è fumus persecutionis

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"Dalle carte" della magistratura su Nicola Cosentino "non esce niente, non esce una colpevolezza".
Così il leader della Lega Umberto Bossi commenta la richiesta di arresto inviata dalla procura di Napoli al parlamento nella quale si chiede la custodia cautelare del deputato Pdl. Alla domanda se dunque lascerà o meno libertà di coscienza sul voto ai deputati del suo partito, il leader del Carroccio risponde: "Penso di sì. Bisogna stare tranquilli quando si parla di arresti".
La Lega fa dunque un altro dietrofront, a poche ore dal voto in Aula che dovrà decidere sull'arresto.
Durante la seduta della Giunta per le autorizzazioni alla Camera, i leghisti si erano infatti espressi a favore della richiesta.

Intanto, ospite della trasmissione Rapporto Carelli, in onda su SkyTG24, l'ex procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore smentisce nettamente che l'attività giudiziara nei confronti di Cosentino è iniziata immediatamente dopo la sua nomina a sottosegretario: "Risale a molto prima, dal 2007, quando ancora Cosentino non era né sottosegretario né coordinatore regionale campano". "Non c'è fumus persecutionis - ha aggiunto Lepore, da poco in pensione - sette pubblici ministeri hanno preso in esame la sua posizione prima di formulare le accuse".

Le dichiarazioni dell'ex procuratore Lepore

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