Boeri-Pisapia, gli elettori in Rete: basta risse serve unità

Politica
Pisapia con Boeri durante un consiglio comunale (Fotogramma
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Decine di messaggi sui social network, appelli online e polemiche. La lite tra il sindaco di Milano e l’assessore, che ha rimesso le deleghe, coinvolge e appassiona. Chi difende uno, chi l’altro. E chi spera che tutto si risolva con un nuovo arcobaleno

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La fotostory di: Stefano Boeri - Giuliano Pisapia

“Sentivamo proprio la necessità di farci ridere dietro dai berluscones, vero?”. In attesa della decisione di Giuliano Pisapia, che dovrà sciogliere in queste ore il nodo dello scontro con Stefano Boeri - l’assessore che lunedì 28 novembre ha deciso di rimettere le sue deleghe (Expo e Cultura) nelle mani del sindaco - la delusione dei simpatizzanti della “primavera arancione” di Milano si fa sentire online.
Scorrendo tra i tanti messaggi lasciati sulle bacheche di Facebook o su Twitter si ha la sensazione che il terremoto improvviso, ma non per questo imprevisto (tra i due il rapporto non è mai stato idilliaco), abbia lasciato un segno nel centrosinistra. Non solo milanese.
Le scuse dell’assessore dimissionario, che in un’intervista a Repubblica ha ammesso che “la mancanza di collegialità in una giunta sia un errore”, hanno però riaperto uno spiraglio: Pisapia infatti potrebbe decidere di confermare la fiducia a Boeri, magari togliendogli la delega all’Expo e lasciandogli quella alla Cultura.

Sul web nelle ultime ore sono piovuti centinaia di inviti alla pace. Dai post sui social network agli appelli delle associazioni, come quello promosso da Esterni: sotto la scritta “Il vento è sempre stato uno solo” la parodia della pubblicità della Benetton Unhate, con Pisapia e Boeri che si baciano.
Tutti a favore di una riconciliazione? Nemmeno per sogno. Per Paola “quando c'è un programma sottoscritto e condiviso è davvero inammissibile, permettersi, soprattutto al di fuori dei luoghi preposti (vedi giunta), di attaccarlo in una o più delle sue parti! Queste scuse, purtroppo appaiono di maniera, anche perché arrivano a conclusione di un lungo periodo di scontri!”. Il sito online de Linkiesta ha criticato con un articolo l’iniziativa dell’associazione Esterni. “È inevitabile, i grandi errori politici si pagano - scrive Michele Fusco -. Ma anche si risolvono con gesti netti, chiari, limpidi. L’opposizione farà il suo mestiere e cavalcherà (giustamente) questa vicenda desolante. È la democrazia, bellezza”.

Ma è soprattutto Facebook il catalizzatore del malcontento. Scrive Raffaella: “Le elezioni a Milano non sono state un semplice evento locale: assieme a Cagliari e a Napoli ci hanno dato speranza, ci hanno mostrato che un cambiamento è possibile... E' per questo motivo che, oggi, sentire le notizie relative alla rottura Pisapia-Boeri fa male...”.

In questo scontro anche gli elettori o i semplici osservatori della politica meneghina si dividono. Chi con Pisapia, chi con Boeri.
“Avevo apprezzato il comportamento di Boeri dopo le primarie - dice Giovanni - quando aveva garantito un completo appoggio alla candidatura di Pisapia mantenendo la promessa e contribuendo al successo che ci ha entusiasmato. Proprio - dicevamo -come Hillary Clinton. La quale però continua a lavorare in squadra con Obama anche DOPO le elezioni. Per piacere, Boeri, ci aiuti a pensare che il vento è cambiato per davvero. Di questi protagonismi, battibecchi e balletti ne avremmo anche avuto abbastanza con quelli di prima”.
Ma c’è chi come Gloria se la prende invece  con il primo cittadino: “Mi spiace ma non ho fatto campagna per Pisapia per vederlo appiattito sulle posizioni di Formigoni e Podestà”. E Paolo, commentando il post con cui il sindaco ha fatto appello alla collegialità, afferma senza dubbi (ma anche senza addurre una motivazione): “Sarà indisciplinato ma Boeri ha ragione”.

Un altro utente, Mauro, arriva addirittura a paragonare la diatriba sotto il Duomo all’epico scontro tra Fini e Berluscon, il “che fai, mi cacci?” che ha portato nel 2010 alla spaccatura definitiva del centrodestra. Su Facebook è nata anche la pagina “Occupy Boeri Pisapia”, sottotitolo “Una poltrona per due?”. Pochi iscritti e un chiaro riferimento all’occupazione da parte degli indignados americani che protestano contro Wall Street.

Nella selva di messaggi polemici e pessimisti, spunta la riflessione di Lydia: “Mi auguro che non si ritorni nella palude che ha soffocato per anni Milano. Perché la dialettica deve rimanere fuori dalla porta? In democrazia si può e a volte si deve dissentire. La collegialità ferrea fa paura. Spero in un nuovo arcobaleno soprattutto per i giovani che sono ritornati a credere nei principi costituzionali e nei valori della sinistra”. Una posizione molto vicina a quella espressa lunedì, poche ore dopo le scintille in giunta, dall’ex presidente della Regione Lombardia, Piero Bassetti. Uno dei primi a credere nell’alleanza e nella primavera di Milano.

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