La manovra e i costi della politica: i tagli che mancano

Politica

E' l'analisi del Corriere della Sera sulle misure contenute nel decreto "salva-Italia" approdato in Parlamento. Libero e Unità attaccano sulla lotta all'evasione: misure troppo deboli. Per Lupi (Pdl) "servono correzioni". LA RASSEGNA STAMPA

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(In fondo all'articolo tutti i video sulla manovra)

Sarà accelerato il più possibile l'iter della manovra "salva-Italia" in Parlamento l'obiettivo è vararla entro Natale. Lunedì 5 Monti ha illustrato i provvedimenti alla Camera e al Senato: "L'Italia non fallirà", ha detto. Il governo appare pronto a valutare piccoli aggiustamenti, ma senza stravolgere l'impianto del pacchetto. Le misure messe a punto, per Monti, restano l'unica alternativa credibile ad una crisi che rischia di trascinare "nell'abisso", con l'Italia, l'intera Eurolandia.
Prossimo obiettivo annunciato è una riforma del lavoro ma intanto sui giornali si continua a parlare dei provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri (guarda nel video in alto la rassegna stampa).

Visco: "Sull'evasione andava fatto di più" -
Non mancano le voci critiche, anche tra le fila del Pd. Su Repubblca è l'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco ad accusare: "Sulla lotta all'evasione fiscale andava fatto di più", spiega. Perché "si rischia di far passare un messaggio devastante: i pensionati possono essere massacrati, ma gli evasori non si toccano". Più di un dubbio solleva su La Stampa anche Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato: "Questa manovra è sbilanciata - dice - Per quei soggetti che hanno violato la legge portando all'estero i loro capitali, per poi farli rientrare pagando solo il 4 per cento, francamente è ancora una carezza". Altra prospettiva, stesse critiche: all'argomento Libero dedica il titolo di apertura del giornale: "Gli evasori ringraziano", si legge in prima pagina: "Nessuna seria misura contro i furbetti. In compenso, la stangata di Monti indurrà altri italiani a dribblare le tasse e a portare il proprio denaro all'estero.

Le tre proposte dell'Unità -
Critica sulla manovra anche l'Unità che in prima pagina offre "Tre proposte concrete per correggere le iniquità". Anche qui si parte dalla lotta all'evasione con "l'accesso ai dati finanziari per una patrimoniale che colpisca i soliti ignoti"; "aumentare l'aliquota agli scudati per togliere la tassa sulle pensioni"; e infine un'asta delle frequenze tv per recuperare 3-4 miliardi".

Lupi: "Servono correzioni" - Anche da destra non mancano le perplessità. Il vicepresidente Pdl alla Camera, Maurizio Lupi ammette in un'intervista a La Stampa: "La manovra va resa più equa almeno su 3 punti: Ici, Irpef e deduzioni". E a proposito della rabbia, espressa anche online, dagli elettori, spiega: "E' giusto che la politica si assuma le proprie responsabilità, spiegando agli elettori che il costo che avrebbe pagato il paese sarebbe stato più alto del salasso di questa manovra".

Corriere: "Costi della politica, i tagli che mancano" - Il Corriere della Sera torna sulla manovra anche con un articolo di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Gli autori de La Casta si concentrano sui tagli (che mancano) ai costi della politica: "Sono tante le cose che si possono fare stando alla larga dal qualunquismo, dal populismo, dalla demagogia. Purché abbia chiaro che si metterà contro il più grande dei partiti italiani, il Pti: Partito Trasversale Ingordi".

L'appello di Amato e Prodi -
Al premier Mario Monti dalle colonne del Sole 24 Ore arriva anche un appello. Porta le firme di Giuliano Amato e Romano Prodi e riguarda l'Unione Europea. "A medio termine noi auspichiamo la nascita degli Stati Uniti d'Europa", scrivono gli ex premier. "La scelta alla quale sono chiamate oggi le istituzioni europee ed in particolare il Consiglio europeo del 9 dicembre - affermano Amato e Prodi - non è fra una zona euro a 17 e un'Unione a 27 o ancor più Stati membri, ma investe il rafforzamento dell'Eurozona, evitando le derive intergovernative attuali per preservare delle prospettive comunitarie piu' ampie".  Per i due esponenti politici, "sarebbe innanzitutto nefasto procedere all'elaborazione segreta e frettolosa ed all'adozione di un trattato ad hoc per un gruppo limitato - sottolineano - di Paesi all'interno dell'Eurozona". La prima conseguenza sarebbe l'attacco, da parte dei mercati, ai Paesi rimasti fuori. "In questo spirito noi condividiamo l'idea di un referendum paneuropeo" e "considerato il carattere eccezionale delle decisioni che dovranno essere assunte dal Consiglio europeo del 9 dicembre - aggiungono - sottolineiamo l'opportunità e l'urgenza che il presidente del Consiglio informi preventivamente le Camere sulla posizione del governo italiano, sollecitando un sostegno parlamentare".

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